“In viaggio con papà”. Ma non stiamo parlando di Alberto Sordi e Carlo Verdone in macchina lungo l’Italia, come nell’omonimo film. Né della classica organizzazione a weekend alternati dei genitori separati. Bensì, semplicemente, di padri e figli che scelgono di andare in vacanza da soli. Mentre la mamma, felice e forse un po’ ansiosa, si prende un break, gli uomini di casa partono per un weekend o una settimana armati di tenda e sacco a pelo. Una tendenza in crescita che vede esperienze analoghe moltiplicarsi in più parti d’Italia.
Un break dalla routine
Figlia della voglia di recuperare un rapporto sfilacciato per mancanza di tempo e volontà. L’iniziativa è dei padri, decisi a prendersi un break per scoprire (o riscoprire) figli quasi sconosciuti, spesso dati per scontati nella routine casa, lavoro, compiti. Spesso lo spunto è un’esigenza personale, un’esperienza anonima raccontata su Facebook. E nel giro di poco, da un gruppetto di amici con la prole, si arriva a un centinaio di adulti e bambini in trasferta, al punto che i posti non bastano a soddisfare tutte le richieste.
In tenda con arco e frecce
È successo con “Papi Camp”, organizzato nel trevigiano da un’idea Massimo Cecchin, elettrauto con un passato da scout: alla terza edizione, i 90 posti disponibili sono andati esauriti in una settimana. “L’idea era quella di portare fuori i nostri figli, far conoscere loro la natura da vicino, stare insieme in modo più intenso. E così abbiamo fatto: armati di archi, frecce e fionde, dormendo sotto una tenda in collina, lontano da tecnologia, playstation e comodità. Più tempo per noi, per loro, per conoscerci in modo diverso”.
La mamma in visita solo di domenica
La prossima volta il campo (per papà con figli dai 3 anni in su) si terrà in una fattoria, dove i bambini ormai troppo urbanizzati (per questa edizione si sono iscritti anche da Monza) impareranno a fare la ricotta e a dare da mangiare a mucche e capre. “Stavolta di domenica abbiamo invitato anche le mamme: in fondo i figli sono fieri di dimostrare come si sono arrangiati, come ce l’hanno fatta anche senza di loro”.
Il ruolo del padre che fa scoprire il mondo
L’idea è utilissima, parola di esperta. “In questi anni si è persa l’idea della diversità di funzioni tra i due genitori: classicamente la madre vista come accoglienza, calore, rassicurazione e il padre come aiuto alla scoperta del mondo in modo ludico, attraverso il fare”, spiega la psicoanalista junghiana dell’Aipa Caterina Tabasso. “Esperienze di questo tipo soddisfano questa esigenza, mentre le donne, che sono passate dal fare alcune cose al fare tutto, finalmente possono riposare”. Tabasso però ci tiene a chiarire un punto fondamentale: “I ruoli non dipendono dal sesso, l’essenziale è che nella coppia ci siamo i due aspetti, calore e scoperta del mondo: l’accogliente può essere il padre e il lato ludico esseregestito dalla mamma”.
Un rapporto da ricreare
Nicola Rovetti, insegnante di educazione fisica e docente universitario di Scienze motorie a Verona, sposato con due figlie grandi, non è stanco di insegnare e condividere (come fa da tempo sul suo sito www.ginnastica naturale.it). Anzi, ha deciso di allargare la sua esperienza ad amici e sconosciuti, per aiutare i genitori a tornare a parlare con i figli, e questi ultimi ad accrescere la fiducia in se stessi. A giugno si parte per la montagna, tra gli organizzatori anche il pedagogista Alessio Ongaro. Accanto alla pratica, c’è un’approfondita analisi dei perché, delle strategie utili a recuperare un rapporto di fiducia tra padri e figli, ma senza nulla togliere al divertimento.
Cucinare e arrampicarsi sugli alberi
L’esperienza è rivolta a papà con bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni. Dice Rovetti: “Allestire il campo base, montare le tende e preparare il fuoco, cucinare insieme insegna a collaborare, cercando soluzioni condivise. Raccontarsi, ascoltare gli altri parlare delle loro giornate, serve a guardarsi allo specchio per capire cosa non va e cosa c’è da cambiare nel rapporto col proprio figlio”. Tutto può essere utile: pulire la cucina, per imparare a prendersi cura degli spazi di vita e svolgere compiti che spesso i maschi a casa rifiutano (adulti compresi). Ma anche arrampicarsi sugli alberi in sicurezza, per conoscere le proprie emozioni, sperimentare la fiducia nell’altro, riconoscersi capaci di affrontare il rischio.
E alla fine i figli vanno da soli
Sono esperienze che spuntano come funghi, ma resistono e crescono nel tempo. È il caso di un gruppo di genitori di Bardolino, nel Veronese, tra i primi a muoversi, che ha da poco festeggiato i dieci
anni di vacanze per soli padri e figli a Courmayeur. Per loro è stata l’ultima volta: ormai i ragazzi sono cresciuti, hanno imparato ad andare per il mondo da soli. Ma sono pronti a lasciare il posto a una nuova generazione di figli in viaggio con papà.
Fonte: La Repubblica (www.repubblica.it)