Mi presento all’incontro con il mio interlocutore, Antonio Palmieri, per impegnarlo nel secondo confronto di questa nuova “edizione” della rubrica che chiamammo “Alter & Ego”.
Allora ritenemmo di riportare i resoconti dei confronti sotto “mentite spoglie” che non ingannarono nessuno tra i tenti che ci conoscevano.
In questa “tornata” abbiamo deciso di rendere palese che si tratta di discussioni su argomenti di attualità tra due amici che, da quando trasferimmo la sede del nostro giornale da Roccadaspide a Capaccio Paestum proprio ospiti delle tenuta Vannullo, non hanno mai smesso di vedersi: ogni occasione è stata buona per dibattere sugli argomenti di attualità politica, economica e sociale.
Arrivo nell’ufficio del “presidente”, così tutti lo chiamano, con l’idea di concentrare la discussione su un solo argomento …
Palm: “Sono d’accordo! Infatti, trattando molti argomenti va a finire che non ne approfondiamo abbastanza nessuno.”
Bart: “Allora propongo di parlare del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) …”
Palm: “Mi metti in difficoltà in quanto del PNCVDA ho notizie frammentarie e poco recenti.”
Bart: “Allora sei la persona giusta per fare il punto, in primo luogo, sulla capacità dell’ente parco di comunicare al proprio interno ciò che fa e come si è sviluppata la sua azione nel tempo recente.”
Palm: “Ho difficoltà anche ad individuare i suoi limiti territoriali … per esempio il comune di Capaccio Paestum è nel perimetro dell’area protetta?”
Bart: “Una parte. Include il monte soprano e i Crispi. Ma sono tanti i comuni che hanno tenuto i centri abitati fuori dal perimetro per paura di non poter dispiegare in pieno la loro voglia di costruire”.
Palm: “Eppure, sono proprio i centri storici che, se ristrutturati bene, potrebbero far fare il salto di qualità all’intero territorio.”
Bart: “In realtà, anche in questo caso, devo dirti che la quasi totalità dei centri storici dei piccoli comuni dell’are parco sono stati ristrutturati sia nelle vie sia nei servizi e sia nell’illuminazione pubblica. Anche fognature e la posa di cavi per il metano e internet sono state completate. Chiese e conventi ristrutturati e sono disponibili per ogni evenienza …”
Palm: “però il fenomeno dello spopolamento non accenna a fermarsi!”
Bart: “c’è anche da dire che, oltre a chi è andato oltre i confini comunali, provinciali e nazionali ad impiantare la sua esistenza, anche all’interno dei borghi stessi decine di famiglie hanno abbandonato i centri storici per andare a vivere in abitazioni realizzate in aree del paese più confortevoli dal punto di vista dei servizi.”
Palm: “Anche nei comuni più grandi è successo la stessa cosa. La stessa Capaccio capoluogo è situato in una posizione invidiabile dal punto di vista paesaggistico e per il panorama che si gode dalla collina.”
Bart: “Stessa cosa vale per almeno altri 20 comuni situati sulle colline che si affacciano sul mare: Altavilla, Albanella, Castellabate, Pollica, Casalvelino, Ascea, Pisciotta, Centola, Camerota, San Giovanni a Piro, Vibonati … per citare i più grandi.”
Palm: “Sono tutti depositari di grandi potenzialità sia sotto l’aspetto paesaggistico sia per senso di vita vissuta che riescono a trasmettere a chi vi arriva da realtà congestionate delle grandi aree metropolitane italiane ed estere.”
Bart: “Poi ci sono i piccoli borghi delle aree interne che vedono il loro patrimonio abitativo perdere valore in modo definitivo: anche regalate le case non vengono acquisite! Eppure il paesaggio e lo stile di vita dei nostri borghi sono anch’essi patrimonio UNESCO!”
Palm: “Certo che se non si interviene potremmo trovarci in tempi brevi di fronte ad un dramma sociale irreversibile, oltre all’azzeramento del valore dell’intero patrimonio abitativo …”
Bart: “L’ente parco cosa potrebbe fare per tentare di invertire la tendenza? “
Palm: “Si potrebbe creare un’agenzia per lo sviluppo costituita da privati che prendesse in carico il problema, ne analizzasse le cause, elaborasse un piano a medio e lungo termine per l’acquisizione, la ristrutturazione e la commercializzazione che consenta un graduale ripopolamento dei borghi.”
Bart: “Per la verità sono già decine le case acquistate, e ristrutturate da stranieri che hanno trovato nel nostro territorio le condizioni di vita ideali per vivere in pace. Questo fatto, che di per sé potrebbe dare slancio al fenomeno, è poco percepito in quanto è disseminato in tutta l’area del parco. Però se si chiede in giro, tutti sanno che la tendenza c’è.”
Palm: “Infatti a Capaccio cap sono presenti degli stranieri che hanno acquistato o affittato abitazioni. L’ultimo in ordine di tempo è stato proprio il direttore del museo di Paestum Gabriel Zuchtriegel.”
Bart: “La tua idea si potrebbe realizzare solo se il presidente del Parco e il direttivo, nel quale siedono ben 5 sindaci che vivono sulla loro pelle il problema delle desertificazione demografica, decidessero di affrontare la questione in modo frontale ponendola alla base di ogni progetto futuro del parco.”
Palm: “Possibile che non ci abbiano mai pensato!”
Bart: “Alla fine degli anni ’90, con Vincenzo La Valva presidente e Domenico Nicoletti direttore, si mise in campo un progetto chiamato <
Decidiamo di fermare a questo punto la nostra conversazione per ovvi motivi di spazio …
Ci ripromettiamo che in futuro torneremo a parlare diffusamente di parco …