Il 30 aprile, dalle ore 16:30 in poi, si terrà a Valle dell’Angelo, piccolo borgo emblema del Cilento interno, il Vda Music Potlach, che si configura non solo come una manifestazione musicale e culturale, ma come un vero e proprio baluardo di resistenza.
Resistenza contro lo spopolamento, contro la diaspora silente di giovani che prosciuga questa terra brulla e amara, resistenza contro la mancanza di spazi di aggregazione e coesione. Ma è anche un inno gioioso e fiducioso verso la vita, verso il paesaggio placido e verso le sfaccettature multiformi del Cilento interno, non più attore passivo ma valorizzato in ogni suo risvolto. Di tutto ciò abbiamo parlato con Francesco Jonathan Coccaro, entusiasta organizzatore dell’evento.
1) Innanzitutto, la domanda più semplice. O forse la più difficile, dipende dai punti di vista. Chi è Francesco Coccaro e come si presenterebbe a chi lo non conosce?
2) Una domanda che mi frullava in testa da un bel po’. Cosa significa il titolo della manifestazione da te organizzata, “Vda music potlach?”
3) Come hai scelto gli artisti che prenderanno parte all’evento?
4) Cosa pensi della situazione culturale e musicale del Cilento remoto e interno? Resa ancor più critica dalla penuria di mezzi di collegamento e dalle condizioni in cui versano le nostre strade.
5) Resistere e restare: chi lo fa, è un coraggioso o uno sprovveduto?
1)Bella domanda! Per gli amici e nella quotidianità sono sempre stato Jonatan, mio secondo nome. Un ragazzo spigliato, intraprendente, sorridente, un compagnone insomma. Una persona che ama organizzare, creare, accogliere e viaggiare. Un sognatore!
In ambito lavorativo sono Francesco, la parte meno “pazza” e più professionale di me. Una persona umile e ambiziosa, che ama svolgere il proprio lavoro con il sorriso e nel migliore dei modi.
2) Il VdA Music Potlach nasce da un’idea di un appassionato gruppo di giovani cilentani, vogliosi di iniziare un’esperienza che mettesse in connessione diverse realtà associative di diversi paesi del Parco Nazionale del Cilento.
Come succedeva fra le tribù degli indiani del nord-america, è apparso subito evidente che il migliore degli incontri dovesse essere celebrato da una manifestazione musico-culturale, con cadenza annuale, che assumesse un valore rituale.
Il significato del termine “potlach” è legato all’idea di reciproco scambio, sia di beni materiali sia di idee e conoscenze. Da qui la voglia di puntare sull’interscambio culturale per valorizzare i luoghi del Cilento interno che resiste, favorendo l’unione fra persone attraverso la libera diffusione della musica e dell’arte.
3) I gruppi vengono da generi diversi e sono per lo più espressione di diverse esperienze associative e culturali di diversi paesi del Cilento. Il mio criterio di scelta fondamentalmente non è nient’altro che la voglia di suonare e farsi conoscere di giovani gruppi. In sostanza quello del VdA è un palco aperto, una vetrina per gruppi di diverso genere ed estrazione. In molti stanno iniziando a proporsi .In più ogni anno, scegliamo uno o più gruppi che non siano cilentani, per non chiuderci al mondo e dare la possibilità agli artisti locali ma anche alla comunità di conoscere e confrontarsi con realtà musicali e culturali diverse dalla loro.
4) Lo dice la domanda “remoto”. Più che le nostre strade, quello mi spaventa è il continuo fuggire di tutti i giovani, che in cerca di lavoro inesistente, sono costretti ad abbandonare ogni forma artistica, non solo musicale, che invece potrebbe essere un input importante per il nostro territorio anche a livello economico. Il talento non manca, ma il talento da solo, non serve. Servono spazi di aggregazione giovanile, come il VdA, dove i talenti possano, come in una palestra, perfezionarsi e migliorare. Non esistono sale prove, ma soprattutto sono sempre meno i locali e i festival dove si possa suonare. Le manifestazioni più importanti danno slancio ormai a band o artisti già rinomati. L’assenza di persone nei paesi spesso porta i piccoli locali a non fare più musica live, a causa delle spese che sono sempre più ampie e dei rientri che sono quasi inesistenti.
5) Coraggioso! Quasi un folle. Come diceva Erasmo da Rotterdam: “Solo i folli e gli innamorati riescono a trovare la strada del Paradiso”.