Quello mi indigna e quello che dovrebbe indignare milioni di persone, è “il ribellismo” a provvedimenti che vengono emanati per tutelare la salute delle persone. Appena si attua una stretta sulla chiusura di alcune attività commerciali, come è successo in Campania per i ristoranti, (dal lunedì al giovedì, devono chiudere entro le ore 23 e dal venerdì alla domenica, entro le ore 24), scatta “il ribellismo,” con pubbliche manifestazioni di protesta e con promesse o meglio minacce, di chiudere gli esercizi per la ristorazione. Scusate, ma non sapevo che le abitudini degli italiani, sono così state stravolte dalla presenza del virus, perché la cena nei ristoranti, è stata spostata dalle ore serali, alle ore notturne. Questo mi sembra proprio il Paese dell’assurdo e cerco di darne una spiegazione. Se in Campnia, è stato preso un provvedimento per ridurre l’orario di chiusura della ristorazione, ( presto sarà seguito anche da altre Regioni, dato il costante aumento dei positivi in Italia), è stato fatto nell’interesse della salute di tutti i cittadini, in base all’art.32 della nostra Costituzione. Perciò, in un momento di emergenza sanitaria nazionale, deve prevalere l’interesse generale alla salute, rispetto a chi ha preso l’abitudine di andare a cenare nei ristoranti dopo le ore 23 della sera. Questo dovrebbe essere scontato, ma purtroppo non sempre è così ed il problema più grande che si vive in Italia, è il fatto che niente si può dare per scontato.
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