di Antonella Citro
“Il processo: dalle Aule di Giustizia alle Redazioni Giornalistiche” è il titolo della manifestazione promossa dal Rotary Club Sala Consilina – Vallo di Diano e patrocinata dal Comune di Sala Consilina che ha avuto luogo sabato scorso nell’aula magna della scuola primaria di Via Matteotti a Sala
Consilina. L’evento moderato da Giuseppe Blasi giornalista e già Direttore Tg3 Regione Campania, è stato voluto, soprattutto per ricordare l’Avv. Prof. Alfredo De Marsico nel trentennale della scomparsa. Dopo l’introduzione di Giuseppe D’Amico, Presidente Rotary Club Sala Consilina-Vallo di Diano e il Saluto di Francesco Cavallone Sindaco di Sala Consilina, sono interventi Raffaele Della Valle Avvocato del Foro di Monza, Antonio Manzo Giornalista inviato Speciale de IL MATTINO. Con questa iniziativa il Rotary intende riproporre alle nuove generazioni la figura e l’opera di un Uomo, di un “un grande Maestro della scena della vita” (così lo definì Eduardo De Filippo nel corso di un incontro presso il Palace Hotel di Bari nel gennaio del 1975) che ha lasciato tracce indelebili nel campo della politica, degli studi, dell’insegnamento universitario e dell’avvocatura. Con questa iniziativa il Rotary ha cioè voluto ricordare il Maestro nel suo paese natio e riproporre la figura e l’opera di un Uomo, di un “un grande Maestro della scena della vita”. Avvocato di grandissimo spessore, oratore di successo, giurista di fama, politico impegnato nella vita pubblica e in Parlamento, come dirigente del partito fascista non ci pensò due volte a intendere e a denunciare colpe gravi e delitti, Alfredo De Marsico, è stato uno dei protagonisti principali del XX secolo. “Vogliamo dedicare questo convegno alla figura del grande Maestro De Marsico – ribadisce il Presidente e giornalista D’Amico- abbiamo parlato di un argomento impegnativo e forse ai tempi di De Marsico non molto sentito perché i giornalisti erano pochi. Per quanto attiene l’argomento: l’Italia è uno strano Paese nel senso che vuole assicurare la trasparenza e garantire privacy dei cittadini ma questo non sempre è possibile perché c’è un filo invisibile che lega questi due argomenti”. “Oggi è difficile fare il mestiere del giornalista – afferma Giuseppe Blasi- perché è travolto dalle notizie e saper trovare la notizia giusta non è facile. Compito del giornalista è saper trovare la bussola per ogni notizia. Importante è raccontare i processi che devono avvenire nelle aule di tribunale ma che avvengono spesso e volentieri nei telegiornali e in tv, tenere insieme le due realtà, saperle tenere per mano significa andare incontro alla verità. Internet ha democratizzato la notizia, ha dato la possibilità di arrivare a una verità possibile non assoluta. Quando sopraggiunge la presunzione dell’individuo di voler raccontare a tutti i costi prima degli altri o meglio degli altri delle cose allora si corre il rischio di fare invasione di campo e non di trovare la notizia vera”. “Se il giornalista non ha gli strumenti giusti se li deve creare necessariamente con lo studio e approfondimento – ha detto invece Antonio Manzo- è diventata molto delicata la cronaca giudiziaria. Io l’ho fatta per diversi anni. Oggi c’è un handicap di partenza: la velocità dell’informazione che nell’opinione pubblica può essere condanna anticipata rispetto a una lunghezza del processo penale che può perfino evolversi in una sentenza di assoluzione. Trasferire i processi dalle aule di giustizia ai talk show televisivi è molto rischioso”. L’avv. Raffaele Della Valle, noto per tanti processi tra cui il processo Enzo Tortora di cui è stato il legale, ha raccontato commosso proprio la sua esperienza vissuta a contatto con questo caso clamoroso. “Non si può venire a Sala Consilina e non parlare di Alfredo De Marsico – ha riferito- parlare del Grande Maestro già mi commuove perché ho avuto modo di lavorare con lui e apprezzare le sue stupende doti di preparazione e rigore morale. Il problema media giustizia è molto complesso e delicato. Attualmente il combinato disposto media e uffici inquirenti, costituisce deterrente pericoloso sia per le sorti del processo che per la democrazia per cui occorre vigilare, stare attenti e intervenire a livello legislativo non già per frenare la stampa ma per poter meglio disciplinare il rapporto in modo che l’indagato non venga stritolato dai media”.