1) Signor direttore Dott. Logatto si presenti ai nostri lettori.
Sono un medico di anni 60 che ha operato nell’ambito della condotta medica per 25 anni e quale funzionario medico di U.S.L. (Capo Servizio e Coordinatore Sanitario) per altri 8 anni circa.
2) Lei è la persona più “odiata” a Roccadaspide, non per gli errori commessi da lei ma per ritardi da ascrivere ad altri. Vuole fare una sintetica ed esauriente storia della struttura ospedaliera di Roccadaspide, da chi l’ha voluta ai giorni nostri?
Non ritengo di essere la persona più “odiata” a Roccadaspide per il fatto che sono interessato, come lo sono i cittadini di Roccadaspide, all’apertura dell’Ospedale. L’Ospedale di Roccadaspide è in costruzione da circa 30 anni. La struttura è pressoché ultimata e con i finanziamenti in corso potrebbe in poco tempo essere utilizzata come Presidio Ospedaliero dell’A.S.L. L’apertura, o per meglio dire l’attivazione, dell’Ospedale è legata alla Legge Regionale n.2/94, che nell’ambito del Sistema Integrato per l’Emergenza Sanitaria affida al Presidio di Roccadaspide le funzioni di Pronto Soccorso Attivo.
3) Spieghi ai cittadini cosa impedisce l’apertura dell’Ospedale?
L’apertura dell’Ospedale è di fatto impedita da adempimenti non ancora svolti da parte della Regione Campania, quali l’attivazione della richiamata Legge n.2/94, della pianta organica e conseguente autorizzazione della copertura dei relativi posti. Mi auguro che le competenze regionali vengano attivate al più presto dal nuovo esecutivo che andrà a costituirsi.
4) Lei sa bene che l’Ospedale, per Roccadaspide, non è solo una struttura sanitaria necessaria alle popolazione della Val Calore, ma è anche una risorsa economica per l’indotto che ne deriverebbe. Potrebbe chiarire la destinazione della struttura al fine di tranquillizzare almeno chi ha queste aspettative?
Come dicevo in precedenza, all’Ospedale di Roccadaspide la Legge Regionale affida le funzioni di Pronto Soccorso Attivo. Un Ospedale, sede di Pronto Soccorso Attivo, ha una consistenza di circa 144 posti letto con le unità operative di Medicina, Chirurgia, Cardiologia, Ortotraumatologia, Ostetricia, Pediatria, Anestesia-Rianimazione, Laboratorio Analisi e Radiologia. Una struttura del genera impiega diverse centinaia di unità di personale e può rappresentare pertanto, oltre che una risposta alle esigenze sanitarie della popolazione, anche una possibilità di indotto economico per la zona.
5) È diffusa la convinzione che se si vuole un servizio efficace bisogna rivolgersi al privato; cosa ha in mente per ribaltare questa mancanza di fiducia?
La riforma sanitaria introduce il principio della competizione tra pubblico e privato. Questo impone un salto di qualità nell’offerta di prestazioni da parte della struttura pubblica. Del resto la nostra A.S.L. si sta già movendo in tale ottica.
6) L’utente di un servizio è molto spesso in condizione di inferiorità rispetto alla burocrazia che rappresenta il servizio, il malato-utente lo è ancora di più. Quali iniziative ha intenzione di intraprendere per contrastare questo fatto che causa danni irreparabili nei rapporti dei cittadini con le istituzioni?
La burocratizzazione dei rapporti tra Sistema Sanitario e Cittadino è uno dei problemi più rilevanti da risolvere. Occorre semplificare le procedure di accesso e l’utilizzazione delle strutture sanitarie pubbliche e va agevolata anche mediante l’educazione sanitaria della popolazione. Anche se va sottolineato il fatto che tale compito non sempre è agevolato dalla giungla legislativa del nostro paese.
7) L’ultima domanda riguarda lei, quanto guadagna un amministratore A.S.L., e quante ore al giorno lavora?
L’appannaggio mensile, al netto della ritenuta d’acconto del 19%, è di £7.350.000 per un numero di ore lavorative pari a circa 12-14 al giorno, senza diritto alla tredicesima mensilità ed alle ferie. Non si dà diritto ad altre indennità.
Bartolo Scandizzo