di Gina Chiacchiaro Sarah Falanga, napoletana di nascita e pestana di adozione, è un’artista poliedrica e sta contribuendo a dare una svolta alla città di Paestum. Infatti, con i suoi spettacoli teatrali al museo e nell’area archeologica di Paestum, ha dato continuità all’attività teatrale che, in altri grandi parchi archeologici, hanno contribuito non poco a caratterizzarli in modo positivo. La conosco da dieci anni, da quando ha scelto di abitare e di lavorare, facendo anche cultura, in questa splendida realtà della Magna Graecia che è Paestum. Artista e non solo: attrice, regista, autore di testi teatrali, cantante, suonatrice, maestra di teatro … Come nasce la passione di artista? È nata a Paestum e qui l’ho realizzata! Avevo tre anni e volevo fare uno spettacolo nel tempio di Nettuno, i miei genitori e i miei parenti mi dicevano che ero pazza, che non si poteva. Io avevo un segreto che avevo nascosto in un fosso davanti al tempio di Nettuno: era il mio diario con i miei scarabocchi e il disegno di come doveva essere la scena del mio spettacolo, avevo disegnato il palcoscenico e i personaggi. Educata al teatro, a tre anni ho visto la Traviata ed ho seguito con attenzione tutto lo spettacolo senza annoiarmi attaccata alla balconata per tutta la durata. Anzi a fine spettacolo ho cominciato a piangere perché ne volevo ancora. Questa passione per il mito si autoalimentava perché venivo a Paestum in vacanza. E così, dopo tante esperienze in giro per il mondo, ho dato una svolta alla mia vita: ho deciso di trasferirmi a Paestum, a casa, la mia casa teatrale e di vita. Qual è stato il tuo percorso formativo-artistico? Nasce tra i banchi del liceo poi ho provato alla Silvio D’Amico, l’accademia nazionale la scuola teatrale per eccellenza, superai le fasi di ingresso ma ero minorenne e senza la firma di mia madre non potei entrare. Successivamente cominciai a lavorare al teatro Bellini, il mio primo vero lavoro fu un musical tutto italiano anche se da figurante. Intanto, continuavo a studiare ma morto il maestro Gasman me ne andai a New York. Ancora a studiare e a lavorare spostandomi e assimilando di tutto fino a creare un mio stile, quello di “Sara”. Così, dopo un ultimo lavoro a Tokio, come “replicante”, diedi il via al mio sogno ed approdai a Paestum dove creai questa associazione “l’Accademia Magna Graecia” che secondo me doveva essere collegata al sito di Paestum. Il mio sogno era quello di raggiungere il cuore della gente e di trasmettere loro la passione per la mitologia e la fierezza di abitare questa terra. Il tuo sogno si è realizzato? Sì con la mia associazione prima e con l’approdo alla zona archeologica poi grazie a Marina Cipriani, direttrice del Museo Archeologico di Paestum, che nel 2009 ha creduto in me ed ha sostenuto le mie idee riguardo al nuovo modo di fare teatro classico con un linguaggio più dinamico, alla portata di tutti. Ci ha messo alla prova per molto tempo e poi ci ha commissionato uno spettacolo che io ho scritto in breve tempo: “Le donne di Era” uno spettacolo itinerante che racconta di tutte le donne rappresentate sulle metope. Non fu bocciato! Fu la volta poi del “Mito di Cassiopea” nel 2010, rappresentato ai piedi del tempio di Nettuno, spazio utilizzato l’ultima volta come teatro nel 1923. Da lì “Dioniso e il suo corteo” e “La festa greca dei posedoniati”. E poi il passaggio è stato breve per un teatro tutto pestano con una location ben definita anche con una rassegna invernale che tratta i miti moderni dall’anno 1000 in poi soffermandoci sugli anniversari di personaggi importanti come ad esempio la Magnani, Mia Martini… Come maestro quali traguardi? Nella mia associazione hanno raggiunto dei traguardi importanti coloro che hanno scoperto che volevano vivere il teatro come mestiere. L’emozione più grande è stata quella di vedere il proprio allievo camminare da solo, soprattutto se raccolto in una situazione difficile. La missione di entrare nelle persone attraverso il mezzo teatrale è stato il mio scopo sociale. Poi in campo teatrale molti hanno raggiunto bei traguardi e lavorano in compagnie importanti. Hanno imparato qui e stanno sperimentando altrove. Portando il nome di Paestum fuori dalle nostre mura. Come continua la tua esperienza teatrale? Con il nuovo direttore Gabriel Zuchtriegel l’estate pestana è cominciata prima, il 7 maggio con la replica di “Medea” al tempio di Nettuno e le presenze sono state importanti. L’obiettivo è aprire Paestum ai visitatori esterni. Il progetto è ambizioso e quest’estate inizierà con un debutto importante, martedì 26 luglio alle ore 21,30, un percorso teatralizzato all’interno della zona archeologica ove gli attori daranno vita a tutta la città: “Paestum Polis aperta”. Un percorso che dal tempio di Atena, protettrice di Poseidonia, arriverà fino a quello di Nettuno incontrando Dioniso. Nel mentre ci saranno tutti quegli episodi che faranno rivivere la storia della città dalla sua nascita ad oggi ed il pubblico ne farà parte e condividerà l’esperienza teatrale. Alla fine ci sarà un messaggio e sarà Atena a lanciarlo. Sono già previste delle repliche: in agosto il 9 e il 10 e a settembre il 16 e il 18 mentre altre iniziative sono in via di definizione. Ringraziamo Sarah per le novità che ci ha raccontato e ci diamo appuntamento ad un prossimo incontro per raccontarci ancora di Paestum facendoci rivivere il passato.
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