Il sorriso bambinesco di Enzo Luciano trae in inganno chi non lo conosce. Può sembrare un giovane con poca esperienza ed incapace di assumere posizioni dure e di prendere decisioni difficili. Ma basta guardarlo negli occhi per capire che è un uomo determinato, cosciente della propria forza e navigato abbastanza nel mondo della politica. Lo incontro a margine di un convegno sullo “Sviluppo delle zone interne” organizzato dalla Pro Loco di Roscigno (riferiamo a parte su questo giornale) e lo sorprendo con la prima domanda.
Prof. Luciano, quante cariche ricopre attualmente? (Scuote la testa ma non si sottrae) Sono Sindaco di Aquara e da questa carica discendono tutte le altre. Rappresento la comunità del Parco nel comitato direttivo, Vice Presidente dell’UNCEM (Unione delle Comunità Montane) regionale, rappresento l’Ente Parco nella FEDERPARCHI nazionale e faccio parte della Giunta nazionale con la delega ai problemi del lavoro nei Parchi. Queste le cariche istituzionali.
E quelle di partito?
Ho ricoperto l’incarico, fino a qualche mese fa, di responsabile Enti Locali nella federazione provinciale del D.S. Oggi sono membro del Direttivo provinciale.
Quindi una lunga esperienza politica?
Sì, che si consolida nel tempo, formatasi alla scuola del P.C.I. napoletano. In particolare, alla scuola di Amendola, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e a cui faccio ancora riferimento nell’azione politica di tutti i giorni.
Facciamo un bilancio come Sindaco di Aquara.
Sono al secondo mandato. Il primo si è caratterizzato per recuperare il ritardo accumulato nel nostro comune, sia nelle opere strutturali sia nella ricostruzione sociale. Per il futuro vorrei lanciare due iniziative forti. La prima si pone come obiettivo il rilancio economico di Aquara. Il nostro è un paese che ha come risorsa il fiume e la costituzione del “Centro lontra”, già appaltato; e che doterà il paese di un’area protetta che attirerà il turismo didattico e scolastico con un forte indotto nella zona di Mainardi, vicina al fiume Calore, uno dei fiumi più puliti d’Italia! La seconda si sta concretizzando in questi giorni: il Centro Sociale. Anche da noi emerge l’esigenza di dare risposte al crescente disagio giovanile: e per questo dotarsi di una struttura che dia spazio e disponibilità ai giovani di Aquara (e, perché no?, anche a quelli dei paesi vicini) lo ritengo un segnale forte di attenzione verso le nuove generazioni, senza trascurare gli anziani. Il Centro sarà intitolato a S. Lucido, patrono di Aquara e nostro concittadino.
A proposito del fiume. C’è sempre questa grande esigenza di comunicazione tra le due sponde proprio nella zona di Mainardi. Come stanno le cose?
Credo che sia necessaria la realizzazione di questo ponte. E, come ho avuto modo di verificare, è già inserito nel progetto della Fondovalle Calore. Ovviamente il progetto deve essere eco-compatibile e si deve integrare con le iniziative citate.
La stessa cosa vale per la Fondovalle, ovviamente?
Sì. Lo stesso ragionamento per la Fondovalle. Il fatto è che ancora si è restii ad attivare tutte le sinergie utili. Penso che sia impossibile che quest’opera si possa fare senza un confronto ed una solida collaborazione tra Comuni, Provincia, Parco e Regione.
Parliamo ora del Parco. A che punto siamo con il piano socio economico?
Bene, posso comunicare che siamo in una fase veramente decisiva per il nostro lavoro al Parco. Il Piano Socio-economico è pronto ed è stato già presentato in via preliminare. Nei prossimi due mesi avremo il documento definitivo. Questo piano è fatto dalla “Comunità del Parco”, cioè con il contributo determinante dei comuni.
E il Piano del Parco?
Entro settembre contiamo di presentarlo pubblicamente ai cittadini del Parco. Anche qui è stato fatto un lavoro di prim’ordine con professionisti eccellenti. E’ stato costituito un ufficio di piano che rimarrà patrimonio dell’Ente e del Parco. Sarà un punto di riferimento per tutti gli operatori pubblici e privati che dovranno amministrare ed investire nel territorio del parco.
