Fare donna è il titolo di copertina che abbiamo dato al 3° numero di Unico Patrimonio del 2020. Da tutte le interviste pubblicate risulta evidente che le imprenditrici intervistate, nella quasi totalità dei casi, provengono a famiglie nelle quali il valore aggiunto delle mamme donne di famiglia hanno avuto un ruolo fondamentale nella loro crescita personale.
Infatti, chiunque di noi che si è “evoluta” in altro rispetto a ciò che la vita aveva predestinato, non può fare a meno di riportare alla mente il ruolo di sostegno che le mamme e mogli hanno dato accompagnando i propri mariti nell’evoluzione della economia domestica.
Basti solo pensare a cosa sono state capaci di fare le donne lasciate a casa con figli e anziani nel mantenere viva la speranza di rivedere ricomposta al famiglia con il ricongiungimento degli uomini di ritorno dal fronte di guerra o dall’esilio volontario in terra straniera per lavoro nel 1° e 2° dopoguerra.
Si è trattato di un lavoro oscuro che non ha trovato luce (nel giusto riconoscimento) nemmeno quando l’Italia ha vissuto il boom economico.
Si è trattato di “titaniche” imprese che hanno richiesto, spirito di sacrificio, capacità di adattamento, volontà ferrea, forza fisica ed altrettanta forza morale. Tutte caratteristiche che contraddistinguono le imprenditrici “raccontate” in queste pagine. Si tratta di profili che potrebbero essere adattate anche alle tante altre che il nostro giornale ha portato alla ribalta in tante altre occasioni nei 25 anni della sua storia.
Essere donna nel 3° millennio vuol dire concentrare tutto ciò che la donna è stata nei secoli precedenti. Essere mamma, moglie, donna di casa, cuoca, amica, figlia … la donna coordina, stabilisce, decide, affronta situazioni … ecco perché dobbiamo dire che il ruolo della donna non può essere sottovalutato ed è impossibile sostituirla: proprio come chi è a capo di un’impresa da cui dipende l’esistenza in vita dell’azienda.
Ecco perché mi sembra giusto, oltre che doveroso, dare merito e annoverare tra le donne capaci di compiere e fare “impresa” tutte le donne che, nel più completo anonimato, non sono state seconde a nessuna nel farsi carico dei problemi contingenti e risolvendoli e garantendo a mariti e figli un futuro migliore di quello che la loro epoca riservò alle loro generazioni.
Gina Chiacchiaro