Riflettiamo tutti insieme un momento, su cosa è successo da quando è apparso il virus sulla scena del mondo. Non solo sta portando un contagio che non accenna a diminuire, con un numero di morti, che ogni giorno aumenta in modo così esponenziale, da spaventare anche le statistiche e da farci quasi abituare a un triste bollettino di continui decessi, impietoso nella sua drammatica evidenza. Il virus, non solo ha cambiato il nostro modo di vivere, perché ha fatto venire meno i contatti con le persone a noi più care, ma ha messo in ginocchio la capacità degli Stati di far fronte a una crisi sociale ed economica, così vasta e spaventosa, da non riuscire, per ora, ad avere la possibilità di poterla contenere. Il virus sta togliendo, alle persone di una certa età, anche la più flebile speranza, di poter ritornare a quella vita che, per tanti anni avevano vissuto, sta facendo conoscere alla generazione giovanile, una situazione di crisi che non aveva nessuna radice nella loro immaginazione e sta mettendo molti giovani difronte a una realtà, che va ad intaccare il loro futuro. Ma la cosa piu grave che il virus ha provocato in ognuno di noi, è un danno immenso alle nostre coscienze, quasi da far inaridire i nostri sentimenti, più profondi, perché ci stiamo tutti abituando a dover contenere le nostre affettuosita’ e ciò mortifica la libertà dei nostri intimi affetti, perché sono prigionieri di qualcosa che sfugge anche alla nostra volontà e non riesce più a dare alle nostre azioni, quel senso di gioia e di gaiezza, che la vita ci ha donato e che sta solo a noi trovare il modo giusto di farlo venire fuori. Questo è il tempo della carestia dei sentimenti, perché la mancanza di stimoli e di occasioni, per poterli dimostrare, sta portando il treno della nostra esistenza a deragliare da quel binario che era stato sempre la stella polare del nostro pensiero, ossia quello di donare amore ai nostri cari e di ricevere affetto dalle persone che hanno un grande significato nella nostra vita. Questo è anche il tempo del buio culturale, che non aiuta certo a generare lo stimolo alla conoscenza, indispensabile e necessaria nel percorso della nostra esistenza.
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