È partita la caccia alla poltrona di sindaco più ambita nell’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, quella di Capaccio Paestum. Infatti, la Città dei Templi, oltre ad essere la più popolosa tra gli oltre 80 comuni del parco, è anche la depositaria del patrimonio artistico e culturale più importante dell’intera area situata a Sud del fiume Sele.
La rovinosa “caduta” di Franco Palumbo ha fatto molto rumore anche se, come recita un manifesto affisso sui muri della città, l’ex sindaco dichiara “non ci siamo fatti niente”.
Il manifesto indica chiaramente che Palumbo non ha intenzione di lasciare la scena e che anzi è già all’opera per tenere sotto “pressione” il suo elettorato “depurato” da quelli che seguiranno i cinque + 1 (consiglieri eletti nelle sue liste) che lo hanno lasciato in mezzo al guado dimettendosi.
Ora si tratterà di vedere la consistenza dell’area che è ancora disposta a scommettere su di lui. Dalla sua ha, a differenza della prima candidatura, un programma già pianificato, una squadra che ha costruito e alcuni risultati già acquisiti.
Insieme a lui, o altrimenti da lui, il suo leale alleato trovato prima del ballottaggio: Franco Sica. L’assessore alla sport e alla scuola di Palumbo ha saputo conservare quasi intatto il patrimonio di consensi e di stima dell’opinione pubblica capaccese nonostante essere prima stato al fianco di Italo Voza, poi candidato contro Palumbo e Voza stesso.
Franco Sica sta valutando sia la corsa solitaria, sia in ticket con Palumbo e sia il lasciare campo libero al fratello Enzo, già sindaco disarcionato dopo una vittoria trionfale.
Enzo Sica, già dal giorno dopo l’insediamento, è partito lancia in resta con una campagna sui social contro l’ex sindaco di Giungano e, di conseguenza, contro suo fratello che pure aveva appoggiato nella sfida contro Palumbo e tutti gli altri candidati al primo turno nel giugno del 2017.
Il nocciolo duro della giunta di Sica sindaco è ancora con lui e il lavorio che ha fatto in questi mesi contro l’amministrazione gli conferisce un certo apprezzamento dell’opinione pubblica che non aveva visto di buon occhio l’ascesa del “papa straniero” a palazzo di città.
A Paestum, però, riemerge la figura di Italo Voza, vice sindaco dimissionario con Sica e poi sindaco eletto a furor di popolo. Voza è l’unico che nell’ultimo ventennio è riuscito ad arrivare alla fine del mandato anche se con una maggioranza sfilacciata. Dopo la sconfitta subita da Palumbo ha abbandonato il consiglio comunale (il suo posto fu preso da Pasquale Mazza che prima ha salvato Palumbo appoggiandolo e poi lo ha disarcionato dimettendosi) e poi ha dichiarato di lasciare la politica. È presto per dire se correrà per una rivincita che, se andasse a buon fine, riporterebbe le lancette del tempo a due anni indietro.
Sulla scena è arrivato, ultimamente, anche il Dott. Francesco Petraglia, consigliere eletto con Franco Sica che ha seguito alla corte di Palumbo salvo poi saltare il fosso insieme ai “ribelli” consiglieri di maggioranza lasciando sindaco e maggioranza. Il gruppo dei dissidenti lo ha eletto portavoce del Laboratorio politico creato insieme. Se non si disgregano, potrebbero porlo anche a capo di una lista contro Palumbo. Con lui siamo già a tre medici aspiranti sindaci …
Ma a dare man forte alla categoria ecco riaffacciarsi Vincenzo Patella, figlio di sindaco e più volte sceso in campo per la carica più ambita. Si tratta di capire con quali forze intende allearsi per raggiungere l’obiettivo.
