Quel variegato paesaggio montuosamente marino, a tratti interrotto da agglomerati urbani o da sparse, gioiose abitazioni che punteggiano quel tratto di costa salernitana che da Vietri va sino a Positano per poi salire e discendere verso la costa sorrentina, non poteva di certo passare inosservato a Maurits Cornelis Escher, “definito pittore matematico, costruttore di geometrie e di mondi paradossali, alla continua esplorazione dell’infinito. Ed è il rapporto che lega la realtà e la sua rappresentazione, l’io e lo sguardo, lo spazio e il tempo; e ancora, le affascinanti ambiguità tra simmetria e asimmetria, finito e infinito, differenza e ripetizione”. Willem van der Ham ricordava: «Il paradiso terrestre, ciò che di più si avvicina al suo senso di infinità, Escher lo scoprì nel Sud d’Italia e soprattutto sulla Costa Amalfitana». Un paesaggio che a volte sembra rimasto immutato nel tempo, dove, scriveva Domenico Rea, «nel giorno della creazione Dio non ha dimenticato un solo particolare», un territorio che pure si svela continuamente diverso, secondo un angolo di osservazione. In una sorta di appunti di viaggio, Rossana Tortora, architetto attento al paesaggio, annota: «Spesso non muta ciò che guardiamo, ma il punto di vista; guardare la “Divina” dal mare, si scopre tutta la sua natura, stupenda e fragile, un’alchimia di forme, colori, luci ombre un’armonia a generare bellezza. Ed è spazio per un’architettura con l’attitudine ad integrarsi in questi equilibri, frutto della lettura ed interpretazione di tecniche e segni del passato, da declinare in un linguaggio attuale; un dialogo che nasce dall’ascolto silenzioso di tanta perfezione».
Spesso balzata agli onori della cronaca non solo per la sua storia o per la sua abilità nell’essersi inventata una tradizione di ospitalità, ma per quel comparire di costruzioni definite, alla luce legislativa, abusi edilizi in un paesaggio dove costruire ex novo è estremamente difficile e dove, tuttavia, quegli “abusi” nel tempo si sono rivelati fortunate forzature che, alla fine, hanno rappresentato lo sviluppo turistico e quindi economico di un territorio che certamente non avrebbe retto a lungo se si fosse affidato soltanto alla lavorazione della pasta o alla coltivazione dei limoni tra le mille difficoltà e fatiche che si consumano su per i maceri. La sua collocazione geografica e la sua conformazione orografica indirizza questo territorio verso un unico destino: il turismo, l’arte dell’ospitalità, della spensieratezza estiva e non solo, perché ora, dopo questa lunga pausa di riflessione imposta da madre natura, non sono pochi coloro che, finalmente, stanno pensando ad un giusto prolungamento turistico oltre la soglia dell’estate. «E’ un posto di sogno che non vi sembra vero finché ci siete, ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l’avete lasciato» scriveva nel 1953 John Steinbeck riferendosi a Positano, ma che ben può comprendere tutta l’ansa di costa amalfitana.
Quella sparsa e armoniosa collocazione di ville, a volte antichi casali rupestri riadattati che si scorgono lungo un percorso tortuoso, al di sopra e al di sotto della strada statale, sono il simbolo di un benessere diffuso tra queste popolazioni, che hanno saputo, con sapienza, adattare le loro esigenze sociali di moderna civiltà ad un territorio antico e, per certi versi, ancora selvaggio.
