Presidente lei è reduce dalla promozione in serie A2 della sua Cuore Basket Napoli, può raccontarci l’emozione che ha provato?
L’ emozione è stata meravigliosa. Ringrazio la mia famiglia che mi è stata sempre vicina in questo percorso. Ringrazio tutto lo staff tecnico e dirigenziale per quest’anno meraviglioso. Mi sono sentito come un bambino gioioso, che festeggia per una città che merita questo ed altri successi.
Il 5 marzo a Bologna avete vinto anche la coppa Italia. È evidente che tutti questi risultati sono frutto di un progetto, quale?
Dopo il 5 marzo abbiamo subito fatto capire con umiltà e profilo basso di puntare a grandi traguardi. Il progetto dalla denominazione lascia intuire questo senso di appartenenza alla passione e all’amore condiviso da tutti gli atleti, lo staff tecnico e la dirigenza. Da quel momento anche tutti i tifosi si sono avvicinati alla Società nonostante i fallimenti precedenti.
L’incasso di gara 2 play off, sold out, è stata devoluta ai bambini del Santobono. Avete un settore minibasket a Napoli?
Sì, l’incasso come detto è stato devoluto ai bambini del Santobono, ma ci stiamo attrezzando per fare ancora di più per il sociale. La Società ovviamente parte dal minibasket, perché i bambini saranno il futuro della Società. In quel momento si dà carattere, educazione sportiva e sociale, e quindi ci stiamo attrezzando per formare al meglio gli uomini di domani.
Dietro la creazione della vostra squadra c’è un lavoro di tre menti: la sua, quella di coach Ciccio Ponticiello e quella del direttore Pino Corvo. Un ruolo fondamentale lo ha giocato anche il marketing, il famoso cuore che ha spopolato, l’atmosfera partenopea al Pala Barbuto. Ci può spiegare come si organizza una struttura complessa come la vostra?
Il Progetto “Cuore” è stato voluto da me, sia come nome, che come programma e progettazione. Da soli però ovviamente non si può fare avanti, e le persone da te elencate hanno lavorato e dato molto. Abbiamo lavorato per questo progetto dalla mattina alla notte, io ad esempio ho tralasciato fattori importanti come la mia professione da designer, senza poter vedere costantemente anche la mia famiglia. Ma grazie anche a loro che hanno capito qual era il mio ruolo e l’importanza di questa cosa si è potuto lavorare al meglio. Il fatto di stare sempre a Napoli e pensare prettamente a questo progetto ha fatto sì che questo con passione e determinazione prendesse il volo. Anche il marketing e la comunicazione hanno avuto un ruolo fondamentale, e sono contento che il nostro sentimento sia arrivato a tutti.
Ha in mente di creare anche un cuore rosa a Napoli, una femminile?
È nella nostra volontà e nei nostri progetti avere una squadra femminile in futuro, anche perché lo sport è di tutti. L’idea non è quella di lavorare solo nella città, ma in tutta la metropoli e perché no, nella regione, che ha una gran fame di basket.
Per l’anno prossimo cosa cambierà e cosa resterà?
Ovviamente cambierà il valore di un campionato di sicuro più importante e quindi ci saranno più impegni. Io essendo una persona ottimista non uso il termine difficile, e con il coach e con tutto lo staff tecnico stiamo già al lavoro per attrezzare al meglio la squadra. Lavoriamo congiuntamente con le forze che si sono avvicinate a questo progetto, in primis i title sponsor che sono Generazione Vincente, GLS, Séleco, Banca Regionale dello Sviluppo, Kimbo e Autoscala e molti altri che si sono avvicinati a questo progetto contribuendo in maniera importante.