Si parla sempre più di “casa ecologica” ma come deve essere? Un esempio è la “Casa del Sole o Mobil” esposta a Roma su iniziativa di Green Peace. Si tratta di una casa mobile con cui si dimostra come si può vivere in modo ecologico nel pieno rispetto della natura, salvaguardando la nostra salute e perfino risparmiando. In essa sono esposti pareti con vernici a base di terre (profumate agli agrumi), pannelli isolanti in sughero, pannelli solari (che con una giornata di sole garantiscono una settimana d’acqua calda), elettrodomestici che forniscono minore consumo d’energia e d’acqua. Certo, volendo garantirsi una casa “sana”, cosa bisogna fare? Per chi è già proprietario di una casa o per chi deve costruirla un primo passo da fare consiste nel rilevare se ci sono sostanze dannose per la nostra salute. Ve ne sono diverse ma ne cito solo alcune. Il RADON “nasce” dalla disintegrazione dell’uranio e dalla sua stessa disintegrazione. Altre sostanze, tra cui il piombo. Si diffonde nell’aria dal suolo e nell’acqua in cui può sciogliersi. In spazi aperti grazie alle correnti si disperde, mentre in ambienti chiusi, come per esempio un’abitazione, può raggiungere alte concentrazioni. Tale sostanza proviene dal suolo sui cui è costruita la casa. Se la base ha il pavimento di fango il radon penetra facilmente; se è invece in cemento, penetra attraverso le spaccature che si formano nel tempo, nelle tubature o dai muri, se sono stati costruiti utilizzando materiali radioattivi (Tufi vulcanici). Il radon come lo dimostrano casi in Francia e in Inghilterra può portare il cancro ai polmoni (per le lunghe esposizioni). Le zone dove è presente in alta concentrazione sono: il Trentino, la Toscana, la Sardegna, il Lazio e la Campania. Per gli edifici già esistenti si procedere con il monitoraggio del radon tramite Kodalpha (dosimetro per la misura del gas in ambienti interni ed esterni), in modo da scoprire le vie d’accesso del gas ed eliminarle. Si consiglia di fare arieggiare sempre le camere. Per chi invece deve costruire è bene sempre procedere ad una misurazione per poi potere prendere le adeguate contromisure. Altra sostanza che si può trovare nelle nostre case è la Formaldeide. Essa è presente in natura, infatti, le formiche la utilizzano contro i nemici. Tale sostanza si trova nelle colle dei rivestimenti plastici, nei truciolati, nei compensati, nelle contro-soffittature, negli isolamenti termici, nelle tende. Come conservante è utilizzato per saponi, shampoo, nella cosmetica, nelle vernici. Nel corso degli anni tale sostanza è emessa lentamente (l’emissione aumenta, invece, quando il calore e l’umidità sono elevate). Se inalata provoca irritazione degli occhi, edema, bronchite, polmonite. Sintomi da contatto cutaneo sono irritazioni, dermatite. Non è ancora accertato se sia cancerogena. Quando si compra un mobile nuovo, se si sente odore acre e irritante è preferibile non acquistarlo oppure scegliere mobili con certificazione E1 (vi è un basso contenuto di formaldeide). I bio-architetti nell’acquisto dei mobili consigliano quelli in legno naturale, meglio ancora il rattan o il midollino, così non si depauperano le risorse naturali del pianeta. Un ulteriore problema per la nostra salute di cui si sente sempre più parlare e sui cui effetti ci sono pareri contraddittori è l’elettrosmog. Lo scorso anno sorse il problema della “Radio Vaticana” e dei suoi impianti di trasmissione la cui potenza d’emissione era considerata troppo alta. Gli abitanti della zona si lamentavano (ricordo una signora che in un’intervista affermava di aprire il forno a microonde e di ascoltare la voce del papa) parlando dei problemi di salute sorti tra loro. Ma questo cosa c’entra con la casa? Le onde elettromagnetiche sono presenti nella nostra vita sotto oggetti d’uso comune. A parte i tralicci d’alta tensione posti vicino alle case, ai parchi giochi, alle scuole ci sono poi gli elettrodomestici: cellulari, televisori, lavatrici, asciugacapelli, lavastoviglie, computer, frigorifero solo per fare degli esempi. Secondo gli esperti la distanza di sicurezza dai tralicci è di 300 metri mentre per i ripetitori televisivi e i radar è di due chilometri. Un esposizione prolungata può provocare disturbi di vario tipo: dall’insonnia fino ad alterazioni cellulari (si sospetta per i radar un alta frequenza di tumori in chi vi è stato esposto). La nuova normativa prevede che su tutti gli apparecchi di uso domestico dovranno avere l’etichetta “elettrosmog” in cui si rendono noti i livelli di esposizione prodotti dall’apparecchio e le distanze di sicurezza. Le onde elettromagnetiche si misurano in: volt/metro (campi magnetici) e microtesla (induzione magnetica). La legge prevede come limiti di emissione 0,5 microtesla per la zone abitate e 0,2 microtesla per le aree con bambini. A quanto sembra i pericoli per la nostra salute sono tanti. Per alcuni possiamo intervenire, ma, su altri, dobbiamo aspettare interventi legislativi tendenti a migliorare queste situazioni di caos di cui in molti ne approfittano.
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