A Padula, dove era nato, era un ragazzino di nome Giuseppe; negli Stati Uniti dove giovanissimo si era trasferito con la famiglia divenne the policeman Joe; dopo la morte (fu ucciso a Palermo nel 1909) è conosciuto in tutto il mondo come “Joe Petrosino, l’incorruttibile”. Figlio di emigranti, visse da protagonista il sogno americano ma pagò con la vita il suo impegno contro le mafie. Si può sintetizzare così la storia di Giuseppe “Joe” Petrosino, mitico tenente della polizia americana, che fu uno dei più famosi protagonisti della lotta alla criminalità organizzata. La sua fama non ha conosciuto alcun appannamento e ancora oggi, a cento anni dalla morte, è un mito sia in Italia che negli Stati Uniti.
Giuseppe Michele Pasquale Petrosino nasce a Padula il 30 agosto 1860 e all’età di 13 anni emigra negli Stati Uniti con il padre Prospero (che esercitava il mestiere di sarto), la madre, due sorelle e tre fratelli. Dopo avere fatto i mestieri più umili, nel 1883 Giuseppe indossa, primo italiano ad avere tale privilegio, la divisa di agente della polizia di New York. Promosso detective, passa al servizio investigativo e nel 1895 il presidente Rooswelt in persona lo nomina sergente. Nel 1905, con la promozione a tenente, gli viene affidato il comando dell’Italian Branh e, successivamente, dell’Italian Legion, un gruppo di agenti italiani a suo giudizio indispensabili per combattere la Mano Nera (questo il nome con il quale veniva chiamata allora la mafia d’oltreoceano). Il suo merito maggiore è quello di avere intuito che per sconfiggere la mafia è necessario recidere i legami tra la criminalità americana e quella italiana. A questa intuizione, però, sono in pochi a dare credito per cui nel 1909 decide di venire da solo in Italia per indagare in Sicilia. A Roma viene ricevuto dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti che gli regala anche un orologio d’oro. Prima di portarsi in Sicilia decide in gran segreto di fare una breve tappa a Padula, il paese natale che certamente non aveva dimenticato; nonostante la notizia del suo arrivo dovesse rimanere segreta, Joe trova ad attenderlo circa duemila persone. Il 28 febbraio arriva a Palermo dove inizia subito il suo lavoro investigativo che, purtroppo, terminerà il 12 marzo successivo allorquando quattro colpi di pistola esplosi in piazza Marina, a Palermo, pongono fine all’esistenza del coraggioso poliziotto. Aveva 49 anni. Dopo lunghe indagini vengono arrestati quindici mafiosi che, però, saranno clamorosamente assolti al termine del processo. Le cronache dell’epoca parlano di funerali imponenti sia in Italia che negli Stati Uniti dove una folla eccezionale (si parlò di trecentomila persone) volle rendere l’estremo omaggio al grande detective. All’evento la stampa americana diede lo stesso risalto riservato alla morte del presidente Mc Kinley.
Da allora, come già ricordato, il mito di Joe Petrosino non si è mai affievolito e la stampa si è sempre occupata (e continua a farlo) di lui: le sue avventure sono state pubblicate a fumetti nel 1923 dalla casa editrice Nerbini di Firenze in dispense settimanali; dischi, film (Pagare o morire con Ernest Brognine negli anni ’60 e Joe Petrosino), due sceneggiati Rai (protagonisti Adolfo Celi e Beppe Fiorello) ed un nuovo film con protagonista Leonardo Di Caperio. Da ricordare, inoltre, il libro inchiesta di Arrigo Petacco ”Joe Petrosino. L’uomo che per primo ha sfidato la mafia italoamericana” (la prima edizione è del 1972) ne hanno reso leggendaria la figura. Ancora oggi per i poliziotti americani Petrosino è un simbolo tanto che uno dei suoi successori, il luogotenente della polizia di New York, Mario Biaggi, venne a Padula “per rendere omaggio alla terra che aveva dato i natali a Joe”. Ma, soprattutto, Joe Petrosino è il simbolo non solo della emigrazione pulita espressa dal nostro Sud ma anche quello della integrazione della nostra emigrazione con la società americana. Soprattutto, oggi la sua vita leggendaria è considerata un fiore all’occhiello dell’impegno per inculcare nei giovali la cultura della legalità.
Anche negli Stati Uniti il ricordo di Petrosino è particolarmente vivo tanto che, nel 1985, in occasione del 125° anniversario della nascita, il Governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo, proclamava il 19 ottobre (giorno in cui il famoso detective aveva indossato la divisa di agente) Petrosino Day. In Italia il Dizionario storico della mafia, curato da Gino Pallotta, gli dedica un intero capitolo.
Padula lo ha ricordato un busto (realizzato nel 1975 da Enzo Gallo, collocato dinanzi all’Ossario dei Trecento di Carlo Pisacane) ed una strada. Una statua, invece, fa bella mostra di sé nella sala multimediale della Corte esterna della Certosa dove nel 1986, nei locali antistanti la monumentale Certosa di San Lorenzo fu allestita una bellissima mostra che successivamente è stata trasferita nella casa natale, nel centro storico del paese, trasformata in museo (il pezzo forte è la divisa di Joe con il distintivo numero 285).
Il numero dei visitatori cresce di anno in anno anche per merito dell’Associazione Internazionale Joe Petrosino, guidata dal presidente Vincenzo Lamanna e dal presidente onorario Nino Melito Petrosino, pronipote del poliziotto italoamericano e autore nel 2016 del libro Joe Petrosino l’incorruttibile.
Il premio, giunto alla 18esima edizione, si avvale del patrocinio, del Comune di Padula (con in prima linea il sindaco Paolo Imparato e l’assessore alla Cultura, Filomena Chiappardo), del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati dei Ministero dell’Interno e della Difesa e della Regione Campania, il Premio viene assegnato a uomini e donne in prima linea nella lotta alla criminalità, (magistrati e operatori delle forze dell’ordine ma anche a collaboratori di giustizia) e nella difesa dei valori della cultura della legalità e dell’impegno civile.
Nel 2019 i riconoscimenti sono andati al Sostituto Procuratore della Dda di Napoli, Catello Maresca; al Colonnello dei Carabinieri, Massimo Giraudo; al testimone di giustizia, Luigi Coppola; al sindaco di Petrosino, in provincia di Trapani, Gaspare Giacalone. Un attestato di merito è stato conferito a Giuseppe Puleo, assistente di Ps.
Proprio legalità e impegno civile sono stati al centro di un progetto triennale proposto e coordinato dalla giornalista Margherita Siani dal titolo “Sulle orme dell’incorruttibile Joe Petrosino” che le associazioni “Joe Petrosino” di Padula, “Don Mariano Arciero” di Contursi Terme e “Arcobaleno” di Sicignano degli Alburni hanno proposto agli istituti comprensivi dei tre Comuni. Un lavoro patrocinato e sostenuto dai Comuni di Padula, Contursi Terme e Sicignano degli Alburni, insieme in questo percorso sulla legalità costruito in rete.
Il risultato finale è dato da un libro scritto dai ragazzi. Un coinvolgimento corale di tutta la comunità scolastica, che insieme alle istituzioni hanno creato una rete solida di rapporti, di confronto intorno alla figura di Petrosino.