Giovani, sud, imprenditoria, economia e invenzioni.
Sono queste le parole chiave che meglio descrivono la storia di Rosa Ferro e Alfonso Esposito, due giovani di Castel San Lorenzo che nel 2017 hanno dato vita all’azienda agricola “Il dono dell’erba” e che potrebbero portare in auge un prodotto innovativo per molteplici motivi: la carta realizzata con la tunica d’aglio. A parlare di passato, presente e futuro dell’azienda è Rosa.
Come è nata la vostra impresa e perché avete prodotto questo tipo di carta?
Qualche anno fa io e Alfonso ci siamo incontrati e abbiamo scelto di dedicarci alle nostre passioni che coincidevano con la vita all’aria aperta e la possibilità di creare una piccola azienda. Così dopo aver trovato un terreno (nel comune di Ottati ma confinante con Aquara), nel 2017 abbiamo fondato “Il dono dell’erba”. Naturalmente dovevamo avviare l’impresa piantando qualcosa nel terreno e abbiamo deciso di cominciare dall’aglio. Per mettere i bulbi nella terra c’è bisogno di aprirlo e di togliere la tunica. Ho notato subito che avevamo una gran quantità di quello scarto. Così abbiamo pensato di provare a realizzare la carta. Facendo delle ricerche e informandomi prevalentemente sulla lavorazione della carta nell’antica Cina, ho iniziato a fare delle prove con strumenti che avevo a casa e pochi “ingredienti”: la tunica d’aglio, acqua e amido di mais. L’esperimento è riuscito: la carta è bianca, si può anche colorare e – soprattutto – s’inserisce in un tipo di economia circolare.
Lo scorso ottobre «Il Post» ha evidenziato un problema abbastanza importante sul quale, probabilmente, faremo attenzione quando sarà troppo tardi: la domanda della carta nel mondo è aumentata così come è salito vertiginosamente il suo costo e i tempi d’attesa per riceverla. Tu pensi sia possibile commercializzare questo prodotto al punto da renderlo un sostituto della “carta canonica”?
Quello che realizzo è ancora a uno stato primordiale e andrebbe sicuramente migliorato. Sì, sulla carta è possibile scrivere o colorare, ma il materiale è ancora ruvido. Dovrei fare ulteriori prove e verificare se con i macchinari giusti si potrebbe perfezionare e, successivamente, commercializzare. Per il momento ho fatto domanda di brevetto, ma al di là della possibilità di vendere questa carta a me piace molto come prodotto artigianale. Con la carta d’aglio realizzo dei segnalibri e mi è stata chiesta anche come tela per dipingere.
Una prima consacrazione di questa invenzione è avvenuta lo scorso anno con la vittoria dell’Oscar Green, il concorso promosso da Coldiretti Giovani Impresa. Questa iniziativa, giunta alla 14ᵃ edizione, premia l’innovazione giovanile in agricoltura. In che cosa consiste questa esperienza?
Coldiretti bandisce ogni anno un concorso per le imprese giovanili. Come richiesto, ho inviato la mia invenzione compilando il modulo sul sito. La selezione avviene a livello regionale e successivamente si accede a quello nazionale. Ci sono 6 categorie (Campagna Amica, Fare Rete, Impresa 5. Terra, Noi per il Sociale, Creatività, Sostenibilità) e, quindi, 6 finalisti. Io ho vinto l’Oscar Green nella sezione Impresa 5. Terra.
Il riconoscimento ottenuto da Rosa e dalla sua carta premia “i progetti delle giovani aziende agroalimentari che creano una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione attraverso, tra l’altro, l’applicazione di nuove tecnologie”. Sicuramente un motivo di orgoglio per Rosa e Alfonso che, tra le altre cose, nella loro azienda coltivano farro (certificato biologico) dando vita alla farina e alla pasta di farro 100%, prodotti dell’orto e, soprattutto, stanno sperimentando l’agricoltura sinergica. Un modo di coltivare, quest’ultimo, che prevede la piantagione, insieme, di uno o più prodotti che con le loro proprietà collaborano l’uno alla crescita dell’altro.
Sono tanti i progetti che Rosa e Alfonso immaginano per “Il dono dell’Erba”. Non sappiamo se la loro carta realizzata con la tunica d’aglio diventerà, un domani, l’alternativa a quella che utilizziamo quotidianamente, ma possiamo auspicare un futuro meraviglioso per questi due giovani che, come tanti altri, hanno deciso di dar vita ai loro sogni investendo in questo fazzoletto di terra chiamato Cilento.
Ilaria Longo