Antonella Casaburi, scrittrice di Vallo della Lucania che con il suo romanzo “Mirari” è stata presente, lo scorso ottobre, al Salone Internazionale del Libro di Torino. A dicembre un’altra partecipazione importante alla Fiera del Libro “Più Libri più Liberi” di Roma.
Dall’ultima intervista, rilasciata ad Unico nello scorso luglio, il suo romanzo e anche la sua attività di scrittrice, si sono contraddistinte non solo in terra locale. Che sensazioni le da tutto questo?
Il mio esordio letterario, “Mirari”, romanzo pubblicato a fine maggio dalla casa editrice Lastarìa in accordo con Delia Agenzia Letteraria, è stato accolto con enorme interesse. Il coinvolgente entusiasmo dei lettori è stato per me fonte di immensa gioia, e mi ha incoraggiata a promuovere senza sosta il romanzo per tutto l’arco dell’estate, in numerosi e diversissimi luoghi del Cilento e Vallo di Diano, giungendo a fare anche tre presentazioni a settimana. Dall’autunno ho iniziato a presentare il romanzo fuori dai confini campani: in Piemonte, dove sono stata anche intervistata da una delle radio più importanti, e nel Lazio, ospite di una tv molto seguita. Incontrare i lettori durante una presentazione e rispondere alle loro domande, o anche comunicare con loro attraverso un’intervista come questa che le sto rilasciando, mi gratifica enormemente e da un significato al mio lavoro di scrittrice.
Ha avuto modo di fare diverse presentazioni anche qui in Cilento, testimonianza del fatto che è possibile, visti i risultati, creare dei canali promozionali ed efficienti per la cultura. Qual è la sua opinione?
Il Cilento è ricco di un enorme e diversificato patrimonio culturale: gastronomico, ambientale, archeologico, museale. Il mio romanzo “Mirari” tocca tutti questi aspetti: tratta dei valori ereditati dai nostri più recenti antenati, fino ad arrivare ai Focei, alle testimonianze archeologiche di Paestum e Velia, al pensiero filosofico di Parmenide e Vico, alla Dieta Mediterranea e ai presidi Slow Food. Tesori preziosi che, tutti assieme, noi cilentani per primi abbiamo il dovere di valorizzare e trasmettere alle future generazioni. Anche per questa ragione ho presentato il romanzo in luoghi tra loro diversi, ma tutti emblema della nostra radicata cultura cilentana: fondazioni, palazzi storici, università, musei, biblioteche, aziende private che producono e trasformano i prodotti cilentani. Di recente, con la riapertura delle scuole, ho iniziato a presentarlo agli studenti: stimolare l’amore per la lettura nei più giovani è quanto di più nobile possa fare uno scrittore. Ritengo che il più efficiente canale promozionale per la cultura consista nel far intervenire gli scrittori anche in luoghi diversi da quelli in cui tradizionalmente si parla di libri, perché gli scrittori sono coloro i quali ‘narrano’, e narrando mantengono viva e vicina la storia di un popolo, quel passato fatto di radici e cultura.
Affinché questi eventi, trovino una continuità, in termini di promozione, ai comuni che hanno ospitato la presentazione del suo romanzo, ha qualcosa da suggerire? Da proporre?
Ho incontrato amministratori attentissimi alla cultura, che si sono fatti primi organizzatori e sponsor delle mie presentazioni. La crisi economica in cui versano alcuni comuni, congiuntamente alla situazione pandemica, rappresenta obiettivamente dei gravi ostacoli alla promozione della cultura, e tuttavia mai una presentazione è stata cancellata. Questo è segno della grande consapevolezza che gli amministratori hanno dell’importante ruolo di promozione svolto dai libri che parlano del territorio. Nel caso di “Mirari”, poi, due ulteriori ragioni inducono gli organizzatori di rassegne ed eventi a coinvolgere il mio libro: il fatto che si tratta di un romanzo, ovvero di un libro di promozione territoriale che utilizza la scorrevole e coinvolgente forma narrativa, e il fatto che, seppure da un lato è un volume definibile locale per argomenti trattati e origine dell’autrice, dall’altro è un testo che desta interesse nazionale per la tematica del viaggio, per l’originale sguardo esterno sul territorio della protagonista romana Giulia, per l’ambientazione, in parte a Roma, e perché gode di visibilità e capillare diffusione garantiti del noto editore Lastarìa. Per rispondere alla sua domanda: ai comuni, che pure svolgono un validissimo ruolo nella promozione culturale, il mio suggerimento è quello di coinvolgere maggiormente le pro loco e le tante associazioni che tutti i comuni hanno. Altro suggerimento è quello di utilizzare come location i luoghi splendidi, eppure mai presi in considerazione per la presentazione di un libro e che ogni comune possiede: penso a piccoli musei locali, a mulini, ai luoghi di culto. Suggerisco di offrire cultura in maniera anche diversa, come ad esempio unire nello stesso evento la presentazione di un libro e la mostra di un pittore, o alternare la lettura dei passi di un libro con l’esecuzione di brani musicali: un’interazione con le espressioni artistiche che amo definire sinergia culturale.
