Una strada concepita agli inizi degli anni ’70, pensata per volumi di traffico scarsi e con un percorso violentato dall’insipienza degli amministratori e dei progettisti dell’epoca, i quali fecero a gara per deviarne il tragitto, a volte per lambire contrade e paesi, altre per rivendicare svincoli o, peggio ancora, per evitare espropri ai vari notabili, specie mai estinta da queste parti.
Il risultato fu quello di una infrastruttura con dei costi esorbitanti, paragonabili a quelli dell’autostrada Udine-Tarvisio, con un tracciato ricco di saliscendi e di sbalzi altimetrici, di curve pericolose dal raggio impossibile, dopo rettilinei che invitano a tenere una velocità non sostenibile nei tratti tortuosi.
Questa strada, tanto agognata perchè doveva emanciparci da un secolare isolamento, è diventata la nostra atroce condanna, trasformandosi in un teatro di morte per oltre cento persone in circa 50 anni. Famiglie distrutte per sempre con lutti strazianti. Figli, madri, padri, nonni. Una strada diventata un cimitero di morti violente ed inaspettate, come un campo minato dove si può saltare in ogni istante.

Una macabra lotteria, come quella di venerdì scorso.
Investire nella messa in sicurezza è doveroso, riducendo o eliminando con ogni mezzo tutti i rischi. Valutando anche un cambio di tracciato per eliminare i punti pericolosi, raddrizzando le curve, implementando dissuassori e adottando l’asfalto drenante.
Ripensandola completamente ed ipotizzando anche un raddoppio della sede stradale, con una seconda carreggiata. Come le vere superstrade, al fine di evitare gli scontri frontali, divenuti sempre più frequenti e difficili da evitare, proprio per la presenza di una sola carreggiata.
Dopo circa 50 anni non è più tollerabile stare fermi rassegnandoci al destino di contare sempre nuove vittime, senza una dignitosa rivendicazione.
Anas e Governo hanno dotazioni finanziarie per raggiungere questi obiettivi e devono essere sollecitati dalla classe politica .

Lo dobbiamo fare non solo per la nostra sopravvivenza, ma lo dobbiamo pretendere soprattutto per onorare la memoria dei nostri caduti della strada.