La pandemia di COVID-19, all’inizio del 2021, in Italia, ha ormai portato molti settori in seria difficoltà. Chi ha più accusato la crisi economica dovuta al virus è, di certo, quello del turismo. A farne le spese sono sicuramente i bellissimi spazi nella zona del Cilento che, come in molti altri luoghi turistici della penisola, hanno riscontrato un netto calo delle entrate derivanti proprio da questo settore così proficuo e redditizio. E come dar torto alle attività che basano la loro vita sulle visite dei “forestieri”.
Il territorio cilentano è un latifondo molto ricco di località assolutamente impedibili da visitare.
Il Cilento, per turisti ed escursionisti è indubbiamente più che un luogo, ma un’esperienza unica nel suo genere poiché questa terra offre di tutto dal punto di vista naturalistico. Dal mare con acque cristalline, alle montagne con vedute da mozzafiato, ai parchi e i boschi ricchi di flora e di fauna (nel Parco Nazionale del Cilento si contano al 2003 circa 600 segnalazioni di specie, oltre che censite circa 1800 specie vegetali e 25 habitat).
Boschi e foreste, forse a volte lasciate in sordina dai turisti, se non dagli amanti delle escursioni, offrono, oltre ovviamente ad un indiscusso ed oggettivo spettacolo verde, una storia. Se vogliamo un piccolo pezzo di storia del nostro pianeta.
Abbiamo le Gole del Calore (situate nella Valle del Calore), una serie di cinque profonde incisioni scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore Lucano. Ebbene passeggiando lungo le rive del fiume Calore, si ha la possibilità di attraversare quello che è l’incredibile Ponte di Pietra Tetta, ponte in pietra naturale che, a seguito di una frana, si formò secoli fa. Il ponte è formato da enormi massi incastrati l’uno sull’altro e sospesi a pochi metri dal fiume. Attraversarlo è davvero un’esperienza unica.
Alle porte del comune di Rofrano la Forra dell’Emmisi, nascosta nel bosco di cerro e ontani, scavata dal fiume Mingardo che ha prodotto, nei millenni, una spettacolare gola lunga circa 500 metri. La Forra appunto. Caratterizzata da numerosi specchi d’acqua di variabile profondità, incastrati tra pareti rocciose alte 30 metri. Alla Forra è possibile accedere da un sentiero escursionistico lungo circa 1,5 km che parte in prossimità del ponte sul fiume Faraone, a 1 km dal comune di Rofrano o ancora possiamo parlare della foresta di Vesalo, un magnifico polmone verde nel cuore del Parco Nazionale.
Un piccolo excursus questo per sottolineare come il binomio Cilento-natura sia vitale anche e soprattutto ai fini turistici. Le persone amano questa terra poiché il Cilento piace ai social che pullula di pagine dedicate, ha un appeal non indifferente, tanto da entrare, in decima posizione, nella “Travellers Choice 2021”, classifica di TripAdvisor dedicata ai parchi più apprezzati d’Europa. Senza dimenticare che il Parco è, dal 1998 Patrimonio dell’UNESCO.
Il verde cilentano è, quindi, uno di quei beni fondamentali da sfruttare per la ripresa economica.
In questo quadro gli abitanti, e soprattutto i proprietari di attività, puntano (e sperano) a rialzarsi anche in virtù del piano Recovery Plan, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
Il PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021, è un documento che stabilisce le misure che dovranno essere attuata in Italia per quanto concerne il programma Next Generation EU, definita come la grande occasione per lo sviluppo dell’Italia. Il Piano, per il rilancio dell’Italia, poggia su un totale di 210 miliardi di euro.
Tra le sei missioni del testo del Recovery Plan è presente, infatti, la “rivoluzione verde e transazione ecologica” che, entrando nel dettaglio dei contenuti del testo riportati dall’ANSA, per rendere l’Italia migliore dal punto di vista ecologico ed energetico, sono previste piste ciclabili, rimboschimento e gestione del ciclo dei rifiuti (oltre poi alla proroga del superbonus fino a fine 2022 e fino al 2026 per i territori colpiti da eventi sismici).
Del totale dei 210 miliardi di euro impegnati dalle sei missioni del Recovery Plan, 144,2 finanziano nuovi progetti, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a progetti in essere, la cui conclusione verrà accelerata grazie alle nuove risorse.
È lapalissiano, dunque, che per il rialzo di un così importante bene come può essere lo spazio cilentano (e non solo), cui il nostro Paese è provvisto, debba essere curato e preservato, sfruttando al massimo le potenzialità e i fondi di questo Piano Nazionale per la ripartenza dell’Italia in questo periodo storico.
Andrea Della Rocca