Accogliamo nella redazione del Settimanale Unico il presidente del Mercato Ortofrutticolo di Capaccio Paestum, Vittorio Merola, e il vicepresidente, Pio Ragni, per parlare di quello che è ed è stato un grande punto di riferimento economico del nostro territorio.
Signor Merola, facciamo una breve storia del Mercato Ortofrutticolo di Paestum …
Il nostro mercato è stato realizzato dalla Cassa del Mezzogiorno che, nel 1959, incaricò il Consorzio di Bonifica di Paestum come ente appaltante. La prima struttura realizzata fu la cupola. La recinzione del perimetro fu fatta dal comune tra il 1967-1970, allora commissariato. Il 16 giugno 1973 un’associazione pro mercato aprì il padiglione sotto la cupola, erano 11 ditte. La nostra storia inizia da lì. Anche se il nostro mercato non è riuscito mai ad entrare nel cuore degli amministratori di Capaccio Paestum. Nel 1998 ci adoperammo per realizzare un Polo Agroalimentare, messo a finanziamento nel 2001, l’idea era di collocarlo fuori dal centro urbano per decongestionare il centro e avere più spazi disponibili per l’attività.
Quanti erano all’inizio e quanti sono attualmente i soci e le postazioni all’interno del mercato?
Nel 2000 erano 30 ditte concessionarie, oggi siamo rimasti 17. Bisogna dire che la riduzione del numero degli operatori è un fenomeno che tocca tutti i poli agroalimentari che non sono riusciti ad aggiornarsi. Anche la distribuzione è cambiata in base, non solo alle abitudini di chi acquista, ma anche alle modalità di commercializzazione. I mercati purtroppo sono rimasti indietro.
Cosa ha significato il consorzio per i piccoli agricoltori della piana del Sele?
Un mercato ortofrutticolo svolge un ruolo pubblico in un paese e crea ricchezza allargando l’orizzonte operativo delle imprese agricole. Diversamente da quanto è stato sostenuto in passato da alcuni amministratori. Un tempo, allargare gli spazi di commercializzazione in questo settore significava aggiungere ulteriore reddito all’impresa agricola che riusciva anche a capitalizzare. Oggi, purtroppo, produrre significa indebitarsi. La globalizzazione ha frenato molto le cose sia per quanto riguarda la produzione che per la commercializzazione.
Mentre con le grandi aziende agricole che si servono di una loro filiera commerciale che rapporti ci sono?
La piccola azienda sta scomparendo. Con le grandi aziende i rapporti sono cambiati perché esse hanno una filiera che va dalla produzione alla commercializzazione. In molti casi, hanno un rapporto diretto con i consumatori, per cui il mercato ortofrutticolo è diventato un passaggio inutile. Da noi si forniscono grossisti, piccole aziende, strutture turistiche, negozi che vendono al dettaglio. Oggi i poli agroalimentari devono ammodernarsi in base alla richiesta dei vari mercati oppure sono destinati a vivacchiare.
E il giro di affari del consorzio quanto è grande?
È sceso di molto, attualmente non è superiore ai 20 milioni di euro. Finché non ci sarà un intervento soprattutto a livello strutturale e logistico, scenderà di anno in anno. Solo con una struttura moderna potremo invertire la tendenza e tentare di risalire la china e puntare ad avere grossi risultati.
Da quanto tempo si parla di delocalizzazione, cosa è accaduto e perché?
Nel 1999 siamo stati ammessi al primo finanziamento che venne restituito alla Comunità Europea. Nel 2017 siamo stati ammessi ad un altro finanziamento pubblico per la realizzazione di un polo alimentare moderno, parliamo di circa 40 milioni di euro divisi in due tranche: la perimetrazione del mercato, la realizzazione dei capannoni e l’allestimento della sala di lavorazione e certificazione e una sala espositiva di tutti i prodotti del salernitano.
Era un progetto molto interessante, caduto nel dimenticatoio fino alla scadenza dei termini. Ancora una volta, è stato revocato il finanziamento.
Quanto costò il terreno acquistato dal Consorzio?
Il terreno costò 595.000,00 euro, spesi tra acquisto e spese notarili.
Da quanto tempo il Consorzio Ortofrutticolo ha acquistato il terreno in località Cerro?
Tra 2000 e 2001, quando siamo stati ammessi al 1° finanziamento. In effetti, il primo finanziamento era stato attuato per il polo collocato esattamente dov’è adesso.
Il Comune doveva fare una variazione del piano regolatore poiché il terreno a Cerro era a destinazione agricola. In seguito, chiedemmo e ottenemmo il trasferimento delle risorse sul nuovo sito. Il comune, a questo punto, avrebbe dovuto fare la conferenza di servizio entro sessanta giorni,passarono 18 mesi e perdemmo una grande opportunità!
Attualmente la disputa della proprietà del vecchio mercato tra Comune, Consorzio di Bonifica e Consorzio Ortofrutticolo è stata risolta?
Parlo da cittadino di Capaccio Paestum, non da presidente del Mercato, altrimenti potrei sembrare di parte. È grave che due consorzi così importanti non riescano a venirsi incontro, per il bene dei cittadini. Continuo a dire che la sede del Mercato Ortofrutticolo va delocalizzata, fuori dal centro urbano. La nostra buona fede è dimostrata dal fatto che abbiamo acquistato il terreno dove andrà poi realizzato il polo agroalimentare. Tocca ora all’amministrazione comunale fare un progetto e realizzarlo. La situazione è grave: venti anni di contenziosi, spese sia per il Consorzio di Bonifica che per noi, hanno prodotto solo il risultato che è sotto gli occhi di tutti: l’immobilismo. Allo stato attuale delle cose, c’è stata una sentenza della cassazione che ha sancito che la struttura è stata realizzata dal Consorzio di Bonifica ma attraverso un finanziamento della Cassa del Mezzogiorno che, a sua volta, ha individuato il Consorzio di Bonifica come ente appaltante. Non saremmo dovuti arrivare ad una sentenza di Cassazione, bisognava e bisogna trovare un’intesa per l’interesse del territorio.
Il sindaco Franco Palumbo in uno degli ultimi comunicati stampa afferma che “gli uffici comunali stanno lavorando alla delocalizzazione del mercato ortofrutticolo, in località Feudo-La Pila …”. Siete stati interpellati nel merito?
Noi mettiamo sul piatto la disponibilità a cedere il terreno al comune, sul quale c’è anche già un progetto esecutivo approvato. Ovviamente sarà necessario aggiornarlo alla realtà attuale e questo dovrà farlo il comune.
Va detto che è la prima volta che un sindaco di Capaccio Paestum ha preso parte al nostro Cda per comunicarci la sua determinazione a trasferire il Polo Agroalimentare. Noi stiamo portando avanti questa battaglia da sempre, mi auguro che il trasferimento avvenga. Il Consorzio pone una sola condizione: chevenga progettata una struttura moderna, completa di laboratori dicertificazione e all’avanguardia al pari di altre realtà dove l’agricoltura ha un peso rilevante nell’economia del territorio in cui operano. Altrimenti il Mercato Ortofrutticolo avrà la stessa sorte di altre aziende e imprese territoriali che hanno chiuso come la Parmalat e la Cirio.