Presidente, può spiegare ai nostri lettori cos’è la FIAB?
“Fiab è una Federazione che raccoglie ben 160 associazioni e 17.562 associati, che si occupa della tutela dell’ambiente attraverso l’uso della bicicletta”.
Come nasce invece Bicimania Moretti?
“Bicimania Moretti è un’attività commerciale nata dalla passione per la bici e per il territorio.
Sommandole mi sono ritrovato a svolgere un lavoro bellissimo”.
Come collaborano Cilento in bici e Bici Mania Moretti?
“La collaborazione è ben più ampia: include Fiab Camerota; Cilentoinbici ASD e Bicimania Moretti
A Fiab è affidato un ruolo di ricerca e studio del territorio per individuare e valorizzare percorsi;
inoltre sempre Fiab svolge un attività propositiva in merito alla mobilità ciclistica.
La Cilentoinbici ASD con le sue guide cura le escursioni sul territorio, organizza corsi sportivi MTB, insegnando ai piccoli l’uso della bici accompagnato dal rispetto per l’ambiente;in ultimo Bicimania Moretti, che è un’attività commerciale che mette al servizio del territorio e dei ciclisti un noleggio bici e ciclofficina attrezzata, dove meccanici bici lavorano con passione.
Posso dire che gestendo questa attività ho la possibilità di conoscere molte persone e presentare il mio territorio per il quale nutro un profondo amore”.
Come giudica le condizioni delle poche piste ciclabili nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni?
“Preferisco non parlarne visto lo stato attuale di molte piste ciclabili. Probabilmente prima di costruirle bisognerebbe creare una coscienza nei cittadini e anche negli amministratori.
Posso solo raccontare che l’estate scorsa abbiamo curato la logistica di un Biciviaggio della Fiab evitando volontariamente le piste ciclabili per non far osservare il loro stato di abbandono”.
Il Parco è un territorio molto vasto è possibile realizzare un progetto di percorso ciclabile che colleghi tutta la superficie?
“Sicuramente! Basta che la regione approvi un PRMC nel quale siano contenute tutta la progettualità di un triennio. In questo modo le iniziative non risulterebbero realizzazioni a se stanti ma sarebbero a priori raccordate tra di loro. Fiab con il suo coordinamento regionale guidato dalla coordinatrice Titti Vollero, ha intrapreso una lunga battaglia affinché la regione inizi a prendere in considerazione l’approvazione di un piano. A tale proposito il 6 giugno presso il PAN a Napoli ha organizzato un convegno durante il quale la Presidente Fiab Giulietta Pagliaccio illustrerà quanto è stato fatto nelle altre regioni e quanto perderemo in opportunità di finanziamenti se la regione non dovesse organizzarsi”.
La cultura della bicicletta è ormai consolidata nei paesi del Nord Europa, come si può attuare anche qui in Italia?
“Sicuramente favorendo le infrastrutture che permettano la mobilità ciclistica e favoriscono il cicloturismo. Il Nord Europa ha già capito che attuando una politica di sviluppo della mobilità ciclistica avrà un sicuro ritorno economico”.
A parte le infrastrutture e la cultura popolare cosa si può cambiare per far si che gli italiani vadano a lavoro, a scuola, in vacanza in bici?
“Con una politica che favorisca la mobilità ciclistica ed in qualche modo obblighi al comportamento opportuno le istituzioni ed i cittadini”.
Le emissioni di Co2 sono ai massimi storici perché questo messaggio non arriva ai cittadini? E la bici è il mezzo che può rompere questa indifferenza oppure le auto elettriche vanno più incontro alle esigenze?
“Qualsiasi alternativa che tolga auto dalle strade e di conseguenza diminuisca l’emissione di Co2 è da ritenersi valida. Bisogna comunque puntualizzare che la scelta della bici sarebbe migliore in quanto è salutare ed il suo andare lento crea un legame speciale con l’ambiente”.
La Campania è l’unica regione ad avere un solo servizio di bike sharing attivo, a Salerno. Quali sono le ragioni di questa mancanza?
“Sicuramente la causa è da attribbuire alla mancanza di un Piano Regionale Mobilità Ciclistica”.
Lei è una guida MtB, il percorso nella fascia pinetata da Capaccio Paestum ad Agropoli sarebbe adatto a questo tipo di escursioni?
“Lo scempio realizzato con la pista ciclabile da lei citata è certamente un esempio di contributi spesi male: non per il territorio dove sono stati impiegati, che ben si presta, ma per il contesto sociale che andava analizzato. Si tratta di una pista ciclabile inutilizzabile”.