La Giunta regionale per la Campania ha approvato nella seduta di ieri – 19 febbraio 2019 – il “Regolamento di attuazione della Legge Regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 per il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità”.
“Con tale atto positivo si porta in Campania un’importante applicazione della multifunzionalità dell’agricoltura con significative ricadute positive sul tasso di competitività delle imprese agricole singole e associate – è il primo commento di Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania, che sottolinea – l’obiettivo dei distretti è quello di offrire ai sistemi locali di piccole e medie imprese strumenti per potenziare i fattori positivi del contesto nel quale operano, e il regolamento approvato ieri dalla giunta va nella giusta direzione”.
In particolare si attua la così detta Legge di orientamento in agricoltura (decreto legislativo del 18 maggio 2001 n. 228) così come modificata dalla Legge finanziaria per il 2018, che istituisce al comma 1 dell’articolo 13 modificato, i “distretti del cibo” e definisce al comma 2 fra l’altro i “distretti rurali” ed i “distretti agroalimentari di qualità”.
“La Regione Campania, d’ora in avanti deve tener conto dei distretti, nei suoi programmi di intervento in materia di occupazione, trasferimento tecnologico, politiche energetiche, mitigazione dell’impatto ambientale, formazione professionale, qualificazione delle produzioni agricole e agroalimentari, sviluppo rurale – ricorda Antonio Costantino, presidente di Confagricoltura Salerno, organizzazione attiva nella promozione del Distretto agroalimentare di Qualità della Piana del Sele, Irno-Picentini e del territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Per distretti agroalimentari di qualità si intendono i sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, contraddistinti dalla presenza di imprese organizzate in una o più filiere agroalimentari, dedicate a produzioni certificate, riconosciute ai sensi della normativa vigente; tali sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, sono caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agro-alimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche.
I distretti rurali sono sistemi territoriali, anche a carattere interregionale, contraddistinti da obiettivi di sviluppo condivisi derivanti dall’integrazione tra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali; in particolare caratterizzati da sistemi produttivi locali, come definiti dall’articolo 36, comma 1, della legge 5 ottobre 1991, n. 317, e successive modificazioni, caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea, solitamente coincidente con il territorio di un Gruppo di azione locale.