Presidente, siamo a due anni e mezzo dalla sua indicazione a presidente dell’ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Prima di fare un rendiconto operativo della sua esperienza, faccia un bilancio emozionale del suo rapporto con il territorio compreso del perimetro dell’area protetta …
L’aspetto più bello che il ruolo di presidente mi ha dato è quello di poter conoscere tanti luoghi precedentemente sconosciuti. Luoghi che mi hanno sorpreso per bellezza e per straordinario fascino. Luoghi del cuore, con un immenso potenziale che continuano ad emozionarmi.Questa è anche la mia terra, la terra dove i miei genitori e i miei nonni hanno fatto sacrifici enormi. Anche io sono nato qui e questa è una responsabilità in più! Quando giro per il Parco penso a mio figlio, spero possa viverci bene e continuare a valorizzare e ad amare il nostro splendido territorio.
Torniamo ora all’aspetto operativo … come si è mosso nel primo anno di mandato e quali sono state le decisioni assunte che oggi sono operative?
Oggi possiamo dire che stiamo realizzando, e quindi concretizzando, esattamente ciò che avevamo previsto nel programma approvato insieme al Direttivo all’inizio del mio mandato. Un’ infinità di cose: dal marchio del Parco all’attivazione della rete dei musei, dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare al potenziamento dell’attività di ricerca. Abbiamo messo ordine nelle nostre aree marine protette, abbiamo avviato un coordinamento per rilanciare un turismo di qualità. Siamo la prima area omogenea a rientrare nel programma di mobilità sostenibile attraverso la realizzazione di colonnine per la ricarica elettrica in ogni Comune del Parco e delle aree contigue; stiamo lavorando per la realizzazione del Progetto “Verso l’autonomia energetica del Parco”; siamo il primo Parco ad aver detto no al glifosato e ai prodotti chimici di sintesi; siamo il primo Parco ad aver attuato azioni concrete per il contrasto all’utilizzo della plastica; sono state avviate azioni per far sì che il nostro sia un Parco Accessibile, non soltanto ai diversamente abili, ma anche per i dializzati e i pazienti con insufficienza respiratoria cronica; un Parco cardioprotetto attraverso la dotazione di defibrillatori ai lidi del Parco; attività di monitoraggio e controllo del territorio anche attraverso l’installazione di numerose telecamere; e poi abbiamo per la prima volta incentivato giovani professionisti a studiare la nostra area protetta con specifiche borse di studio. E ci sono tante altre iniziative in corso di attuazione.
Nel primo periodo ha anche dovuto confrontarsi per la prima volta con i consiglieri nominati dalla Comunità del Parco e gli altri nominati dai vari ministeri. Come definisce il rapporto con il gruppo dei sindaci eletti?
Un rapporto eccezionale, in totale sintonia, anche perché si tratta di persone perbene, che amano il proprio Territorio. Abbiamo lo stesso obiettivo: valorizzare la Terra nella quale viviamo.
Come ha impostato il lavoro con i tecnici nominati?
Sono tutte persone competenti che stanno dando una mano concreta alle attività messe in campo dal Parco.
L’Ente parco vive ed opera anche grazie all’impegno dei dipendenti che devono tradurre in atti le idee del presidente e del consiglio. Che cambiamenti ci sono stati nell’organico che lavora al suo fianco?
Ho trovato un gruppo di dipendenti validi ma, soprattutto, che si sentono “Cittadini del Parco”; questo è quello che fa la differenza. Abbiamo effettuato una riorganizzazione sulla base delle competenze di ognuno di loro.
Dopo la fase di conoscenza del 1° anno, si è passati alla fase della programmazione. Quali sono state le scelte qualificanti per avviare l’ampio programma con cui ha dato vita al mandato?
In questo sono stato avvantaggiato poiché essendo anche io sindaco, già conoscevo molte criticità ed esigenze del territorio. Abbiamo subito messo in campo un piano di programmazione e oggi anche di azione.
Tra le scelte fatte merita una menzione speciale il programma di messa a reddito dei beni del parco. A che punto siamo con le dismissioni e con la remissione dei comodati al parco?
Abbiamo completato la valorizzazione del piano immobiliare del Parco, abbiamo risolto tutti i comodati per dare possibilità ai Comuni di individuare l’attività più consona per la propria Comunità e quindi inserire gli immobili nella programmazione più utile.
Anche l’annoso problema dei danni causati dalla fauna selvatica è stato affrontato. Con la scelta dei “selettori” si è concluso l’iter burocratico. A che punto è la seconda parte del progetto che prevede gli abbattimenti e la creazione della filiera della carne?
Oggi con orgoglio posso dire che il modello per fronteggiare l’emergenza cinghiali nel nostro Parcoè un modello che sta dando i primi frutti e che è stato messo in campo anche in altre aree. Proprio in questi giorni stiamo completando la filiera anche con la commercializzazione delle carni. Finalmente possiamo dire che la carne di cinghiale che arriva sulle tavole è controllata dal punto di vista sanitario.
