Sono già trascorsi 50 giorni da Pasqua! Il tempo è davvero volato!
Oggi celebriamo la solennità della Pentecoste, ricorrenza nella vita cristiana molto importante perché la Chiesa festeggia la discesa dello Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità, su Maria e gli apostoli e la nascita della Chiesa. Da quel momento i discepoli abbandonarono la paura, l’isolamento in cui si erano relegati e si lanciarono nel mondo ad annunciare la parola di Dio, a testimoniare. Era l’inizio della missione affidata da Dio a tutti noi.
Cerchiamo di immaginare la scena descritta da Giovanni nel passo odierno del suo Vangelo: gli apostoli sono nel Cenacolo con le porte chiuse, barricati per la paura, prigionieri del fallimento e del rimorso. Ma ecco che Gesù appare in mezzo a loro, li saluta, dona la pace, mostra le sue ferite segno del suo amore per loro, alita su tutti in ugual misura lo Spirito Santo, come aveva promesso, e li invia a testimoniare, a perdonare i peccati.
Gli apostoli provano gioia, si sentono pervasi da una forza strana e meravigliosa che li incoraggia, che trasmette poteri sconosciuti e che li spinge ad annunciare Cristo, a continuare la missione iniziata da Gesù nella sua vicenda terrena. Cominciano a parlare varie lingue riuscendo a farsi capire da tutti coloro che erano arrivati a Gerusalemme provenienti da regioni e paesi diversi. Hanno la possibilità di comprendere l’altro pur se usa un linguaggio diverso, il contrario di quanto avvenne durante la costruzione della torre di Babele.
Nel breve passo del Vangelo, così come nella prima lettura della liturgia tratta dagli Atti degli Apostoli, conosciamo lo Spirito Santo, il dono promesso da Gesù e sorgente inesauribile di doni per tutti noi, Colui che porta a compimento l’opera di salvezza divina.
Molti sono i simboli che caratterizzano la sua presenza:
- la Colomba, la forma corporea dello Spirito Santo che si manifestò durante il battesimo di Gesù;
- le lingue di fuoco che illuminano e danno forza ma non bruciano, riscaldano, purificano mentre si propagano, rallegrano e portano pace, gioia, entusiasmo;
- il vento che con il suo soffio spinge ad operare nel bene, ad essere anche noi dono per gli altri;
- l’acqua battesimale, che dopo l’invocazione dello Spirito Santo, diventa segno sacramentale efficace della nuova nascita alla vita cristiana.
Lo Spirito Santo è per noi Colui che rinnova il rapporto con Dio Padre, che scopre le nostre debolezze e ci viene in aiuto, che insegna a conoscere la verità aiutandoci a chiarire ciò che spesso appare oscuro, illusorio o fittizio; è la presenza che consola, che rinsalda la fede quando viene minacciata dal dubbio, che incute coraggio nelle insicurezze, che ci fa recuperare stima e fiducia quando ci sentiamo incapaci di cogliere opportunità o, demotivati, siamo esitanti e non troviamo la forza per andare avanti.
Invochiamo la Sua discesa su tutti noi, e facciamo che la Pentecoste possa concretizzarsi ogni giorno della nostra vita!
Riflettendo sulla lettura del passo del Vangelo soffermiamoci sulle porte chiuse del Cenacolo. Le porte chiuse non permettono comunicazione, sono un grande “no” all’altro. Rendono il cuore indurito, freddo, incapace di amare.
Spalanchiamo perciò le porte del nostro cuore! Impegniamoci a divenire una grande comunità capace di vivere non più chiusa in se stessa, ma protesa verso gli altri, disposta a portare la pace, a perdonare senza emettere giudizi, ad essere vera Chiesa missionaria.
Una buona meditazione in famiglia!