Buongiorno Roberto, presentati in breve al nostro giornale.
Sono un imprenditore, blogger e scrittore nato e cresciuto a Vallo della Lucania, nel cuore del Cilento. Oggi vivo tra Milano, Napoli e Roma, mi occupo di strategia, comunicazione e innovazione digitale, e con oltre 6 milioni di follower sui social media nel 2013 sono stato nominato Digital Democracy Leader dal Parlamento Europeo.
Nel 2009 ho creato un blog di opinione satirica che in pochi mesi ha superato i 180.000 lettori al giorno, mentre nel 2011 sono entrato nel Guinness World Record per il maggior numero di commenti ad un singolo post di Facebook (560.000 commenti). Successivamente Greenpeace International mi ha invitato a partecipare alla campagna di protesta “Facebook: Unfriend coal” per convincere il social network ad adottare fonti di energia pulita: l’iniziativa ha raccolto migliaia di adesioni a livello globale, diventando un nuovo Guinness World Record per maggior numero di commenti in meno di 24 ore (80.000 commenti) e convincendo l’azienda di Mark Zuckerberg a sottoscrivere un protocollo d’intesa con l’impegno a rivedere la propria politica energetica.
Con l’arrivo in Europa dell’America’s Cup, i responsabili dell’evento hanno scelto di affidarmi la comunicazione e il marketing delle regate italiane, che sul web hanno raggiunto 740.000 utenti nel 2012 e 1.960.000 utenti nel 2013. Parallelamente, nello stesso anno, la Sperling & Kupfer mi ha offerto un contratto editoriale e nel settembre 2012 ho pubblicato il primo libro, realizzato attraverso una campagna digitale che ha coinvolto oltre 700.000 persone.
Negli ultimi anni sono stato speaker e opinionista, ho tenuto lezioni in 6 università italiane, 81 studenti universitari hanno scelto di analizzare la mia esperienza e quella delle mie aziende nella propria tesi di laurea, e sono stato ospite di numerosi eventi di prestigio internazionale, tra cui TEDx, Eurocity Culture Forum, Meeting di Rimini, World Festival of Youth and Students, Maker Faire, Internet Festival, Crowdsourcing Week Summit, Innovation Day, Google Startup Grind.
Parlaci della tua creatura, DeRev, e anche di Giffoni Hub.
Nel 2012 ho fondato la mia prima azienda DeRev, che si occupa di strategie digitali, crowdfunding e comunicazione sul web e sui social media, riuscendo ad attirare l’attenzione dei più prestigiosi fondi di investimento privati che hanno scelto di investire oltre un milione e mezzo di euro per permetterci di crescere sempre più velocemente. Come raccontato sul sito www.derevworld.com, oggi DeRev opera a livello internazionale con sedi a Milano e Napoli, e si occupa di progettare e gestire l’identità digitale e tutte le attività online di brand e aziende, istituzioni, personaggi pubblici e politici. Nel 2013 DeRev ha curato la campagna di raccolta fondi più grande mai realizzata in Italia (raccogliendo oltre 1,6 milioni di euro per ricostruire Città della Scienza), nel 2014 è stata indicata dalla rivista americana Forbes come piattaforma di crowdfunding leader in Italia, mentre nel 2016 è stata inclusa dalla Commissione Europea tra i 5 principali operatori di sharing economy in Europa.
Giffoni Innovation Hub, invece, è la creative agency – fondata nel 2015 insieme ai miei amici e soci Luca Tesauro, Orazio Maria Di Martino e Antonino Muro – che lavora nel mondo delle industrie creative e culturali e si occupa di realizzare progetti, format ed eventi di innovazione digitale, sociale e culturale in stretta collaborazione con il Giffoni Film Festival. Come ben raccontato sul sito www.giffonihub.com, Giffoni Hub supporta aziende, organizzazioni, istituti scolastici ed enti pubblici nell’elaborazione di strategie e soluzioni creative, e in particolare sviluppa e realizza format educativi, eventi e laboratori rivolti a bambini, teenager, studenti universitari e alle loro famiglie.
Sul tuo profilo Instagram si legge, nella biografia, una frase: “I make my ideas happen”. Ti piacerebbe parlarci del mondo e della filosofia dietro questo tuo messaggio?
La frase che ho scelto per rappresentarmi si riferisce al fatto che ho sempre avuto tante idee in ambiti diversi tra loro – dal cinema al business, dalla politica al digitale, dalla scrittura alla tecnologia – e mi ci sono appassionato al punto da volerle realizzare tutte nonostante le difficoltà. Con il tempo, poi, ho imparato a distinguere le tante idee da lasciar perdere dalle poche intuizioni su cui concentrarmi davvero, riuscendo negli ultimi anni a trasformare queste mie passioni in un lavoro.
Ma non è stata una strada in discesa, poiché per tanti anni ho lavorato sodo e lontano dai riflettori anche quando spesso ero l’unico a credere nelle mie idee. Il risultato, oggi, è quello di aver creato le basi, gli strumenti e una reputazione che mi consentono di vivere delle mie idee, con l’obiettivo di poter realizzare progetti sempre più appassionanti e innovativi che siano in grado di migliorare la vita delle persone.
Quali sono gli errori da evitare e, al contrario, i punti di forza, che un giovane dovrebbe avere per iniziare la propria “rivoluzione” personale e nel mondo del lavoro?
Qualunque sia l’ambito o il settore in cui un giovane vuole costruire il proprio futuro, c’è bisogno di passione, resilienza, determinazione e lavoro ossessivo. L’errore più grande che si possa commettere è quello di aspettare: non bisogna aspettare per viaggiare o per imparare l’inglese, non bisogna aspettare il permesso di nessuno, né che qualcun altro creda nelle nostre idee o nella visione che abbiamo in mente. Soprattutto, non bisogna aspettare di aver terminato gli studi per iniziare ad approfondire, sperimentare, sbagliare e fare le prime esperienze.
Per questo motivo è fondamentale avere fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e competenze, e per fare ciò bisogna affrontare le sfide pensando che non esiste un problema irrisolvibile. Se parti dall’idea che il fallimento non è un’opzione, il resto viene da sé. E a quel punto, vai avanti senza dover aspettare niente e nessuno. Se un giovane vuole creare la propria “rivoluzione”, quindi, il mio consiglio è quello di insistere e lavorare sodo per poter essere artefici del proprio futuro