A chi lo ascoltava attentamente,nella sala “Italia” di Castel dell’Ovo,sembrava proprio che Yoram Gutgeld -il più ascoltato consulente economico del premier Matteo Renzi- stesse per concludere così:”Il problema del Mezzogiorno non è di qualcun altro,ma tutto vostro”. Poi,in zona Cesarini,la correzione con “tutto nostro”. Ma è rimasta la sensazione di una sostanziale indifferenza verso le condizioni in cui si trovano vaste aree meridionali. Sensazione che è diventata certezza quando,il giorno dopo,il ministro Padoan non ha esitato a spiegare perché,chi sa per quanti anni,il Mezzogiorno avrà meno fondi e subirà più tasse (“in vista non c’è alcuna politica speciale”). Interpretazione malevola del pensiero di chi presiede il Ministero dell’Economia?. Basterebbe vedere come sono andate le cose nell’ultimo decennio,ma si potrebbe andare anche più indietro:Sud sempre più a Sud perfino di se stesso, fino ad arrivare allo “sprofondo rosso” di oggi.
Davvero qualcuno può pensare che la parte meridionale della provincia di Salerno sia rappresentabile come un’isola felice, in un contesto simile?.Dal Cilento,al Vallo di Diano agli Alburni, occorre riorganizzare le forze e renderle più produttive inserendole in un circuito più virtuoso. Alcuni segnali che riguardano quest’area sono contraddittori. La Regione Campania punta molto sull’agroalimentare.Vuol far dimenticare “la terra dei fuochi “e tutto l’armamentario che l’ha preceduta e che ancora l’accompagna (discariche,siti di compostaggio,termovalorizzatori).
Ha varato un piano per portare le eccellenze alimentari fino in Svezia e,particolare non di secondaria importanza,ha realizzato un “focus” tutto dedicato alla Dieta Mediterranea. Il punto debole,però,è che della delegazione che andrà a Stoccolma non sembra esserci nemmeno un sindaco dell’area che si vuole fa conoscere. Il presidente della “nuova”provincia salernitana era troppo “affaccendato” in altre “faccende?”. Nel frattempo,guarda caso,Luciano Pignataro (di questa materia collaudato esperto) lancia l’allarme secondo cui la Dieta Mediterranea “viene mangiata dalla crisi”:con il cibo spazzatura e le merendine che prendono il posto di verdura,frutta e pesce. Infine,sempre su questo argomento,a Paestum si dichiara che il professore americano Ancel Keys appartiene ormai al passato.
Ma c’è dell’altro. Dove “nasce” il denaro e che uso se ne fa. Ci piaccia o no,siamo figli di una “troika” (ma senza avere come padre il grande Omero…).Scherzi a parte,tutto è in mano della Commissione europea,della Bce e del Fondo monetario internazionale
(Juncker,Draghi,Lagarde).L’analisi che viene dalla sala “Italia” di Napoli è lapidaria:”La metà dei crediti concessi alle imprese nel Sud Italia sono incagli o sofferenze”. Allora:il problema passa per l’Europa e a noi ritorna.
Il Governo che abbiano è all’altezza del compito?. L’ardua sentenza Manzoni la lascerebbe ai posteri. Diceva però Giulio Andreotti :“Noi siamo i posteri di noi stessi”. Diciamo che è bene tenere sospeso il giudizio,anche se la ristrutturazione delle grandi banche di credito popolare suscita non poche apprensioni. Si metterà mano anche alle medie e piccole,si vorrà porre un limite alla agibilità del credito cooperativo?. Finora la strategia vincente ,o la filosofia operativa,è stata quella di lasciare il denaro là dove viene raccolto:il territorio che solidarizza con se stesso. A trarne oggettivamente beneficio sono state le famiglie,le attività professionali e le imprese che,da “nane” potevano crescere perché trovavano più facilmente i supporti necessari.
Nella visione eduardiana della vita, “denaro chiama denaro” sempre che si abbia la volontà di crescere. Ma anche Papa Francesco non considera più il denaro “lo sterco del diavolo”. Anzi,sempre però che alla base ci siano vincoli di solidarietà ,di sussidiarietà e una reale sinergia. Non è certo il caso di parlare -per il Cilento,il Vallo di Diano e gli Alburni- né di un unico gruppo bancario né di un cartello. Ma l’idea di un coordinamento o di un comitato,qualunque sia la natura e la dimensione di chi gestisce il credito,probabilmente non è da scartare. E visto che il Sud è un problema nostro,questo potrebbe essere un buon punto d’avvio o di ripartenza.