Di Antonio Pecoraro
Una serata all’insegna del ricordo e della memoria di Lucia Panascì: presentazione del Libro “Riusciremo ad andare oltre” pubblicato l’anno scorso dall’Ed. Plectica e cerimonia conclusiva per la realizzazione di un pozzo nel villaggio di Méme in Costa D’Avorio intitolato a Lucia Panascì.
Poetessa, fotografa, critico d’arte, attivista nel sociale e agitatrice politica. Credente, fervente cattolica, ma anche rivoluzionaria. Lucia era tutto questo, e forse molto altro: Sembra ieri quel giugno 2012 e la sua lotta al referendum sull’acqua pubblica: ne scaturì un fantastico spettacolo in piazza della Basilica a Paestum per sensibilizzare la gente sull’acqua bene comune. Adesso il tema ritornerà in sua memoria: il bene così inestimabile, l’acqua di un pozzo, prezioso soprattutto nei paesi africani, porterà il suo nome in uno sperduto villaggio africano dando vita a centinaia e migliaia di esseri umani. La serata si è svolta all’insegna dell’ascolto e della commozione. La maestosità, la voce attoriale di Bruna Alfieri a declamare i versi dell’opera di Lucia seguite da musiche originali composte per un futuro spettacolo teatrale in memoria della poetessa.
Le parole e la testimonianza intimistica e familiare di Rita Petrocelli. L’impegno di Lucia nel sociale e sempre a favore degli ultimi. Il ricordo di Teresa sua madre. E la sua tragica dipartita appena due mesi dopo la morte di Lucia.
La lezione spirituale dai gesti e dalle testimonianze del dott. Mallamaci, medico ma non solo, sarebbe riduttivo definirlo soltanto medico, medico missionario sicuramente – uno che arricchisce con i suoi gesti e le opere a favore dei poveri, non soltanto la terra di missione, l’Africa, ma anche il suo territorio, e non soltanto Capaccio ma l’intera provincia. Ci ha raccontato in modo capillare “la guerra” che combattono genitori e figli in Costa d’Avorio ed altri paesi subsahariani dove un secchio d’acqua vale quanto un camion di diamanti. Cacao – diamanti, beni preziosi depredati dalle multinazionali europee lasciando povertà nei paesi produttori. Noi come paesi occidentali ed europei dovremmo interrogarci su questo, altrimenti poi se ci troviamo popolazioni intere che spingono alle porte di Lampedusa non dovremmo lamentarci. Luoghi dove la vita umana vale meno di un centesimo di euro. Acqua, pace e cibo: L’Africa cerca questo, nient’altro. Lasciare un rubinetto aperto dovrebbe farci riflettere a volte. Ed interrogarci nel profondo.
Rocco è il papà di Lucia: un legame indissolubile: la voce spezzata dall’emozione, il ricordo della sua figliola attraverso le parole impresse sulla prece, il suo testamento spirituale, i ringraziamenti – mi ha fatto immaginare un filmino girato vent’anni prima ad otto mm. Quelli che sono deposti nei cassetti di ogni famiglia. La memoria congelata al tempo della felicità che non ritornerà più. “Il pozzo farà in modo di ricordare Lucia per sempre” – ne siamo tutti concordi. E non di mura d’acqua e cartone ma di malta e pietre questa volta.
Padre Constant Atta Kouadio, missionario in Costa D’Avorio: ha narrato la sua esperienza italiana, il rifiuto della comodità di una parrocchia italiana, il ritorno alla madre terra, e poi, migranti e rifugiati, il tema del momento.
L’Assessore Marilena Montefusco ha ricalcato l’importanza del patrocinio del comune. E ce ne fossero di opere del genere, l’Africa ne ha bisogno per davvero.
Tutti erano concordi a ringraziare anche Cristian Iannone – la sua abnegazione, l’anima della manifestazione, quello che col suo sudore e la sua regia ha voluto a tutti i costi questa presentazione – manifestazione.
Il cielo di Corleto Perticara (dove Lucia riposa nella terra dei suoi avi) si tingerà di azzurro/acqua e sotto quel terreno qualcuno brinderà con i compagni di cimitero. Dei bambini danzeranno, in un remoto villaggio, per giorni attorno al loro pozzo della vita, e noi col volto serio e inquieto, ma soddisfatto e le lacrime agli occhi penseremo che si può fare ancora di più. Dobbiamo. La nostra Lucia, poetessa dello sguardo nel profondo ne sarà felice.
“Perché c’è un solo cielo per tutto il mondo” diceva Roul Follerau.