In esclusiva per i lettori di Unico un’intervista in cui emozione e interesse simbioticamente coesistono per parlare di una spiccata personalità cilentana che si è distinta e ogni giorno si distingue nel panorama culturale italiano: la scrittrice e poetessa Lucrezia Lerro, autrice di numerosi romanzi validamente recensiti dalla critica.
Quali sono le sue origini?
Sono nata al Sud Italia, in un paese alle pendici del Montestella. Quando sono arrivata a Milano nel 2003 ho scoperto che anche per i milanesi c’è un Montestella… Una piacevole sorpresa.
Che scuole ha frequentato?
Prima il liceo socio-psico pedagogico, poi l’Universitá a Firenze.
Perché ha scelto proprio Firenze per frequentare l’Università?
Alle superiori, durante le lezioni di storia dell’arte, spesso l’insegnante ci parlava dell’arte eterna di Firenze.
Ci parla del suo ultimo libro “L’estate delle ragazze” edito da La Nave di Teseo?
“L’estate delle ragazze’’ é un romanzo principalmente d’amore per la scrittura. È una storia tra due scrittori che attraverso le parole costruiscono un legame indissolubile.
Un amore assoluto, di quelli di cui parla Camus. ‘’L’estate delle ragazze’’ pone una sinergia inscindibile tra amore e scrittura, è così anche nella vita reale?
Si, assolutamente. La scrittura è sempre un atto d’amore. È una prova continua di fedeltà.
Lei non solo regala opere letterarie sublimi ma offre anche capolavori nel teatro e in altre arti tra queste ne preferisce qualcuna?
Ogni lavoro é per me un momento di formazione…
Nel 2017, Omignano le ha elargito la cittadinanza onoraria, immagino sia stata felice di questo riconoscimento vero?
Certo, un bel riconoscimento. L’ho apprezzato molto.
Cosa rappresenta per lei la scrittura?
La più grande possibilità di reinventare la vita.
Cosa rappresenta, invece, per lei il Cilento?
Mi piace, mi irrita, mi fa pensare.
Che rapporti mantiene con il Cilento?
Ci vive la mia famiglia e ciò vuol dire esserci sempre.
Ringraziamo, la scrittrice e poetessa Lucrezia Lerro, che gentilmente ha concesso il suo tempo, donandoci un’intervista ricca di stile ed emozioni, perché come sosteneva Helen KellerLe‘’le cose più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore’’.