Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nacque dalla necessità di tutelare il Cilento dalle continue speculazioni edilizie, e da un turismo di massa che stava cominciando a deturpare il meraviglioso e incontaminato territorio cilentano. In una fase iniziale, il Ministero dell’Ambiente decise di porre rimedio istituendo due riserve naturali, sul Monte Cervati e sul Fiume Calore, che copriva un’area di 36.000 ettari.
Dopo una quindicina d’anni, nel 1991, nacque invece l’attuale parco ‘normalizzato’ da una serie di leggi nei due anni successivi e la sua superficie raggiunse i 181 048 ettari; oltre al primato di primo Geoparco italiano, il Parco Nazionale del Cilento è anche il primo parco nazionale ad avere una biblioteca completamente digitalizzata (2011).
Dal 1997 il Parco è Riserva della Biosfera; dal 1998 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, mentre nel 2010 è stato il primo parco nazionale italiano ad essere diventato Geoparco.
Grazie all’enorme estensione del Parco, gli ambienti offrono un’immensa varietà di fauna e di flora.
In questa zona un ricco patrimonio geologico caratterizzato da un elevato grado di diversità è conservato; le zone costiere e montuose, costituite da rocce sedimentarie danno luogo ad un panorama articolato, montuoso e ripido spesso tagliato da gole profonde, raggiunge rapidamente il mare o degrada gradualmente verso la valle attraversata da grandi fiumi.
Questa zona appartiene al sud dell’Appennino che si è sviluppato tra la fine del Cretaceo e il Pleistocene in conseguenza del interazioni tra la placche Europea e quella Africana.