Per iperkalemia si intende un’alta concentrazione di potassio nel sangue, superiore ai 5,5 mmol/L. Spesso è asintomatica e si riscontra casualmente effettuando gli esami di laboratorio di routine. Però il potassio, che è il catione maggiormente presente nell’organismo umano svolge un ruolo chiave nella conduzione degli impulsi nervosi e nella contrazione muscolare. Pertanto, un’alterazione dei suoi livelli plasmatici può esercitare effetti profondi sulla funzione nervosa, muscolare e cardiaca; l’iperkalemia, quindi, può manifestarsi con sintomi correlati alla funzionalità muscolare, quali parestesia, cioè perdita della sensibilità muscolare, debolezza muscolare e senso di affaticamento, o a quella cardiaca, provocando l’insorgenza di pericolose aritmie.
Nella stragrande maggioranza dei casi l’iperkalemia è dovuta ad una ridotta escrezione di potassio nell’urina. Però anche alcuni farmaci possono interferire con l’omeostasi del potassio soprattutto alterandone l’escrezione. L’azione di questi farmaci è particolarmente evidente sui pazienti con insufficienza renale, sugli anziani, in cui la funzionalità renale è comunque ridotta, e sui diabetici, classi di pazienti che perciò vanno monitorati con più attenzione. Tra i farmaci che più facilmente possono causare iperkalemia ci sono gli ACE inibitori e i Sartani, lo Spironolattone, diuretico molto usato, e i FANS.
Particolare attenzione, poi, occorre porre all’utilizzo degli integratori salini, molto usati in estate per riequilibrare la perdita di liquidi dovuta all’abbondante sudorazione e la sensazione di prostrazione che ne deriva. Questi integratori contengono dosi elevate di magnesio e potassio e, quindi, se la sensazione di stanchezza non è legata alla perdita di liquidi ma ad iperkalemia, il loro uso non può che peggiorare la situazione.