Il territorio di Castellabate vanta numerosi spazi polifunzionali nel patrimonio architettonico pubblico e privato, adibiti a luoghi di conferenze, convegni, sale espositive e incontri che da anni vengono utilizzati limitatamente, perché questi non si sono adeguati tecnologicamente con amplificazioni, proiezioni immagini ed aria condizionata. Fra i complessi pubblici indichiamo Villa Matarazzo, ubicata a Santa Maria, di proprietà del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, che rimane sotto utilizzata per la precaria gestione, nonostante le sue potenzialità. Il castello, al contrario, è l’unico e più valido luogo di incontri culturali e manifestazioni in genere. Il maniero, fondato nel 1123 da San Costabile Gentilcore, natio di Castellabate e IV abate della SS. Badia Cavense. L’opera edificatoria del “Castrus Abati” fu completata dal Beato Simeone che portò poi il castello a ricoprire un importante ruolo storico per tutto il Medio Evo. Dopo infinite vicissitudini e innumerevoli passaggi di proprietà fra le più potenti famiglie e feudatari del Regno di Napoli, fu acquistato dai Rossi di Castellabate che lo mantennero fino alla prima metà del 900. Nel 1945 Manlio De Vivo, magnate Italo-Brasiliano originario di Castellabate, lo comperò per donarlo alla Badia della SS. Trinità di Cava. Per oltre un trentennio il castello rimase disabitato ed esposto agli agenti atmosferici che ne provocarono ingenti danni alla struttura superiore, per arrivare poi al progetto di restauro che, la Badia, in collaborazione con il Comune di Castellabate avviò dopo il terremoto del 1980, con i fondi messi a disposizione per il sisma. I lavori, fra fermi e ripensamenti, si protrassero per quasi quindici anni, con gravi alterazioni delle sovrastrutture, lontani dalle tecniche del restauro conservativo, come si addiceva ad una fortificazione stratificata per oltre 900 anni. Completata la ristrutturazione, dal 2005 il castello si rivelò un grande contenitore di eventi, infatti, negli anni a seguire, ha ospitato innumerevoli iniziative culturali. Fra le prime collocazioni a piano terra fu il Museo dell’Archeologia marina denominato “Il Mare antico”, coordinato dalla Soprintendenza di Salerno; in esposizione ancore e centinaia di anfore del periodo greco e romano, provenienti da scavi sottomarini su più navi onerarie naufragate di fronte all’isola di Licosa. Gli ampi saloni dei piani superiori si sono prestati in questi anni a innumerevoli mostre d’arte che si alternano durante tutto l’anno, oltre a premi letterari, memorial con varie espressioni artistiche. Lo scrivente, per un decennio ha organizzato importanti mostre d’arte, sia collettive che personali di noti maestri della pittura provenienti da tutta la Campania ed oltre. Essendo il sottoscritto ricercatore storico sui castelli Cilentani, fui promotore della stipula di un Protocollo d’Intesa, il 26/02/2014, tra l’Istituto Italiano dei Castelli, sezione di Napoli, di cui sono referente ed il Comune di Castellabate, per incoraggiare lo studio, la divulgazione e la conoscenza dei patrimoni architettonici, attraverso giornate di studio e visite ai manieri. In tal senso, si tengono convegni, ricerche per tesi universitarie, nonchè in maggio due giornate dedicate, per la visita e la conoscenza del patrimonio architettonico della fortificazione.
Al primo piano è situato il Salone d’Onore intitolato al pittore Sergio Vecchio, originario di Castellabate, dove si tengono, conferenze, convegni, commemorazioni e presentazioni di eventi. In questo salone sono state ospitate alcune edizioni del Premio di Giornalismo “Giuseppe Ripa”, da me coordinate e dirette e convegni sull’ambiente e sulla salvaguardia del patrimonio dei beni culturali, nonché tantissimi eventi istituzionali delle amministrazioni Comunali, come “I Borghi più belli d’Italia”, incontri culturali e concerti. I saloni contigui del primo piano, lato mare, ospitano la Biblioteca Comunale che vanta migliaia di volumi frutto di più lasciti. Mentre, la restante parte dei saloni sempre contigui del primo piano, da anni ospitano la parte espositiva della Rassegna Libraria “Libri Meridionali-Vetrina dell’Editoria del Sud”, giunta alla XXXI edizione, coordinata dal professore Gennaro Malzone, ideatore e direttore culturale.