I primi numeri in nostro possesso sono molto significativi: evidenziano già una prima riduzione dei danni causati dai cinghiali.
Il PNCVDA è anche il soggetto “titolare” che ha ottenuto il riconoscimento UNESCO alla Dieta Mediterranea. Sul territorio, d’altro canto, ci sono altri soggetti che “lavorano” a progetti per dare uno sbocco operativo allo stile di vita studiato da Ancel Keys a Pioppi. Come intende agire al fine di armonizzare le innumerevoli iniziative?
Sulla dieta Mediterranea c’è una grande sfida: ovvero quella di trasformarla anche in opportunità per il territorio. Stiamo lavorando sull’istituzione del Centro di Ricerca della Dieta Mediterranea per coordinare le tante attività scientifiche che oggi già ci sono. La vera sfida è anche la tutela agroalimentare del territorio. E con il Marchio del Parco abbiamo fatto un importante passo in avanti.Naturalmente stiamo lavorando anche per completare e potenziare l’attività di ricerca.
La Regione Campania ha azzerato la leggina fatta a suo tempo ed ha sciolto l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea. Come immagina debba essere strutturato il nuovo soggetto e chi dovrebbe coordinarlo?
Non ci sono dubbi su questo. L’Unesco e i Ministeri competenti hanno affidato al Parco il ruolo di coordinatore.
Il 27 ottobre si inaugura il “Centro visite del Parco” in località Montisani a Vallo della Lucania dove c’è la struttura realizzata per dare una casa al centro studi internazionale della Biodiversità. Come si evolverà il progetto?
Si tratta di un progetto aperto alle scuole con l‘obiettivo di far conoscere ai ragazzi il nostro territorio. Non si può amare un qualcosa se prima non la si conosce. Stiamo lavorando molto anche per incentivare il turismo scolastico e far visitare il nostro Parco a scolaresche provenienti da altre Regioni.
Nell’area del PNCVDA ci sono anche i beni materiali riconosciuti dall’UNESCO oltre al Paesaggio del Parco, Paestum, Velia, la Certosa di Padula. In che modo l’ente Parco coopera con le tre realtà?
Stiamo lavorando insieme per realizzare un nuovo piano di gestione dei siti Unesco.
Allo stato, uno dei più rilevanti problemi dell’area parco è lo spopolamento della aree interne. Come intende affrontarlo anche alla luce di altre esperienze messe in campo nelle Prealpi e sulla dorsale dell’Appennino?
Si tratta di un problema che riguarda tutte le aree interne, non solo quelle del Parco. Possiamo invertire la tendenza soltanto creando e migliorando i servizi per le famiglie che scelgono di vivere all’interno del nostro Territorio. E’ necessario creare opportunità per i giovani affinché possano decidere di costruire la propria famiglia nei nostri paesi.
L’ente ha appena consegnato il marchio del Parco al oltre 60 aziende che producono, trasformano e commercializzano i loro prodotti. Come possono ottenere lo stesso riconoscimento altre aziende?
Basta presentare la domanda seguendo le indicazioni che si trovano sul sito dell’Ente. Poi un’apposita commissione valuterà la richiesta mensilmente.
Con il cambio della maggioranza di governo a seguito delle ultime elezioni politiche è cambiato anche il ministro dell’ambiente. Come ha intenzione di rapportarsi Sergio Costa?
Con il ministro Costa ho uno splendido rapporto. Si tratta di una persona competente che ha una grande conoscenza del territorio. Appena diventato ministro ha subito dato dei primi segnali positivi per il nostro Parco. Ha partecipato addirittura ad un Consiglio Direttivo dell’Ente recependo le istanze che venivano dal basso e a Palinuro è riuscito a sbloccare dei fondi bloccati da anni per la messa in sicurezza dell’Arco Naturale.
In questi 3 anni ha certamente scoperto dei luoghi che non conosceva prima … ne indichi qualcuno e dica perché meritano la citazione?
Cito tutti gli 80 Comuni del Parco. In tutti i Comuni ci sono bellezze che meritano tutti di essere citate.
In tutta Europa i partiti ambientalisti godono di buona salute. In Italia, invece, sono praticamente scomparsi. Come spiega questa situazione?
Perché l’ambiente è un argomento trasversale. In Italia abbiamo voluto dare spesso una connotazione troppo ideologica, dell’ambientalismo. Tante volte ha prevalso una visione dell’ambientalismo ancorato al passato e non proiettato al futuro. L’ambientalismo moderno è quello capace di dire anche si, riuscendo a non bloccare l’economia di un territorio e allo stesso tempo a mantenere inalterato il valore e il pregio di luoghi.