I funerali che hanno scandito l’addio di Franco Palumbo a questo mondo si sono svolti lungo un itinerario che ha voluto significare un cammino a ritroso verso i luoghi che lo hanno visto protagonista della sua lunga stagione di impegno politico oltre alla vita professionale e privata spentasi a 54 anni.
In primo luogo, lunedì 18 marzo, la salma è stata composta nella sua residenza capaccese in via Sandro Pertini in Capaccio Paestum, dove è stato ininterrotto il flusso delle persone che hanno voluto portare l’estremo saluto all’ex sindaco arrivato dalla Chora di Paestum con l’ambizioso proposito di riuscire dove tanti suoi predecessori avevano fallito: traghettare la città dei Templi nel terzo millennio. In questa fase le persone più vicine a lui sono stati i collaboratori e le persone che lo hanno accompagnato nell’ultima avventura prima politica e poi umana.
Il giorno successivo, il 19 marzo, il feretro ha preso la strada che porta a Giungano dove la famiglia e i suoi concittadini hanno potuto stringersi a lui in un abbraccio durato fino al mattino del 20 quando una folla composita era ad aspettarlo davanti al comune dove, nell’aula consigliare, è continuata la processione di uomini e donne che non hanno voluto far mancare un loro segno di cordoglio all’indirizzo dell’ex sindaco e della sua famiglia.
Sotto un pioggia sottile, con il paese listato a lutto cittadino, sono state centinaia le persone che hanno riempito le ordinate stradine nel borgo che per anni è stato amministrato da Palumbo. Sono le stesse strade in cui tanti di noi sono stati accompagnati personalmente da lui durante la bella manifestazione che esalta la “pizza cilentana” che ogni estate accoglie migliaia di persone. Ritornano alla mente i modi dell’uomo, l’orgoglio del sindaco, la simpatia dell’amico …
Il giorno delle esequie è stato anche il momento del raduno di volti di gente comune che ha voluto rendere omaggio all’uomo che non si è mai sottratto all’incontro e al saluto sapendo trovare sempre parole dedicate e non di circostanza.
La cerimonia dell’estremo saluto ha visto sfilare i suoi colleghi carabinieri, in servizio e a riposo, e le altre forze dell’ordine colorando con le loro divise una giornata grigia e uggiosa. Già alle 9:00 del mattino, quando la salma è arrivata in comune, la chiesa, dove erano prevista la cerimonia religiosa un’ora dopo, era piena di persone raccolte in preghiera.
Il corteo funebre partito dalla piazza antistante il comune si è mosso lentamente per raggiungere la chiesa. Dietro al feretro decine di sindaci accorsi da tutta la provincia fasciati nel tricolore a partire da Giuseppe Orlotti attuale sindaco del paese. Anche molti Capaccesi hanno risalito la strada che da Spinazzo porta verso le Gole di Tremonti passando per la spianata dove campeggiano decine di capannoni industriali nella zona Pip fiore all’occhiello delle amministrazioni da lui guidate.
Non sono mancati gli imprenditori che hanno investito nel paese posto sotto la “Pietra incatenata” perché lì hanno trovato spazio fisico e agibilità d’impresa. Per non parlare dei tanti che hanno acquistato casa per vacanze e tanti altri che hanno aperto piccole e accoglienti strutture ricettive.
Si tratta di un mondo che si sentirà orfano di un intraprendente uomo che ha interpretato la funzione politica in modo originale puntando più alla pratica quotidiana dell’esercizio delle sue funzioni amministrative che ad una visione elitaria del potere.
Non ci è dato sapere quanto abbia influito sulla degenerazione della sua avventura politica di Franco Palumbo il malore che lo colpì alla fine del 2017 e l’intervento chirurgico che ne seguì. Nemmeno è possibile pensare che le ultime vicende che lo hanno costretto a lasciare la carica di sindaco anzitempo abbiamo accelerato la sua fine di uomo.
Una cosa è certa: la sua storia di uomo e di amministratore ha lasciato il segno su tantissime persone che lo hanno incontrato e conosciuto sulla loro strada e questo lo si intravedeva nei visi straniati dei tanti suoi collaboratori presenti ai funerali. Il ricordo di momenti vissuti con lui che faranno più strada nella mente di ognuno di noi per trattenerlo ancora un po’ nei nostri pensieri sarà la migliore espressione di quello che è stato.
Mentre, l’abbraccio corale che gli hanno riservato le comunità di Capaccio e di Giungano in questi tre giorni di addio è stato un’ottima espressione di umanità che sa andare oltre le contrapposizioni della vita per lasciare spazio alla pietà per una vita perduta prematuramente.