Il suo romanzo “Mirari”, è stata presente al prestigioso Salone Internazionale del Libro di Torino. È sempre un piacere sapere di una conterranea in un luogo che conta. Che esperienza racconta ai lettori, di questa importante partecipazione?
Quando il mio agente letterario e il mio editore mi comunicarono che “Mirari”, il mio esordio, sarebbe stato presente al più importante evento letterario d’Italia, uno fra i più importanti a livello mondiale, la mia emozione è stata incontenibile perché so da sempre cosa rappresenta il Salone Internazionale del Libro di Torino: il Salone è l’ambizione di ogni scrittore. Sai da quel momento di essere entrato a far parte della comunità degli scrittori, perché finché non ‘arrivi’ al Salone non puoi sentirti uno scrittore professionista. E puoi a quel punto dichiararti uno scrittore puro, ovvero qualcuno che fa della scrittura il proprio mestiere. L’impegno è stato enorme, e anche l’attività promozionale è stata intensa in questi mesi. La verità, però, è che qualunque sforzo possa aver fatto io, o il mio agente, o il professionale e sempre presente ufficio stampa della casa editrice, la decisione finale è stata affidata ai lettori. Ed è a loro, ai lettori, che io debbo il mio ringraziamento per l’enorme successo ottenuto da “Mirari”.
Sarà presente anche a Roma, dal 4 all’8 dicembre, alla Fiera del Libro “Più Libri più Liberi”, organizzata dall’Associazione Italiani datori (AIE). La sua casa editrice Lastarìa esporrà il suo romanzo nello stand B71. All’evento saranno presenti ospiti di fama internazionale. Vuole anticiparci qualcosa?
Ho studiato Storia della Critica Letteraria alla Sapienza, e per me, l’evento letterario più importante della Capitale è sempre stato un appuntamento fisso. Ho familiarità con questo evento, e con la città di Roma, che in questi ultimi mesi, sta tornando ad essere la mia seconda casa. La ‘libertà’ è quest’anno il tema della Fiera del Libro. Da un recentissimo comunicato stampa ho appreso che ‘Qual è il libro che ti ha ispirato?’ è la domanda che come scrittori ci sentiremo di frequente porre nei giorni di fiera. Ci sarà poi l’ambiente, altro tema che verrà discusso nelle sale, fra gli stand, in oltre 400 appuntamenti. Lastarìa proporrà il mio libro nel migliore dei modi, altro non posso aggiungere, se non che sarò presente dal 4 all’8, e che saranno giornate fittissime.
In questo momento, sta raccogliendo i frutti del suo lavoro, a luglio ci disse che stava lavorando ad un nuovo lavoro ambientato sempre in Cilento. A che punto stiamo?
Vorrei aprire una parentesi su “Mirari”: avrà un seguito, ma non sarà il mio secondo libro. Quanto al romanzo in uscita, conto di consegnarlo al mio agente letterario entro Natale. Poi, dipenderà solo dai tempi editoriali, anche se spero fortemente di vederlo pubblicato in primavera. A luglio le anticipai che il Cilento sarebbe stato ambientazione della trama, ma non le svelai in che maniera, né in quale tempo. Sarà un romanzo storico in cui si sentirà dentro tutto l’eco di “Mirari”. Inoltre, tenga presente che non ho mai nascosto il mio sconfinato amore per Velia e Paestum, per la lingua latina, così come il mio forte attaccamento alla città di Roma. Dunque non si meraviglierà di sapere, lei per primo, che il mio prossimo libro sarà un romanzo storico ambientato nell’antica Roma, in cui Velia e Paestum avranno la loro indiscussa parte.
Grazie.