Stato e antistato sono due parole grosse ripetute più volte nel corso della lunga giornata di Francesco Russo, prefetto di Salerno, arrivato nella Valle del Calore per sottolineare con la sua presenza la conclusione dell’azione coordinata dei carabinieri della compagnia di Agropoli e del servizio veterinario regionale per stroncare l’annoso fenomeno degli animali vaganti. Si trattava di una piaga che ha vessato per anni l’agricoltura di montagna in un’area di circa 800 ettari compresa nei comuni di Aquara, Castel San Lorenzo e Felitto.
Decine di animali non schedati e microcippati immessi nell’area che spadroneggiavano senza controllo con rischi sia per possibili contaminazioni di capi regolarmente registrati e controlla, per certe intrusioni nelle aree coltivate e altrettanto certe possibili macellazioni clandestine con carne venduta al dettaglio senza alcun controllo veterinario.
La visita del prefetto prevede tre tappe coordinate tra i sindaci dei comuni interessati all’operazione: Antonio Marino di Aquara, Giuseppe Scorza di Castel San Lorenzo e Carmine Casella di Felitto.
Ad accogliere l’alto rappresentante dello stato nella provincia di Salerno è il sindaco Marino, molti sindaci della Valle del Calore, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Agropoli, cap. Fabiola Garello, i presidenti della due comunità montane, Alburni e Calore Salernitano, gli operatori della protezione civile e rappresentanze di carabinieri in congedo ed ex combattenti.A coordinare l’aspetto logistico è Enzo Luciano che come un gran cerimoniere sposta sedie, scandisce i tempi degli interventi, porta in primo piano gli ospiti di riguardo, ammicca ai suoi concittadini, verifica i microfoni …
Marino sottolinea che è la prima volta che un prefetto fa visita ai tre comuni e no perde l’occasione per rivendicare che in poco più di un anno dal suo insediamento, sono state tante altre le “prime” volte per Aquara:il Rettore dell’università di Salerno, l’attivazione di visite specialistiche nell’ambulatorio comunale, la presenza della Rai, la tappa finale della Transmarathon del Parco, la riscoperta che Ettore Fieramosca fu “padrone” di Aquara e Mignano Montelungo …
Senza dimenticare quello che per gli aquaresi è molto più che un patrono: San Lucido, un beato fatto in casa! Per il sindaco di Aquara, che è anche fondatore e direttore della Bcc di Aquara, non può non citare la banca che ha saputo farsi strada nell’intera provincia pur partendo da una piccola realtà delle aree interne. “Non è la paura del tarlo che ci deve impedire di piantare il bosco” conclude Marino augurandosi che la politica deve includere per abbattere la faziosità che impedisce di andare oltre la frammentazione.
Intanto la piazza, divenuta un’agorà in cui hanno trovato posto gli ospiti e i cittadini, si è riempita e la platea si è ricongiunta con gli astanti davanti ai bar ed ai negozi situati lungo le strade che vi confluiscono.
Arriva il turno di Giuseppe Scorza, sindaco di Castel S.L. ricordando che ci troviamo in un angolo di territorio a volte trascurato ma l’azione risolutiva del problema degli animali vaganti può e deve diventare un segnale forte e chiaro nei confronti di chi, per bassi interessi personali, depriva le comunità del diritto di vivere in pace.
Questo fatto deve risvegliare il sentimento di speranza per il futuro e relativamente ad altri problemi atavici delle aree interne. Perché solo affrontando di petto anche le altre problematiche che attanagliano il territorio i sindaci potranno ridare dignità della carica di primi cittadini e alla fascia che vestono nelle occasioni importanti. Un tempo la Valle del Calore era la vigna e l’uliveto della provincia, oggi anche l’agricoltura di qualità soffre a causa di errori fatti nel recente passato ai quali insieme potremo mettere riparo. Scorsa ringrazia Agreste, della prefettura di Salerno e Caputo responsabile della struttura veterinaria regionale che hanno coordinato l’operazione che ha “ripulito” l’area dagli animali “erranti” immessi abusivamente nei pascoli dei comuni e, soprattutto, per evitare che carni non certificate arrivassero sulle tavole dei consumatori con gravi rischi per la salute.
