A Stella Cilento, la scorsa domenica, in occasione della presentazione del libro di fiabe cilentane “Cuccipannèdda” di Fernando La Greca, si è tenuta la presentazione del progetto per la creazione di un “parco turistico-culturale” sull’immaginario e le favole ambientate a Stella Cilento. Nell’ambito di S.E.nT.I.e.Ri. dell’arte, raccogliendo le importanti sollecitazioni provenienti dalle associazioni sparse sul territorio dell’intera comunità montana Alento Montestella, è stata imbastita un’iniziativa che dovrebbe concretizzarsi a luglio con il supporto di un campo di volontariato internazionale, il quale radunerà a Stella Cilento giovani volontari da ogni parte del globo. L’obiettivo è quello di cercare di creare un ponte con il resto del mondo nella consapevolezza che un lembo del Cilento antico come Stella Cilento abbia qualcosa da raccontare… Si registrano già numerose adesioni dalla Cina e dalla Corea del Sud. La messa in cantiere di un progetto pilota che si occuperà di fare manutenzione ordinaria, trasformando così del semplice materiale di risulta in opere d’arte. L’iniziativa si propone di andare ad individuare una vera e propria rete di sentieri locali, trasformando il paesaggio attraverso una pratica congeniale al territorio, ovvero l’escursionismo, per raccontare l’esistenza del modo di vivere cilentano. I giovani volontari, coadiuvati da artisti locali, si prenderanno cura di un bene pubblico. Le favole rappresentano una forma di storytelling originale, una forma di racconto che si adatta perfettamente al territorio. Durante l’incontro, Toni Viterale, ex sindaco di Rofrano, presidente dell’associazione “Cilento Youth Union” e coordinatore del progetto “S.E.nT.I.e.Ri. dell’arte”, è intervenuto sostenendo: “Possiamo fare turismo soltanto testimoniando la nostra cultura di accoglienza, la xenía che risiede nelle nostre anime. Si parla della dieta mediterranea, la quale non è solo un modo di nutrirsi, ma è anche e soprattutto uno stile di vita che andrebbe testimoniato prima ancora che pubblicizzato. La nostra iniziativa propone appunto questo, di testimoniare un modo di vivere alla cilentana partendo dalla consapevolezza che per fare accoglienza e turismo bisogna sapere che si ha qualcosa da raccontare. Così da testimoniare la propria identità, in maniera etica, per trasmettere quei valori che ci hanno forgiato e puntare a rendere qualitativamente migliore il posto in cui viviamo”.
Da quali riflessioni e interessi professionali nasce il progetto “Il Parco delle Favole”?
Questo progetto viene fuori da diversi anni di ricerca-azione nell’area del Cilento cosiddetto antico, durante i quali abbiamo realizzato la costruzione di una mappa dei valori e delle risorse presenti sul territorio. Questa esperienza ha fatto sì che si creasse una rete di persone interessata a scoprire il paesaggio in cui vive. Tanti sono stati i compagni di viaggio che ci hanno accompagnato nell’esplorazione della parte più recondita del Cilento, che noi stessi per primi ignoravamo. Vincenzo dopo i suoi studi in Scienze della Comunicazione ha lavorato come editore, Renzo, invece, è uno scultore. Lo studio di quanto è stato scritto sull’immaginario e l’antico paesaggio del Cilento e la passione per le storie ben raccontate ci hanno regalato dei momenti di intensa vita comunitaria, oggi purtroppo sempre più rari, portandoci a creare “Cuntaria”, una festa dove le storie e i “cunti” prendono vita, e tornano ad avere un valore sociale forte per l’intera comunità. Da qui il progetto sul parco dei sentieri di arte e natura … L’immaginario delle favole ci ha ispirato: crediamo sia il valore territoriale più denso di relazioni e futuro.
Cosa vi ha portato a pensare che il rapporto con un territorio come Stella Cilento potesse essere interessante per un ambito di produzione culturale e quali i legami con la vostra pratica artistica?
Stella Cilento nella sua storia ha avuto un legame stretto con l’arte, sono tante le testimonianze artistiche giunteci dal passato. Basti pensare alla scuola popolare di musica nel ‘900 che ha formato intere generazioni e fatto scoprire numerosi talenti e musicisti. Inoltre si tiene, da quattordici anni, un’importante mostra di arte contemporanea, ideata dall’artista Franco Massanova e attualmente organizzata da suo figlio Silvio, “StellainArte”, che ha permesso di creare una Pinacoteca di opere d’arte, donate dagli artisti alla comunità di Stella. Questo, più la naturale propensione del nostro territorio come porta di accesso all’intero anello dei paesi situati intorno al Monte della Stella e la presenza in paese di numerosi posti letto, buoni ristoranti, artigiani e tanti giovani artisti hanno agevolato le nostre intenzioni. In ultimo, la creazione de “La casa dell’Arte”, finanziata dall’Anci come progetto di rigenerazione sociale, che attraverso le sue attività laboratoriali, come i laboratori didattici di ceramica, ha dato la giusta spinta per pensare che l’arte, ancora una volta, potesse essere un grande attrattore turistico e culturale.
