Si è tenuta martedì 28 luglio, in modalità videoconferenza e nel rispetto della normativa emergenziale, l’Assemblea annuale di Federcasse (la Federazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) che ha avuto per tema “Resistere. Convincere. Educare. Il Credito Cooperativo protagonista della reazione dell’Italia”.
Nella relazione del Consiglio Nazionale letta dal Presidente Augusto dell’Erba, la “fotografia” dello stato di salute del Credito Cooperativo italiano e la puntuale ricognizione dell’attività svolta nell’ultimo esercizio sia dalla Federazione Nazionale, sia dalle singole BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen – in particolare – dopo lo scoppio della pandemia Covid-19 a certificare l’apporto delle banche di comunità per la tenuta dei territori e l’innesco di una ripresa duratura e sostenibile.
Di seguito i punti principali della Relazione del Presidente, aperta ricordando le tre esortazioni rivolte dall’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini alle BCC italiane lo scorso 25 marzo 1 in piena emergenza Covid-19 e sintetizzate da tre verbi che il Credito Cooperativo intende fare propri in termini progettuali.
Resistere: ad un pensiero omologante e ad una ri-regolamentazione semplificatrice che favorisce un modello unico e dimensionale di banca.
Convincere: con la propria azione, dell’affidabilità, della coerenza, del rigore, della resilienza delle banche di comunità. Convincere i soci a “custodire” la propria banca mutualistica; il legislatore italiano ed europeo che la banca di relazione, oltre ad essere mediamente meno rischiosa, è indispensabile per garantire il pluralismo nel mercato; le Autorità di vigilanza che i modelli di supervisione non possono trattare nello stesso modo soggetti geneticamente e funzionalmente differenti.
Educare: trasmettere conoscenze, testimoniare esperienze, codificare le tecniche, soprattutto per i giovani, accompagnandoli nei loro progetti e affidando loro precise responsabilità.
- La resilienza delle BCC. I numeri. Ma il modello è a rischio.
Nonostante il rallentamento dell’economia italiana fosse già evidente alla fine del 2019 e il quadro complessivo ulteriormente peggiorato nei primi mesi del 2020, le BCC hanno erogato nei primi tre mesi del 2020 più di 5 miliardi di nuovi impieghi a medio lungo termine, in linea con quanto erogato nel primo trimestre del 2019. La crescita dello stock netto di impieghi a clientela ad aprile 2020 è stata dell’1,5 per cento in più rispetto ad aprile 2019.
Alla fine di aprile 2020 le 254 BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen erano l’unica presenza bancaria in 650 Comuni, per il 95% caratterizzati da popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e per il 16,5% da popolazione inferiore a 1.000 abitanti; il dato è in progressiva crescita.
Oltre l’88 per cento degli utili delle BCC viene allocato a riserva indivisibile; il 6,5 per cento viene indirizzato a progetti sociali e solo poco più dell’1 per cento viene distribuito ai soci.
La crescita ininterrotta della base societaria (oltre il 41 per cento negli ultimi dieci anni – al marzo 2020 ad oltre 1 milione e 300 mila soci) – ha detto il Presidente dell’Erba – è sintomo di volontà di partecipazione all’impresa bancaria caratterizzata da scambio mutualistico, di fiducia nella solidità della BCC locale, di riconoscimento del ruolo socio-economico che essa svolge nel territorio e non di aspettativa di un ritorno finanziario.
Il “modello” proprio di Banca cooperativa e mutualistica, ha continuato il Presidente, è però oggi a rischio. Sotto “una pressione che accresce il processo di omologazione dei modelli, divenuta molto forte a partire dal 2013-2014”.
“La Categoria – ha proseguito – ha cercato di arginare questo processo, concordando con le Autorità di settore e con i Regolatori un modello di Gruppo Bancario Cooperativo basato sul principio di proporzionalità e sul mantenimento “graduato” dell’autonomia delle singole BCC. La Riforma del 2016 ha dimostrato, per l’ennesima volta, la capacità delle BCC di adeguarsi ai cambiamenti continuando a servire i propri segmenti di mercato e investendo molte risorse nei nuovi assetti di gruppo”. “Ma la rigidità delle norme – ha detto ancora – e un’applicazione spesso troppo letterale e indistinta delle regole dell’Unione Bancaria stanno rendendo di fatto questo assetto regolamentare non adeguato al modello di business e organizzativo delle BCC.
- L’emergenza Covid-19. Il contributo del Credito Cooperativo.
Tutti i numeri e le iniziative.
Al 16 luglio le BCC italiane – organizzate nei due Gruppi Bancari Cooperativi Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca e, in Alto Adige, attorno alla Federazione Raiffeisen – avevano complessivamente erogato circa 130 mila finanziamenti a valere sull’articolo 13 del DL 23 (DL Liquidità) garantiti dal Fondo di Garanzia delle PMI. L’importo complessivo è di quasi 6 miliardi di euro. La quota del Credito Cooperativo è pari al 15,2% del numero delle pratiche e di quasi l’11% degli importi.