In una delle sue straordinarie meditazioni, Gerardo Malangone, architetto con lo “sfizio riflessivo dell’usare la penna” ricordava: «Le immagini apparse di recente sui media di Venezia deserta di persone ma con l’acqua dei canali così limpida che si vede il fondo, raccontano del contraddittorio effetto (e relative emozioni) che una virulenta epidemia “globale” può causare a luoghi di rara bellezza, esaltati nella loro “qualità ambientale” da minor maltrattamento umano». Una riflessione che ben si adatta alla nostra più vicina «Divina Costiera – continua Malangone – cioè, l’incantevole Terra, che, al di là di certi recenti arrembanti, fatalistici, pigri, ostinati “affidamenti mono-turistici” (sempre disarmati, poi, di fronte a un’alluvione, un ingorgo, o una frana, sempre troppo poveri di coerenti presìdi di previdente/urgente soccorso) fu luogo straordinario di storia e cultura, di creazione divina e ri-creazione umana bellamente integrate, di operosa fatica modellante pure l’arido o il poco, di paziente addomesticamento dell’erto o scosceso, di giusta semplicità e ingegno costruttivo. Cioè, di Bellezza».
Resta, così, questo paesaggio costiero inalterato e pur mutevole a richiamo di turismo da ripensare, resta quella montuosa articolazione precipite verso il mare dei miti, delle leggende, della storia; ma con quali mezzi difenderà la sua se pur lenta evoluzione urbana, abitativa, edilizia?
Si ri-parte con alcuni settori produttivi tra i quali l’edilizia, ritenuta un po’ il volano dell’economia coinvolgendo intorno a sé una serie di filiere produttive alquanto ampia. E riparte questo settore, come gli altri, “in sicurezza”.
Dice Vincenzo Russo Presidente dall’Ance Aies Salerno: «La Costiera Amalfitana si è sempre caratterizzata per la presenza di buone imprese del Comparto Edile e dell’Artigianato forte delle tradizioni familiari, oggi in grande sofferenza. Terra di profumi e di colori, con un patrimonio di arte e di architetture caratteristiche ed uniche, la “Divina” offre molti spunti per un serio e reale programma di investimento. In primis l’atavico problema delle infrastrutture collegato ad un serio programma di interventi di manutenzione del dissesto idrogeologico, che ha già visto le imprese impegnate negli scorsi anni in interventi di recupero dei terrazzamenti collassati a causa delle piogge».
Di certo non sono poche le difficoltà per questo settore soprattutto in Costiera Amalfitana dove l’edilizia ha prevalentemente attenzione verso le ristrutturazioni stagionali che alberghi, case di ospitalità turistica e privati proprietari di quelle seconde case adottano prima della riapertura estiva.
Va da sé che la prima richiesta avanzata dall’Associazione Costruttori è stata quella «in tema di semplificazione delle procedure e gestione costi aggiuntivi».
Ma all’Associazione Costruttori di Salerno si guarda alla portualità turistica, a quei partenariati pubblico-privato per la costruzione di parcheggi, settore dove la Costiera, per conformazione orografica, mostra una grave carenza, pensa agli adeguamenti degli spazi urbani pubblici per una maggiore vivibilità dei singoli paesi e pensa all’edilizia scolastica, dove urgente appare l’adeguamento e messa in sicurezza delle scuole del territorio ed in particolare di Amalfi «che sono molto vecchie – dice Russo – e quindi devono essere adeguate: un impegno concreto che bisogna assumersi verso una comunità in cui le scuole costituiscono il vero presidio sul territorio». E si pensa soprattutto a quel piano di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio sotto l’egida di importanti sgravi fiscali che, per la Costa d’Amalfi, significherebbe mettere a norma e valorizzazione un patrimonio immobiliare inestimabile. «Un piano – sostiene il Presidente Russo – che garantirebbe occupazione e lavoro nel settore per i prossimi venti anni». Sarà tutto diverso in questa ri-nascita di territori e di uomini?
In fondo, e da sempre, in Costiera si è saputo coniugare antico e moderno in un’armonia di rispetto e bellezza per il paesaggio, per l’ambiente e per l’uomo. In pratica qui, alla fine, si sa come rispettare quel dono che «Dominiddio regalò a tutti. Per godimento di tutti – in riflessione di Malangone – e di cui il Morbo non farà strame perché, come ammonì Cronin, “la Bellezza non svanirà”. Ma basterà pensare di poterla usare come prima?».
Vito Pinto