Costretti a riscrivere la nostra agenda, la normalità sembra lontana. Così, sospesi poniamo l’attenzione su aspetti che prima dell’isolamento erano normali. Costretti alla reclusione, però, è anche il caso di chiedersi: cosa intendiamo per normale? A quale normalità siamo legati? Forse è impossibile riaverla. Impossibile perché sbagliata anche quella. Sì, perché il coronavirus non ha creato disagi. Non ha creato disuguaglianze. Piuttosto, li ha fatti emergere. Così, alla fine della battaglia, ci saranno sommersi e vinti. E chissà se qualcuno si prenderà cura dei sommersi. Leggiamo di anziani improvvisamente abbandonati, perché contagiosi. Oppure escludiamo che potrebbero avere bisogno di un supporto, prima che economico, psicologico. E poi ci sono i disabili. Prima della chiusura delle scuole, molti di loro potevano recarsi in aula. A vivere quell’atmosfera che solo il continuo vocio dei bambini può rendere. Oggi, anche le loro orecchie avvertono meno le urla di gioia al suono della campanella. E poi, non tutti i minori possono godere di uno spazio all’aria aperta. Per molti di loro il pasto a scuola è l’unico della giornata ad assicurare sopravvivenza. Non tutti sono dotati di un personal computer o addirittura di connessione internet. Così quel filo che sta legando insegnanti e studenti d’Italia diventa sempre più labile.
Poi, ci sono i detenuti. Anche loro stanno vivendo il peso dell’isolamento. Perché sì, se rispetto a noi sono abituati alle restrizioni, forse non riusciranno ad abituarsi all’assenza di un familiare.
Una situazione di emergenza è anche quella delle donne succubi di violenza. Pare che le denunce siano diminuite, ma chiediamoci perché. Le mura domestiche, pertanto, peggiorano le condizioni psicologiche dei soggetti vulnerabili. Così, se la quarantena inizialmente sembrava una vacanza, i suoi traumi si vedranno a breve. Tra qualche mese la bufera potrebbe placarsi. Oppure questo maledetto virus continuerà a vivere fra noi. Ciò che conta adesso è agire. Se al governo spetta farlo con le dovute misure, noi cittadini, rimanendo a casa, abbiamo un compito che coinvolge le nostre coscienze. Paolo Giordano, Nel contagio scrive: «Ho paura dell’azzeramento, ma anche del suo contrario: che la paura passi invano, senza lasciarsi dietro un cambiamento». Potremmo cambiare le cose cominciando ed essere più umani ed empatici, ad esempio.
È ad Anna Caruso, coordinatrice del Piano di Zona Salerno 8, che abbiamo chiesto se i soggetti più fragili della società stanno ricevendo le giuste cure. Così ci ha chiarito quali sono le risorse loro destinate, gli interventi contro la povertà e servizi socio-sanitari.
Quali sono le misure messe in atto data l’emergenza Covid-19?
Il Piano di Zona dell’ambito Territoriale S8 ha attivato un servizio di borse lavoro da utilizzare, nei Comuni dell’Ambito, per fare commissioni (consegna spesa, medicinali, pagamento bollette etc.). A favore di anziani soli e/o con handicap e nuclei familiari in difficoltà. Il servizio è stato preventivato per l’attivazione di 85 borse lavoro per circa due mesi (da n. 6 a n. 2 per Comune, proporzionate in relazione alla popolazione di ciascun Comune). Oltre a ciò, è stata disposta l’erogazione, a favore dei Comuni, di contributi per generi di prima necessità. Si tratta di una misura che – oltre alle necessità ordinarie di chi è già in carico ai servizi sociali – tiene conto anche delle necessità di persone che, per la mancanza di lavoro dovuta all’emergenza, versano in temporanea situazione di bisogno. Tali misure sono state adottate dal Pdz a supporto di quelle attivate dai Comuni (banco alimentare, supporto per la spesa etc…).
Nei territori S/8 si registra un’incidenza di anziani. Il Piano di zona come li sta tutelando?
Per gli anziani, oltre le misure prima indicate, proseguono i servizi di assistenza domiciliare. I quali continuano ad essere garantiti dalle soc. Coop. Sociali. Che a loro volta osservano le misure di protezione individuale, tenendo conto della disponibilità degli ausili necessari per gli operatori.
Continua il Servizio di Home Care Premium (erogato dalle Coop), riservato agli anziani pensionati INPS. Sempre tenendo conto delle esigenze degli utenti e della volontà delle famiglie. In modo da concedere prestazioni integrative e dare loro sollievo.
Mentre per gli altri soggetti più fragili – minori, disabili – cosa si sta facendo?
Per i minori interessati da provvedimenti del Tribunale per i Minorenni continua l’erogazione dei servizi residenziali già assicurati. Particolare attenzione, da parte del Servizio Sociale Professionale, viene dedicata ai nuclei familiari problematici e con presenza di minori. Assicuriamo loro sia il sostegno economico che sociale e psicologico. In particolare, è stato attivato un servizio telefonico di sostegno psicologico per le persone fragili che ne abbiano bisogno. In questo particolare momento di chiusura forzata in casa è necessario sostenerli, in caso di paure o timori per il futuro. Il servizio è pubblicizzato sul sito web del Piano di Zona con indicazione dei numeri di cellulare cui rivolgersi.
Per i detenuti?
Per i detenuti vengono assicurati i servizi ordinari, con interventi del Servizio Sociale Professionale nei casi richiesti.
Le donne vittime di violenza possono contare su un’assistenza?
Il Centro Antiviolenza dell’Ambito S8 non ha mai cessato la propria attività che è proseguita, ininterrotta, anche nei giorni di questa emergenza. Sul sito web del Piano di Zona è presente il numero di telefono dedicato cui potersi rivolgere per le emergenze di violenza di genere.
Qual è la procedura da seguire per chiedere aiuto? C’è un numero di telefono al quale i cittadini possono chiamare?
Gli interventi possono essere richiesti sia contattando i numeri fissi dell’ufficio di Piano – che assicura l’apertura quotidiana con turnazione delle presenze, sia mediante mail o pec. Numeri ed indirizzi sono sul sito web del Piano di Zona. Sul sito, inoltre, sono indicati anche vari numeri di cellulare da contattare all’occorrenza.
Anais Di Stefano