I GAL (Gruppi di Azione Locale) per alcuni sono “creature” misteriose, di cui poco si sa e ancora meno si conosce l’operato. Per altri rappresentano risorse preziose per attingere a finanziamenti e contributi destinati a determinati settori.
In questo intreccio di sensazioni e considerazioni si sviluppa l’azione del GAL Vallo di Diano. La società è rappresentata dal 51% privato e 49% pubblico.
Le attività del 2020 sono state fortemente caratterizzate del primo posto conquistato, nel 2019, dal Gruppo Vallo di Diano nel bando della Regione Campania legato a finanziamenti per oltre 5 milioni di euro.
Nel primo semestre dello scorso anno, in tal senso, con un contributo pubblico a fondo perduto di 800.000 €, sono state finanziate 10 imprese agricole ed agrituristiche del Vallo di Diano, risultate ammissibili nelle rispettive graduatorie.
Sono seguiti, poi ulteriori contributi a fondo perduto, pari a quasi un milione di €, per sostenere microimprese che hanno partecipato al relativo bando e pari a circa 700 mila € destinati ad iniziative pubbliche con valenza turistico/sociale.
Nello specifico, qualche giorno fa sono stati firmati i decreti di finanziamento da parte delle aziende beneficiarie della Misura che prevedeva un incentivo di 40mila € per l’insediamento di attività che non rientrassero nel campo dell’agricoltura.
I fondi sono stati assegnati per intero (nonostante il progetto abbia come scadenza il 2022) e sono stati destinati a 48 aziende valdianesi, al fine di aprire una nuova attività o incrementare e migliorarne una già esistente.
Stando ai dati forniti, metà dei beneficiari dei contributi è costituito da giovani sotto i 30 anni.
Nasceranno o potenzieranno il loro operato, tra le altre, ludoteche, aziende per la lavorazione di pelli, attività per la valorizzazione di prodotti tipici, per la lavorazione di fibre naturali, per servizi alle imprese e alle famiglie ed aziende artigianali.
La maggior parte delle domande sono state presentate da persone residenti a Teggiano e a Padula.
In merito alle Misure, uno degli interventi proposti nel tempo, legato ai diversi filoni agricoli e turistici, è stato finalizzato ad organizzare al meglio le filiere agroalimentari, alle produzioni auricolare alimentari, alla gestione energetica, e ad al miglioramento delle attività agricole al bilancio energetico regionale.
Un’altra tipologia ha previsto la concessione di aiuti finanziari per la realizzazione di un piano relativo alla costruzione o miglioramento di beni immobili, acquisto di nuovi macchinari, attrezzature, impianti di irrigazione esclusivamente a servizio di nuove serre e nuovi impianti arborei, programmi informatici, brevetti e licenze.
Sono state offerte, inoltre, opportunità a micro e piccole imprese intenzionate ad avviare un’attività extra agricola.
Un altro intervento è stato orientato allo sviluppo di itinerari turistici e ricreativi del patrimonio culturale, rurale, naturale e storico e alla promozione e valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico per favorire la diversificazione, la creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché dell’occupazione. E aiuti sono stati concessi anche per la realizzazione di investimenti per l’adeguamento e l’ammodernamento di strutture, su piccola scala, su proprietà pubblica, per l’accoglienza, l’informazione e la valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico.
Finanziate anche attività di custodia, pensione e servizi per animali domestici, nonché l’acquisto di arredi ed attrezzature.
Insomma, una serie di iniziative che ha effettivamente inciso sul tessuto locale e sulla qualità dei servizi?
Alcune aziende o aspiranti tali hanno usufruito dei fondi, destinandoli a determinate attività del contesto valdianese, rientranti nei settori artigianato, servizi, agricoltura, turismo e ricettività.
E si tratta di dati incontrovertibili.
La sensazione, però, è che, alla luce delle somme stanziate e previste e dei progetti che ancora sono rimasti nel cassetto, l’incidenza del GAL sul territorio, soprattutto per quanto attiene al coinvolgimento ed alla partecipazione, non sempre risulti manifesta e tangibile.
Forse si potrebbe cercare di fare di più per far sì che gli “scettici” e i “poco conoscitori” di cui sopra possano avere maggiore conoscenza e consapevolezza delle opportunità e degli strumenti offerti dai Gruppi di Azione Locale.
In ultimo, l’attività quotidiana del GAL ha visto, nel tempo, anche iniziative legate alla creazione di elenchi di professionisti al fine di affidare incarichi. L’ultima di queste è relativa ad una short list per avvocati.
Cono D’Elia