L’organizzazione del centounesimo Giro d’Italia ha premiato nuovamente il Cilento facendo passare l’ottava tappa, con partenza da Praia a Mare e arrivo a Mercogliano, per il Cilento. Già nel 2013 la nostra terra fu cornice della corsa con la terza tappa che partì da Sorrento e arrivò ad Ascea Marina congiungendo la costiera della penisola sorrentina a quella cilentana. Questa volta il percorso è stato inverso, la carovana rosa ha attraversato il Parco Nazionale del Cilento da nord verso sud. Una tappa, l’ottava, inoltre, molto impegnativa, tra le più lunghe di quest’edizione, conclusasi con la lunga salita di Montevergine sotto una pioggia battente che ha accompagnato i corridori per tutta la salita finale. A tagliare per primo il traguardo è stato Richard Carapaz del Team Movistar che ha conquistato una storica vittoria diventando il primo ecuadoregno con un successo al Giro d’Italia. Già in Maglia Bianca, il debuttante si è staccato dal gruppo dei favoriti 2 km prima della cima della salita. Simon Yates, invece, ha conservato la Maglia Rosa conquistata sull’Etna tenendo la gara sotto controllo mentre Thibaut Pinot è salito di una posizione in classifica grazie all’abbuono assegnato al terzo classificato. Tornando invece al Cilento è doveroso ricordare i comuni interessati dal passaggio del Giro: Sapri, Policastro, Poderia, Centola, Ceraso, Vallo della Lucania, Vallo Scalo, Prignano Cilento, Agropoli e Capaccio Paestum. Successivamente la corsa ha proseguito il suo cammino verso Salerno lungo la litoranea dove è stata accolta da due ali di folla. La differenza, facendo un passo indietro e paragonando questo itinerario con quello del 2013, sta nel percorso intrapreso dalla corsa. Nel 2018, infatti, molto strada è stata fatta lungo la statale abbandonata solo per il passaggio di Agropoli e Capaccio Paestum.
Chiaramente non sono mancati gli spettacolari scenari della nostra terra ma il Giro, in pratica, non ha attraversato il cuore delle città se non, come detto, per quanto riguarda Agropoli e Capaccio Paestum. E proprio qui Simon Yates e compagni sono potuti rimanere incantati dalle bellezze storiche e naturali. Agropoli ha accolto il Giro come da consuetudine grazie all’entusiasmo dato dalle migliaia di persone che hanno salutato la carovana. L’ingresso in città da Madonna del Carmine per poi proseguire verso il Lungomare San Marco dove si trovava il traguardo volante di tappa. L’arrivo a Capaccio Paestum, e il passaggio dinanzi ai templi, ha fatto il resto con più di un corridore che, nonostante l’andatura elevata, non ha potuto fare a meno di lanciare uno sguardo verso le bellezze del nostro territorio. Purtroppo non sono mancate le polemiche, soprattutto nei confronti della RAI, rea, secondo molti, di non aver dato il giusto risalto alle due città. Soprattutto ad Agropoli, “tagliata” al momento del passaggio e solo successivamente recuperata grazie ai replay della regia. Diversa invece l’attenzione che Eurosport ha dato ad Agropoli e Capaccio, ampie inquadrature e numerosi cenni storici per una cartolina bellissima del nostro amato territorio. Per il resto, infine, la giornata è stata di festa, come sempre quando passa il Giro d’Italia, sempre in grado di attirare l’attenzione di tutti dai più piccoli ai più gradi, pronti a trovare lungo il ciglio della strada la posizione migliore per applaudire quello che in fondo non è altro che un orgoglio tutto italiano. Viva il Giro.
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