Quando si arreda casa da zero o la si ristruttura, è fondamentale riflettere sul posizionamento dei punti luce. Per riuscire a dare spazio a un’atmosfera d’impatto, è fondamentale partire studiando le peculiarità della luminosità di ogni singolo ambiente domestico.
Sulla luminosità delle stanze di un appartamento influiscono anche i colori delle pareti e dei mobili. Pertanto, nel caso in cui si vada a vivere in una casa non ammobiliata, è fondamentale considerare questo fattore prima di decidere come arredare i vari ambienti. Ovviamente è preferibile optare per prodotti di qualità e in quest’ottica gli arredi made in Italy di Viadurini.it, e-commerce tra i più forniti del settore, possono rappresentare una soluzione adatta a varie tipologie di appartamenti.
Dopo questa doverosa premessa, possiamo entrare nel vivo dei consigli che è opportuno seguire per gestire al meglio la collocazione dei punti luce.
Come collocare i punti luce: consigli fondamentali
Come già accennato, la collocazione dei punti luce nell’ambito di un ambiente domestico – attenzione, la suddetta definizione si può utilizzare anche per gli interruttori e gli invertitori – dipende innanzitutto dalla posizione degli elementi d’arredo.
Ecco perché, prima di considerare la loro disposizione, è bene avere le idee chiare su quella di mobili e complementi.
Con la piantina delle varie stanze ben arredate, è essenziale ragionare in ottica di equilibrio. Non devono esserci zone buie, ma neppure aree caratterizzate da un eccesso di luce, che potrebbe risultare molto fastidioso per chi fruisce dei vari ambienti.
Il calcolo dei punti luce
Passiamo ora al calcolo dei punti luce, uno step che ha un ruolo cruciale ai fini del comfort nelle varie zone della casa. Per illuminare al meglio ogni ambiente, bisogna ragionare considerando come base di partenza il punto luce centrale – il classico lampadario o la plafoniera per le case arredate con un mood più moderno – e da lì valutare, a seconda delle funzioni della singola stanza, le altre scelte.
Il numero specifico dipende dalle caratteristiche del singolo ambiente e da come lo si utilizza. Nel caso della camera da letto, per esempio, è necessaria un’illuminazione stratificata che associ luce diffusa – una plafoniera al centro del soffitto va benissimo – a illuminazione localizzata in corrispondenza dei comodini.
Se si ha intenzione di valorizzare particolari dettagli dell’arredamento – per esempio un quadro – si può optare per quella che, in gergo tecnico, è conosciuta come illuminazione d’accento. Come concretizzarla? Rimanendo con il focus sugli interni moderni e minimal, ricordiamo i vantaggi del LED, soluzione elegante e, come ben si sa, ideale per risparmiare.
Un altro punto luce che ha il suo perché in camera da letto è la lampada da terra, che può essere chiamata tranquillamente in causa nelle ore serali al posto della luce sul soffitto.
Cosa dire, invece, del numero di punti luce ideale in un ambiente come il living, ormai il più vissuto della casa? Che anche in questo caso è opportuno orientarsi verso l’illuminazione stratificata. Essenziale, ancora una volta, è la luce diffusa, da affiancare a corpi illuminanti con luce diretta. Qualche esempio? Le applique da fissare al muro, perfette per regalare la giusta luce all’angolo lettura.
Nell’ambito dell’illuminazione stratificata di un soggiorno moderno, hanno il loro perché pure i faretti a LED, apprezzati anche per il fatto di essere esteticamente essenziali.
Le sospensioni, invece, sono una scelta molto apprezzata per illuminare il piano del tavolo.
Quando le si colloca, è fondamentale considerare la distanza tra la luce e la sopra menzionata superficie. Se possibile, non si dovrebbe andare sotto i 60/70 centimetri.
Concludiamo parlando della cucina, contesto dove è fondamentale puntare su una luce intensa – parliamo di un ambiente dove è nodale esaltare la funzionalità – e predisporre dei punti luce diretti sui piani di lavoro.