A proposito di professionisti! Oggi siamo qui per la presentazione di un progetto di due giovani architetti. Molti altri ce ne sono nei nostri paesi. C’è un canale, un punto di riferimento a cui possono rivolgersi per presentare progetti, idee e dare disponibilità?
Sotto “l’ombrello” del Piano del Parco queste progettazioni possono trovare la giusta collocazione. Ma ritengo che siano gli Enti che sono sul territorio che, consorziandosi, diano forza propositiva a questi progetti, valorizzando così anche i giovani professionisti. Il Parco ha definito la cornice, adesso tocca a tutti noi dipingere il quadro. Il progetto di oggi, per esempio, se fosse fatto proprio dai comuni interessati, con la disponibilità delle banche e con l’attenzione dell’ente Parco potrebbe essere un esempio di come, dalla base, possa formarsi una proposta concreta.
Recentemente ci sono state polemiche sulla capacità di spesa dell’Ente Parco. Vuole chiarire?
Si è fatta un po’ di confusione. I dati su cui è nata la questione si riferiscono ad un periodo, prima del ’98, quando il Parco era inesistente come struttura organizzata ma comunque arrivarono le risorse da parte del Ministero e quindi di una liquidità di cassa sproporzionata. Oggi siamo in grado di spendere e abbiamo impegnato oltre 60 miliardi di lire in progetti già appaltati nell’ultima programmazione. Comunque siamo impegnati anche a migliorare la nostra capacità di comunicazione e informazione che faccia giungere al territorio quanto viene fatto.
Anche sull’approvazione del PRUST ci sono state difficoltà. A che punto siamo?
Le difficoltà sono state superate. Il progetto è stato finanziato. L’”Ospitalità da Favola” è ai blocchi di partenza ed è anche una parte sostanziosa del P.I.T. (Piano integrato Territoriale) regionale. Abbiamo anche qualche polemica tra le due anime che amministrano il Parco: quella amministrativa e quella più ambientalista. La prima più attenta agli aspetti strutturali, la seconda a quelli conservativi. Con questo progetto si è trovato il giusto equilibrio.
Ogni volta che si esaurisce una discarica si è in emergenza. Cosa si può fare per avviare a soluzione il problema dei rifiuti?
Il Parco sta sollecitando già i consorzi a fare progetti per mettere in moto il meccanismo di raccolta differenziata, congiunto al risanamento delle discariche abusive. Su questo specifico punto ci sono specifici finanziamenti. Poi c’è un progetto legato agli L.S.U. (lavoratori socialmente utili) che speriamo di utilizzare in modo efficace in questo settore. Pensiamo alla costituzione di società miste o cooperative di lavoro che collaborino. Solo la selezione a monte dei rifiuti può aiutare uno smaltimento più economico per i cittadini e più conveniente anche per le Amministrazioni che, da un po’ di tempo, sono costrette ad aumentare le tariffe del servizio che prevede il trasporto a discariche sempre più lontane!
Quindi una prospettiva di un lavoro vero anche per gli L.S.U. Quanti sono quelli a vostro carico attualmente?
Dagli oltre 600 che erano, oggi sono 456. Questo è il progetto più grosso tra tutti quelli che sono previsti nell’ambito del Parco. Si vuole fare impresa vera e quindi lavoro vero! Il Parco, Italia Lavoro e i Sindacati sono impegnati in modo serio in questo progetto, non possiamo fallire.
Un’ultima domanda la faccio al politico. Nella Valle del Calore il D.S. è quasi inesistente. Come pensate di risollevarne le sorti?
Inesistente non direi. Indubbiamente stiamo passando un momento difficile. Soprattutto nell’area Alburnina c’è la tendenza ad una gestione privatistica della politica. Con la scusa di gridare alla fine dei partiti si fanno strane alleanze di governo dove vive la logica più del club di amici che del progetto politico. Nei prossimi giorni dobbiamo porre mano al rilancio del Centro Sinistra nella nostra area dandogli una prospettiva di Valle e Provinciale.
L’intervista finisce qui. Enzo Luciano riprende il suo posto in tribuna e riprende il suo ruolo (o per meglio dire, i suoi ruoli).