Io ricordo bene che ho vissuto un’altra vita che scorreva in una normalità libera ed anche un poco scontata, ma era la normalità di una vita che avevo sempre conosciuto e desiderato.
Io ricordo che potevo organizzare programmi al di fuori dalla normalità, con una leggerezza mentale e una facilità di movimento, che erano stati sempre patrimonio fondamentale di un modo di agire, improntato solo sulla libertà.
Io ricordo che il tempo era amico delle mie giornate e che, con il suo lento ma costante divenire, accompagnava tutti gli avvenimenti della mia vita, sia nei periodi piacevoli, sia in quelli meno piacevoli e più impegnativi.
Io ricordo che anche i momenti difficili mi sembravano si difficili, ma sempre superabili, perché rientravano nel normale svolgimento di un’esistenza, dove si alternavano momenti belli, con quelli meno belli, ma anche con quelli ancora più belli.
Io ricordo tutto questo ed ora ho la sensazione che tutti i miei ricordi facciano parte solo di un mondo che ho conosciuto in un’altra epoca, perché quella che attualmente sto vivendo è una vita in cui non siamo più noi a dare le carte, ma è la pandemia a dettare le regole del gioco e a farla quasi da padrone.
Che tristezza nell’anima questa sensazione di impotenza!
Questa particolare sensazione proietta il mio essere in una dimensione che mi incupisce un poco, perché non riesco ad immaginare una via d’uscita immediata, a questa realtà che non ci appartiene, in quanto l’arrivo del Covid è stata una sorpresa inaspettata, inimmaginabile, impensabile e molto difficile da digerire.
La nostra attuale esistenza è diventata una guerra non solo col virus, ma con la vita stessa, perché è evidente che c’è un grande dolore e una infinita difficoltà a vivere in un continuo disequilibrio psicologico, che ci porta ad avere sempre incertezze sull’immediato presente.