Una mattina lo scoppio d’una bomba atomica nel poligono di sperimentazione nucleare, a Kurciatov (Ex Urss) investì Zima, al 4° mese di gravidanza. Dopo cinque mesi, a Znamenka il 12 gennaio 1979 nacque Berik Sydykov, un bambino senza occhi nel volto orribilmente deturpato dalla neuro-fribimatosi. Dopo 16 anni, un medico italiano, Renato Josca d’Albanella, chirurgo maxillo-facciale, seppe della sua esistenza, mise in moto la macchina della solidarietà nazionale e internazionale, e con una serie d’interventi, prima a Zurigo e poi a Battipaglia (Sa), gli ridisegnò un viso dalle linee più armoniche e gradevoli. Solo gli occhi, Berik, non avrà mai, e resterà cieco per sempre… Il ragazzo Kazaco, per la convalescenza, accompagnato dalla mamma e da un interprete è venuto ad Albanella, ospite al ristorante “Garden Club” di Mario Conforti, accolto, e come adottato, dalla comunità civile, oggetto della più squisita e affettuosa solidarietà dei giovani del Paese. Ad Abanella il piccolo Kazaco ha sorriso, per la prima volta dopo 16 anni, e si è aperto alla vita, e forse a un futuro meno fosco. Questa storia dolorosa e toccante, padre Candido Gallo, cappuccino, ha raccontato nel libro “Dal Kazakistan ad Albanella Berik, 16 anni… E poi la luce”. Vuoi aiutare Berik? Acquista il libro di Padre Candido, gli introiti sono interamente devoluti a curare Berik ed altri come lui. Il libro si può richiedere al GARDEN CLUB di Albanella, tel. 0828-788041.
ALBANELLA PER BERIK
Domenica, 8/2/98k, al Garden Club va in scena la presentazione di un libro. La sala è gremita, gente in piedi, molti i “forestieri”.
Alla tribuna personaggi di primo piano: un assessore, Gaetano ricco; il sindaco, Renato Josca; l’autore, un frate cappuccino Candido Gallo, accompagnato da padre Carmine Aldisei; una professoressa, Lorenza Rocco; un direttore didattico, Enzo Fresolone; un vice ambasciatore, Olgiass Sulimenov; moderatore, Romano Paolo, giornalista de “il Mattino” che ha saputo dare un certo ritmo ai vari interventi.
Tutti ad Albanella per il piccolo Kazaco!
“Albanella fa bella figura negli annali dei comuni d’Italia”, basta così poco per promuovere il nome di un Paese.
La professoressa ha conquistato, con le sue belle parole, alla causa di Berik, molti lettori: grazie a lei molti, che hanno comprato il libro come atto di solidarietà, correranno a casa a leggerlo. Ha letto dei passi significativi e ha inchiodato le persone a un rispettoso silenzio con la forza della sua appassionata esposizione: i libri esistono in quanto sono letti. Bravissimo anche Rino Rinaldi, un giovane che ha declamatola preghiera di Berik guardando il suo volto, da esso sembrava trarre ispirazione la sua voce calda ma sferzante. È toccato a Mago Merlino, il Dottore Renato Josca, raccontare la storia di Berik e mostrando le foto dell’intervento chirurgico ha fatto rivivere in modo “crudo”, ma realistico, il dramma del dolore di questo giovane. Un applauso liberatorio ha salutato la fine del racconto e della visione!
L’Ambasciatore ha narrato la tragedia del suo sfortunato paese che è conosciuto per due “poligoni”: il primo quello da cui partì il primo uomo per lo spazio e il secondo quello dove i Russi hanno, per quarant’anni, sperimentato le loro bombe atomiche.
Non è mancato il saluto in dialetto cilentano fatto con una canzone del Dottore Aniello De Vito, “Se vuoi conosce’ l’anima di chesta terra antica”. Siamo entrati per fare la carità e siamo usciti più ricchi dentro. Non tutti però!
Bartolo Scandizzo