L’intero secondo piano del maniero è adibito alle esposizioni permanenti, collaterali al Premio Pio Alferano, giunto alla IX edizione, di cui ne è direttore artistico Vittorio Sgarbi. L’edizione 2021, per ragioni di Covid 19, si è tenuta il 4 settembre, dove Sgarbi ha presentato due mostre: la prima dal titolo “Caravaggio Pasolini e altri”, la seconda un’antologica della pittrice svizzera Paulette Milesi. La prima mostra è una rassegna di pittura, scultura e fotografia dalla metà del Novecento ai nostri giorni, vertente sulla contemporaneità di Caravaggio. La rassegna presentava 12 affermati artisti contemporanei che si sono espressi con la stessa intensità del Caravaggio. La tela del Caravaggio esposta nella mostra di Castellabate è il “Seppellimento di santa Lucia” olio su tela una riproduzione in 3D ad alta definizione, rifatta nelle misure reali (408×300 cm). Entrambi le mostre sono state in esposizione fino al 20 gennaio 2022.
Il cortile del castello poi, rappresenta un luogo dove si tengono: festival del Cinema, concerti bandistici, spettacoli teatrali, presentazioni libri, premi e manifestazioni culturali di ogni genere. Oltreché la visita al castello è consentita tutti i giorni ai vari piani fra mostre, museo e biblioteca e su prenotazione si possono visitare i camminamenti sotterranei sotto le antiche torri aragonesi. Dunque, oggi il castello di Castellabate assolve per 9 mesi su 12 ad una vera filiera di eventi, che se potenziati, potrebbero divenire itineranti ed essere un attrattore maggiore per il territorio costiero. Una delle potenzialità che andava preservata ed incentivata erano le cerimonie dei matrimoni o unioni civili per stranieri, molto in voga per un decennio a Castellabate, ma da qualche anno sono stati aboliti, per il diniego dell’abate della SS. Trinità di Cava dè Tirreni che è l’attuale proprietario del castello.
Quello che sarebbe auspicabile, come avanzato da vari progetti è la messa in rete dei vari castelli salernitani, in quanto contenitori di importanti eventi di arte e cultura, oltreché testimoni e depositari di rilevanti patrimoni architettonici, che potrebbero essere meglio utilizzati per un turismo sostenibile, come centri di interscambio socio culturale per i territori. Tutto questo sarebbe possibile, se le strutture fortificate si attrezzassero con servizi adeguati alle reali esigenze, con impianti tecnologici, impiantistica, illuminazione, messa in rete delle potenzialità, adeguamento delle aree espositive, impianti di collegamento e proiezione nei saloni delle conferenze. Trovandoci nel territorio del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni era auspicabile un minimo di programmazione da parte dell’Ente Parco su tutto il vasto comprensorio amministrato, attraverso fondi investiti o partecipazione ai vari programmi; invece, si riscontra un totale disinteresse, nonostante i ripetuti inviti ad inserire le tante iniziative generate dalle presenze locali in circuiti regionali ed oltre.
Oggi, per far sì che il castello sia epicentro di una politica culturale e turistica, si auspica il rinnovo della convezione in comodato tra la Badia Cavense ed il Comune di Castellabate, in scadenza nella prossima primavera 2022. In tal senso, prendiamo atto che la nuova amministrazione Comunale di Castellabate, guidata dal sindaco Marco Rizzo, ha stabilito già una contiguità con l’Abate Padre Michele Petruzzelli della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, per ratificare un accordo di programma della concessione del castello ancora per un decennio al Comune.