Di Alberto Di Muria Nella quasi totalità dei casi, quando il naso sanguina è un problema legato alla fragilità dei capillari presenti nella parte anteriore del naso. Sono rari i casi in cui si tratta di un segno di malformazioni o di altre patologie, ma non per questo andrebbero sottovalutati. Bisogna stabilire la ripetitività del fenomeno, l’età e il tipo di paziente e se la perdita di sangue dal naso è un problema comune ad altri familiari. Scartate le ipotesi più gravi, si può procedere su strade diverse. Nella maggior parte dei casi sarà sufficiente prendere delle misure per ridurre la vulnerabilità dei capillari, evitando, ad esempio, di sostare in ambienti domestici o casalinghi troppo secchi oppure, se il medico ravvisa una mucosa asciutta e un’area screpolata, potrà consigliare al paziente creme emollienti da applicare regolarmente sulle pareti interne delle narici per ripristinare una idonea protezione ai capillari. Ci sono condizioni in cui le epistassi, le perdite di sangue dal naso, sono molto abbondanti e ripetute. A causarle possono essere malformazioni congenite, generalmente ereditarie, come le teleangectasie, che sono caratterizzate da minuscole malformazioni arterovenose che espongono a continue emorragie. Infine è bene ricordare che anche i farmaci possono essere causa di perdita di sangue dal naso: i pazienti adulti e anziani che sono in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti sono naturalmente più esposti al rischio di rinorragie se la loro mucosa si presenta già vulnerabile per l’età. Quando si verifica un episodio di epistassi si deve tentare di controllarlo comprimendo esternamente, per un tempo variabile dai 5 ai 10 minuti, la narice dalla quale fuoriesce il sangue. La testa deve essere leggermente piegata in avanti. In farmacia sono disponibili pomate o tamponcini che possono essere utili nei casi più significativi e ricorrenti
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