Ci sono state figure che sono state fondamentali per la riuscita del progetto, in termini di fiducia ? Che tipo di apertura, professionale e umana, avete trovato in queste persone (comunità) e – più in generale – quali sono stati gli elementi che secondo voi hanno convinto le amministrazioni locali ad abbracciare questo progetto?
Il lavoro di riscoperta del valore culturale e turistico dei cinque paesi del comune di Stella ha entusiasmato un gruppo di giovani e meno giovani, che proprio un anno fa decidevano di fare politica per la prima volta e di presentarsi alle elezioni comunali, vincendo. Vincenzo è ora vicesindaco e si occupa di promozione turistica, anche come assessore. Renzo ha invece avviato con la moglie una bottega artistica in paese. L’appoggio e la fiducia li abbiamo riscontrati soprattutto negli amici che ci hanno sempre incoraggiato e nei cittadini, ai quali per primi avevamo presentato il progetto. Poi l’amministrazione comunale non ha potuto fare altro che accogliere il progetto visto l’entusiasmo e l’impegno dimostrato da tutti.
Quanto pensate che questo tipo di relazione tra arte e territorio, particolarmente nelle cosiddette “aree interne”, sia interessante in termini di promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, specialmente in periodo di crisi economica e tagli alla cultura come quelli che stiamo vivendo?
L’Italia per fortuna testimonia numerose esperienze positive in ambito di rigenerazione urbana e sociale attraverso l’arte. Qualche mese fa ad Ascoli Piceno durante lo “shake your city”, l’incontro nazionale dei progetti di innovazione sociale, giunto alla sua terza edizione, abbiamo avuto modo di confrontarci con tanti progetti promossi dall’Anci e di assistere alla concretizzazione di molte buone idee. Inizialmente abbiamo operato senza nessun finanziamento, e anche ora con l’attuale progetto, attraverso il quale cerchiamo di far convogliare in un unica direzione tante esperienze diverse, non è sovvenzionato. Tuttavia, grazie ad un campo di volontariato internazionale e alla collaborazione di molti artisti contemporanei, a luglio si inizierà a pulire e a convertire i sentieri finora dimenticati in percorsi di arte e natura. Il comune ha ricevuto dei finanziamenti per promuovere l’artigianato attraverso laboratori artistici, i quali daranno linfa al progetto del Parco delle Favole e per il resto ci avvaliamo della preziosa consulenza di Cesare Lasen, botanico e presidente dell’associazione editrice della rivista “Le Dolomiti Bellunesi”, nonché componente del Comitato Scientifico Centrale del Cai, il quale ci aiuterà a sviluppare il tema della biodiversità lungo i sentieri attraverso un protocollo di intesa con la Commissione Centrale Protezione Natura Alpina, così da costruire una approfondita mappatura di tutta l’area del monte Stella. La fase di realizzazione delle opere d’arte avverrà a settembre con l’apertura delle residenze d’artista. Vogliamo però ringraziare Fernando La Greca e l’editore de L’ArgoLibro per aver curato i testi delle favole di Stella in più lingue, senza i quali il progetto del parco non sarebbe mai nato.
Quali sono a vostro avviso gli elementi culturali mancanti nel nostro territorio, affinché venga avviata una riflessione critica profonda sul rapporto tra arte, sviluppo ed economia? Pensate sia possibile mettere a sistema un processo produttivo di valore su scala più ampia, capace di andare oltre le esperienze sporadiche e le iniziative dei singoli?
Abbiamo preso parte a numerosi progetti culturali e formativi nell’intero Cilento e vediamo come un primo passo potrebbe essere quello di rinsaldare le relazioni tra chi opera attivamente sul territorio, anche in maniera non ufficiale. Basterebbe rinnovare la cultura dello scambio periodico di conoscenze attraverso l’incontro e la festa, momenti che non vengono più vissuti, dimenticando che è da qui che nasce il confronto. Riteniamo sia importante apprendere le buone pratiche dagli altri senza copiarle ma adattandole ai valori vivi della propria comunità. L’arte deve permetterci di abitare i sentieri e le storie, sapendo che i paesi e le comunità possono rigenerarsi se il territorio diventa nuovamente paesaggio e immaginario condiviso, e quindi trovare in esso un trampolino di lancio per sviluppare l’impegno del proprio progetto di vita.
Il Parco delle Favole a che tipo di “pubblico” si rivolge?
L’associazione Arte Sella in Trentino e altri musei all’aperto oltre ad attrarre i cultori dell’arte contemporanea e della natura, richiamano anche famiglie di viaggiatori. Il Parco delle Favole di Stella Cilento sarà unico perché nasce dall’idea che andare alla scoperta dei sentieri attraverso i racconti e le storie costituisca un modo per abitare nuovamente il paese. Vediamo questo progetto come una pratica che offrirà a chiunque lo desideri, in primo luogo ai residenti e agli artisti che verranno ospitati, un’occasione di viaggio interiore per cambiare il proprio modo di percepire il paesaggio e di comunicarlo agli altri.
Invitiamo a seguire le fasi del progetto sulla pagina Instagram @cilentofablepark