Qual è la sua attività lavorativa?
Operaio idraulico forestale presso la Comunità Montana “Lambro, Mingardo e Bussento”
Come si porrà la Lega nei confronti dell’area protetta?
Il Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, come la maggior parte delle aree protette istituite in Italia, nasce sulla base di finalità di carattere generale senza una missione specifica. Lo sforzo della Lega, di concerto con tutti gli attori istituzionali e sociali, sarà orientato a fissare obiettivi specifici da perseguire, finalizzati ad accogliere le indicazioni provenienti da tutti i portatori di interesse, cercando di contemperare la preminente esigenza di salvaguardia dell’ecosistema con gli interessi della popolazione residente, in modo particolare delle imprese agricole, degli operatori del turismo e di tutto l’indotto ad esso collegato, in una logica moderna di sviluppo generale dell’intera area geografica interessata.
Quale giudizio da della gestione dell’ente Parco?
Il PNCVD, ancora oggi dopo tanti anni dalla sua istituzione, più che essere visto come un possibile strumento di sviluppo del territorio è percepito dalla popolazione residente come un impedimento all’attività edilizia ed all’esercizio dell’attività agricola, forestale e venatoria. In futuro credo che il Parco debba assumere un ruolo di coordinamento orientato a indirizzare gli Enti Locali ad investire con maggiore lungimiranza sia nell’erogazione dei servizi, che laddove possibile deve avvenire in maniera consociata, sia nella realizzazione degli investimenti che riguardano la realizzazione di strutture, in modo da assicurarne la completa e razionale fruibilità delle stesse. Solo così è possibile evitare che tante opere realizzate possano continuare a diventare cattedrali nel deserto e investimenti persi destinati a rimanere chiuse per effetto degli elevati costi di gestione a fronte della limitata presenza di persone interessate. Non è più giustificato assistere, nello stesso ristretto ambito geografico, alla realizzazione diffusa di piscine, di cineteatri o di svariate strutture sportive e ricreative dello stesso tipo destinate poi alla relativa chiusura. In questo, a mio parere, il Parco può svolgere un ruolo importantissimo di orientamento e di indirizzo. Sebbene molto è stato fatto, molto altro resta ancora da fare per la valorizzazione del patrimonio storico, architettonico, culturale, paesaggistico e ambientale che il territorio del PNCVD presenta. All’importante riconoscimento e rilascio del marchio del Parco, poi occorre incentivare la valorizzazione delle produzioni agricole e alimentari, nonché per l’incremento della fruizione turistica quale volano di sviluppo e di crescita di tutto il territorio.
Quale sono le sue idee i merito al funzionamento della sanità nella provincia di Salerno e in particolare nei comuni dell’agro-nocerino-sarnese che operano nell’area del Parco?
In una provincia vasta come quella salernitana che abbraccia da Sapri all’Agro-Nocerino-Sarnese, una sola ASL non è sufficiente a soddisfare le esigenze dell’intero territorio. Un territorio variegato con problematiche diverse, problematiche legate anche alla viabilità, basti pensare che nell’ex ASL Salerno 3 è difficile anche garantire il raggiungimento dei presidi ospedalieri in tempi brevi, in modo particolare per assicurare l’assistenza per le patologie tempo dipendenti (infarto miocardio, emorragia gastrointestinale ed ictus). È necessaria una più capillare organizzazione sanitaria sul territorio per la cura delle patologie che non necessitano dell’ accesso presso i presidi ospedalieri. Sarebbe opportuno suddividere il territorio in due asl, una che comprenda l’area del parco. Il Covid-19 ha messo a nudo quella che è realtà della sanità campana, ovvero una sanità in grosse difficoltà a causa di carenze di personale medico, posti letto e apparati tecnologici necessari per poter soddisfare un territorio vasto come quello campano. Pertanto è obbligatorio rafforzare il sistema sanitario, investendo in modo risolutivo cosicché la Campania possa essere pronta a qualsiasi evenienza.