Poi, circola voce che potrebbe essere il dottore per “eccellenza”, Gaetano Fasolino, già sindaco, presidente della provincia, assessore regionale, senatore e deputato. Molti lo danno al fianco di Enzo Sica ma …
Il senatore ha esperienza da vendere e quasi tutti i suoi colleghi medici gli devono qualcosa. Sarebbe il decano che scende in campo come il grande vecchio che seda gli animi e garantisce tutti.
Potrebbe però, anche essere la volta buona di del dott. Antonio De Rosa, più volte in campo e altrettante volte ha desistito di fronte all’impossibilità di raccogliere forze sufficienti per formare un numero di liste sufficienti ad affrontare gli avversari.
C’è ancora un medico che potrebbe riscendere in campo. Si tratta del Dott. Gennaro De Caro già candidato a sindaco e più volte presente in consiglio comunale da consigliere e quindi con un’esperienza amministrativa da poter spendere al servizio della città.
Potremmo anche vedere un altro grande “vecchio” della politica capaccese che torna in campo. Si tratta di Pasquale Marino più volte nella polvere ed altrettante volte riportato sull’altare dalle delusioni provocate da chi lo ha fatto cadere.
Si fa strada con insistenza anche l’idea di voler provare a ribaltare il tavolo provando a far scendere in campo una donna! Circola con insistenza il nome di Tersa Palmieri che ha fatto il suo tirocinio con Palumbo. Ma, in base a quanto dichiarato dal padre, Antonio, l’ipotesi sembra del tutto tramontata prima che si potesse testare in modo compiuto.
Anche gli inviti arrivati da più parti a Rosario Pingaro sono stati declinati dal destinatario in quanto impegnato a rispettare il patto fatto con i soci della Bcc di Capaccio Paestum che lo hanno eletto a presidente con l’incarico di completare il risanamento e concretizzare la fusione con la Bcc di Serino. Inoltre, la sua azienda, Convergenze Spa, dovrà essere quotata in borsa entro il 2020, per cui non può essere distratto da un incarico che richiede un impegno a tempo pieno.
Torna in campo anche Pietro De Simone, avvocato e già sindaco di Capaccio. Sta lavorando nel tentativo di compattare al suo fianco gli imprenditori del turismo per poi lanciarsi alla caccia di alleati tra le forze produttive, sociali e culturali della città. La sua candidatura prenderebbe forza se ci fosse una ritirata dei due Franco: Sica e Palumbo.
Saranno della partita anche i 5 stelle che partono da una base di circa 1000 voti conquistati nella passata tornata. Questa volta potrebbero anche individuare un candidato sindaco più riconoscibile come Ernesto Franco che in questi anni è stato sempre presente in ogni situazione di contrasto a Palumbo e, prima ancora di Voza. Sarebbe anche l’unico di Capaccio Capoluogo in campo finora.
Si fa notare anche l’attivismo di Pasquale Quaglia da Ponte Barizzo, da sempre impegnato in politica e nel consorzio di bonifica di Paestum.
Si Face Book compare anche un nome nuovo, Lucio Jak Di Filippo, impegnato nel campo della moda a Milano, che sarebbe disponibile a rientrare nella terra natia per porsi a capo di un nuovo “risorgimento” culturale …
L’elenco, per dovere di cronaca, si conclude con un nome altisonante, Franco Alfieri. L’ex sindaco di Agropoli era già stato chiamato in causa nelle passate elezioni ma declinò l’invito perché impegnato ad inseguire il sogno nazionale. Oggi ha un incarico di primaria importanza a palazzo S. Lucia al fianco di Vincenzo De Luca. Per cui sarebbe del tutto improbabile una sua discesa nella mischia capaccese. Ma in politica “mai dire mai!”
Ovviamente, l’elenco fatto è del tutto arbitrario, sicuramente incompleto e ricavato da “chiacchiere fatte” davanti ai bar o davanti ai camini accesi nelle serate di questi giorni di festa.
In fondo, le possibilità di successo di ognuno dei potenziali candidati dipendono da quanto il popolo capaccese è disposto a guardare nello specchietto retrovisore della sua storia recente.