Di Alberto Di Muria
Andropausa è un termine coniato per indicare il naturale esaurimento delle capacità riproduttive maschili in età avanzata. Questo neologismo richiama la menopausa femminile, anche se il suffisso “pausa” mal si addice al declino delle capacità procreative dell’uomo. Mentre nella donna, infatti, la menopausa è un processo ben definito, per l’uomo non possiamo parlare a tutti gli effetti di vera e propria “cessazione” delle capacità riproduttive; piuttosto, l’andropausa andrebbe descritta come un processo parafisiologico, quindi per molti aspetti normale, che si manifesta con estrema variabilità nella popolazione.
L’ineluttabile fenomeno dell’invecchiamento si accompagna ad un progressivo calo dei livelli sierici di testosterone.
Le principali manifestazioni dell’andropausa sono le modificazioni fisiologiche dell’attività sessuale, con rallentamento della fase eccitatoria e dell’erezione; riduzione della rigidità penica; calo della libido e della fertilità, riduzione dell’intensità orgasmica e del volume dell’eiaculato, allungamento del periodo refrattario. Fortunatamente oggi sono disponibili diversi farmaci, molto famosi, per superare le difficoltà erettili.
Poi ci sono modificazioni delle varie attività corporee, con aumento della massa adiposa a discapito di quella muscolare, riduzione della densità ossea con maggiore suscettibilità alle fratture, ginecomastia (eccessivo sviluppo della mammella maschile), pelle più sottile e diminuita o arrestata crescita dei peli, calo delle energie e del senso di benessere, anemia, insonnia o altri disturbi del sonno, depressione, riduzione della concentrazione e dell’autostima. E’ bene ribadire che questi sintomi sono per molti aspetti assolutamente fisiologici e in genere solo in parte sostenuti dal declino dei livelli di testosterone. La terapia è di tipo ormonale.