Il sindaco di Felitto, Carmine Casella, nel ringraziare il prefetto Russo gli riconosce il merito di “saper guardare negli occhi l’interlocutore e se promette mantiene la parola data”.
Quando prende la parola il prefetto Russo la piazza è gremita, l’attenzione è viva e, in qualche modo, invita il rappresentante dello stato ad andare oltre un discorso di circostanza relativo all’operazione conclusasi con soddisfazione di tutti nonostante le difficoltà dovute alla normativa vigente nel settore silvo-forestale.
Russo da atto agli amministratori che sono stati capaci di mettere da parte la conflittualità endemica che impedisce di unirsi di fronte a problematiche comuni per fare rete e spingere le autorità competenti ad agire in sinergia con il territorio.
infatti, Caputo e Agreste, unitamente alle forze dell’ordine, hanno colto la spinta venuta dai sindaci e hanno lavorato con l’obiettivo dichiarato di dare una soluzione definitiva al problema con la consapevolezza e l’orgoglio di fare il proprio dovere per difendere le prerogative della comunità di cui si fa parte.
Russo conferma a Marino che lo aveva sollecitato sull’argomento, che anche nella Piana del Sele adottando lo stesso metodo per la Valle del Calore, sarà istituito un tavolo permanente di lavoro per affrontare le dinamiche delinquenziali che stanno vessando la aziende agricole che seminano, raccolgono e confezionano prodotti di 4^ gamma destinati al mercato in Italia e all’estero. Russo si sofferma anche sull’ineludibile problema dello spopolamento che colpisce le aree interne indicando, anche in questo caso, la necessità che i sindaci, supportati dalle comunità che amministrano, superino la logica dei campanili. Infatti, solo unendo le forze si possono avere più idee e anche più risorse per portarle davanti a chi deve assumere decisioni operative per risolverle.L’operazione sugli animali vaganti dimostra che si può fare!
A questo punto la cerimonia ufficiale si può considerare conclusa e “carovana”, composta da sindaci, forze dell’ordine al seguito del prefetto e pochi curiosi, si muove diretta a Castel San Lorenzo dove è attesa presso la Cooperativa Val Calore, oggi nuova Valcalore.
Lungo la strada, il prefetto fa sosta presso l’azienda D’Urso che realizza macchine destinate soprattutto ad essere utilizzate nel lavoro agricolo. Russo si sofferma a lungo con Alberico D’Urso, il fondatore dell’azienda, che lo informa su come nel tempo si è sviluppata la storia aziendale.
Precedo il “corteo” nella gloriosa “Cantina sociale”. Il luogo un tempo pullulava di gente che si affacciava per capire a che punto erano i preparativi per la vendemmia, oggi è deserto. Gli uffici chiusi e grandi silos destinati a raccogliere l’uva conferita dai soci o a far fermentare il mosto svettano inutili verso il cielo azzurro di settembre.
Ad attendere il prefetto c’è Michele La Vecchia, presidente della Nuova Val Calore che nel recente passato ha raccolto oltre 400.000 euro per tentare di dare un futuro possibile all’antico progetto.
Scorza e La Vecchia racconteranno al prefetto che, dopo aver investito le risorse per acquisire la struttura oggi sono in difficoltà a trovare le risorse per la ripartenza. Diranno anche che sarà necessario allargare la base sociale per immettere nuova linfa nelle vene esauste del progetto che farebbe bene sia agli investitori sia all’agricoltura dell’intera Valle del Calore. Mai come in questo caso l’unione farebbe la forza!
Non sappiamo cosa il prefetto può fare in questo caso! Ma ogni tentativo per raccogliere intorno al “capezzale” della gloriosa Cantina Sociale” non può che fare bene.
Infine, Russo è arrivato nell’oasi di Remolino di Felitto. Qui il prefetto ha potuto rendersi conto che c’è spazio per andare oltre la già bella realtà turistica legata al settore escursionistico e ambientale. La bellezza delle Gole del Calore e la possibilità di abbinare le attività all’aria aperta alla possibilità di gustare prodotti tipici di qualità indiscussa, come il fusillo di Felitto, non può non aver fatto venire la voglia al massimo esponente dello stato in provincia di fare tutto il possibile per sindaci e cittadini nel percorso virtuoso di aggregazione indicato come metodo per fare bene e meglio gli interessi delle comunità della Valle del Calore.