A tutti è capitato, capita e capiterà nell’arco della vita di ospitare parenti e/o amici o di essere ospitati da parenti e/o amici andati via da questa Terra per trovare una risposta alle proprie ambizioni. C’è chi è andato via per scelta e chi per forza. C’è chi si è allontanato di poco, di pochi chilometri, attratto dalla città (Salerno). C’è chi si è allontanato un pochino di più, attratto dalla metropoli (Napoli). E c’è chi è andato oltre la Regione Campania, fermandosi a Roma o salendo più su fino a toccare quel Nord che lambisce il mondo intero.
Ciò che voglio approfondire e condividere con voi, cari lettori di Unico, è il malessere di chi va via da questo disgraziato e tormentato SUD. “Il SUD, o lo si ama o lo si odia” è il titolo che ho voluto dare a questo articolo. Tra amici e parenti crescendo ho notato, in maniera sempre più evidente, che generalmente chi va via da questa Terra finisce irrimediabilmente con l’odiarla. Si nota nei discorsi, negli atteggiamenti, nelle sottolineature, tutte perentoriamente negative, tutte rivolte a denigrare un SUD che a loro dire è sempre stato “SUD” e non si risolleverà mai. “…Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate”… diceva Dante Alighieri nell’Inferno, Canto III della Divina Commedia.
C’è chi è andato via per scelta e chi per forza. Nel corso dei decenni molti sono emigrati al Nord perché al Sud c’era la fame. Tantissimi sono emigrati in Brasile, in Venezuela. Me lo racconta mio padre che poi aggiunge la sua esperienza: “Dopo aver rifiutato il Venezuela perché troppo lontano secondo mio padre, a luglio del ’58 arrivò l’Atto di richiamo dalla Germania, a quel tempo serviva il passaporto e bisognava pure superare la visita per dimostrare di essere forte di costituzione”.
Molti sono andati via per migliorare la propria esistenza e poi sono rientrati in patria per amore della propria Terra. Sono tornati dai propri familiari ed hanno costruito la casa dei loro sogni. Chi ama il SUD se ne allontana ma poi vi ritorna.
D’altro canto ne conosco tanti che sono andati via e che non hanno nessuna intenzione di tornare. Sono cresciuti al SUD ma sentono il SUD come una matrigna, una matrigna che li ha abbandonati, una matrigna che li ha maltrattati, una matrigna appunto. Altrove hanno trovato un lavoro dignitoso e un futuro radioso, altrove sono riusciti a costruire una famiglia e una casa. Il SUD è come se li avesse scacciati, altrove hanno trovato accoglienza, anche se all’inizio è stato difficile per tutti ambientarsi ed integrarsi.
Mi rendo conto che è difficile amare un territorio da cui si è sentito il bisogno di andar via. È difficile amarlo fino in fondo anche per chi rimane. Il fatto è uno solo: se ti allontani da un posto e dopo pochi giorni ne senti il forte richiamo e se al riavvicinarti ti senti felice, forse vuol dire che quel posto lo ami. A me è capitata questa cosa pochi giorni fa quando sono stato in vacanza in Piemonte dai miei cari, sorelle, cognati, nipoti e pronipoti. Questo forte richiamo l’ho avvertito sulla mia pelle. Sono sensazioni! Non possiamo farci nulla! Il SUD, o lo si ama o lo si odia.