Nel 1321 nasceva a Firenze Durante Alighieri detto Dante, l’uomo che avrebbe rivoluzionato la storia della lingua e della letteratura italiana e che – probabilmente – è uno dei tanti geni che il mondo intero ci invidia.
In occasione di questa ricorrenza, e nonostante le misure restrittive imposte dal Covid, sono numerose le iniziative che omaggiano il Sommo Poeta. In questo contesto s’inserisce la rappresentazione teatrale “Le donne di Dante”, messa in scena dalla Compagnia di Artisti Cilentani.
Questo mirabile progetto rientra a sua volta nella I edizione di “Mosaici”, un Festival itinerante diretto dal M° Mauro Navarro in cui sono protagoniste musica, teatro e danza. La prima dello spettacolo si è tenuta lo scorso sabato 3 luglio a Licusati, ma sono previste altre date nei comuni che insieme alla Regione Campania patrocinano la kermesse: Ascea, Camerota, Centola, Cuccaro Vetere, Pisciotta, Roccagloriosa e San Mauro la Bruca.
Parlo di questa iniziativa con Alina Di Polito che ha curato il testo e la regia della pièce.
«La rappresentazione si basa sulla “Vita Nova” di Dante e vuole essere un omaggio alle donne. Le figure femminili reali o immaginarie (Beatrice, Francesca da Rimini, Pia de’ Tolomei, Piccarda Donati, Cunizza da Romano, ndr) che vedremo sul palcoscenico sono nate grazie alla forza evocativa di Dante. Esse sono figure universali poiché incarnano l’amore passionale e familiare, terreno e divino, disperato e soave…»
Rodolfo Medina (Dante), Alina Di Polito (Beatrice), Olga Cicalese (Francesca), Giovanna Navarra (Piccarda), Rosita Celenta (Pia) e Simona La Porta (Cunizza) trasporteranno gli spettatori nelle atmosfere medioevali offrendo loro uno spaccato della vita di Dante che include anche quella che era la condizione femminile di quel periodo.
La “Vita Nova” è una delle opere meno note del Sommo Poeta, ma come giustamente osserva Stefano Carrai “se Dante non avesse scritto negli anni della maturità quello straordinario poema che è la Commedia sarebbe rimasto comunque nella storia della letteratura italiana ed europea grazie alla “Vita Nova”, il suo capolavoro della giovinezza”.
E sostanzialmente è di questo parere anche Alina Di Polito, poiché secondo la regista in questo testo vi è l’antefatto che porta Dante a costruire la Divina Commedia. La consapevolezza che l’amore può essere inteso in modi diversi (passione, mitezza, preghiera) incarnati dalle donne protagoniste della pièce, conduce Dante alla volontà di lodare Beatrice (soprattutto dopo la sua morte) e di amare senza avere nulla in cambio fino a trovare Dio e, quindi, la vita spirituale.
“Le donne di Dante” è soprattutto una lettura interessante e originale di quest’opera giovanile dantesca. Non solo Beatrice o, perlomeno, non solo lei ha formato la crescita e la spiritualità di Dante che, come ci tiene a sottolineare Alina: «non giudica mai queste donne, ma, anzi, le ascolta e le fa parlare del loro amore».
Secondo Borges Dante scrisse la Commedia al solo scopo di ricongiungersi idealmente a Beatrice. Secondo il modesto parere di chi scrive per capire quanto l’amore inteso nelle sue molteplici sfaccettature possa cambiare la vita è doveroso comprendere meglio Dante attraverso le sue opere, “le sue donne” e la mirabile arte del teatro. E tutto ciò si può fare grazie agli artisti cilentani.
Ilaria Longo
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