Dei 130 mila finanziamenti, 116 mila hanno riguardato pratiche fino a 30 mila euro per un importo complessivo superiore ai 2,3 miliardi. Il Credito Cooperativo rappresenta, su questa misura, il 15,8 per cento del totale dei finanziamenti erogati. La percentuale dei finanziamenti erogati sulle richieste ricevute è dell’89 per cento.
“Considerando che la quota delle BCC nel mercato complessivo degli impieghi a clientela è del 7,5% – ha sottolineato il Presidente – è evidente il contributo che stanno dando le banche di comunità mutualistiche, per rendere disponibili a famiglie, imprese e professionisti le misure previste dal Governo e dal Parlamento per mitigare l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia reale”.
Per quanto riguarda invece le moratorie, sono oltre 324mila le pratiche deliberate dalle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen e già operative per un importo complessivo che ha superato i 38,5 miliardi di euro.
La percentuale di domande approvate o in corso di approvazione raggiunge complessivamente il 99 per cento.
A queste iniziative vanno aggiunti i programmi avviati in ambito locale, come ad esempio in Alto Adige, dove le Casse Raiffeisen hanno promosso specifiche misure agevolative (#AltoAdigesiriparte) per ulteriori 195 milioni di euro.
La vicinanza delle BCC ai territori si è espressa anche in termini di solidarietà e di iniziative mirate a fornire sostegno in termini di donazioni per l’acquisto di apparecchiature specialistiche (macchinari per terapie intensive, respiratori) per ospedali e presidi sanitari locali (anche delle aree interne più svantaggiate), dispositivi di protezione individuale, materiali e attrezzature varie, ecc.
La raccolta puntuale e la rendicontazione degli impegni economici delle singole BCC, per un valore superiore ai 15 milioni di euro, è pubblicata sul sito internet www.creditocooperativo.it ed in costante aggiornamento.
In aggiunta, il Credito Cooperativo aveva lanciato in avvio di emergenza sanitaria una iniziativa unitaria (tra Federcasse, Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen) denominata #Terapieintensivecontroilvirus che al 15 luglio, grazie alle donazioni di amministratori, soci, dipendenti, clienti, aveva fatto registrare una raccolta di 640 mila euro. I fondi raccolti saranno destinati ad iniziative e progetti individuati a favore di Caritas Italiana; Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli – Roma; Istituto Auxologico Italiano IRCCS – Milano.
- L’evoluzione della normativa. Le implicazioni per le BCC.
Il “pacchetto bancario europeo 2020” (Quick Fix) adottato in risposta alla pandemia contiene molte delle richieste avanzate da Federcasse in collaborazione con le Capogruppo Iccrea e Cassa Centrale e la Federazione Raiffeisen. Restano però alcune questioni aperte, di particolare impatto sulle BCC: il mancato rinvio del cd. “calendar provisioning”; la mancata attenzione verso fattispecie di particolare interesse del Credito Cooperativo in relazione all’indicatore di leva finanziaria (leverage ratio); le mancate correzioni al quadro di norme sul risanamento e la risoluzione.
“I rischi di pressione omologante – ha detto ancora il Presidente – derivano anche dall’ulteriore regolamentazione che, nonostante il radicale cambiamento dello scenario economico e sociale a livello mondiale prodotto dalla crisi sanitaria, si sta approssimando senza significativi cambiamenti nell’agenda e, soprattutto, nell’approccio”. Si tratta, nello specifico, del recepimento nell’Unione Europea degli accordi di Basilea 4 (o 3 plus) del dicembre 2017; della entrata in vigore il 30 giugno 2021 delle Linee guida dell’EBA sul processo del credito; della integrazione da parte delle BCC dei rischi associati al cambiamento climatico nella cornice di risk management e di vigilanza prudenziale; di una ulteriore riforma delle norme sul processo di valutazione e selezione degli esponenti aziendali (Fit & proper).
“I Regolatori – ha sottolineato dell’Erba – dovrebbero considerare i rischi di imporre un modello di regole di tipo “one size fits all” che potrebbe limitare fortemente l’offerta di servizi finanziari. Come messo in luce in un recente studio del comitato scientifico di supporto al Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, “la diversità delle istituzioni finanziarie e dei modelli commerciali dovrebbe essere preservata, poiché ciò rappresenta una potente salvaguardia contro l’instabilità del sistema”.
Più in generale Federcasse ribadisce la necessità di superare l’equazione secondo la quale le banche “less significant” che fanno parte di un gruppo bancario “significant” – come le BCC – diventano a loro volta “significant”, con la conseguente applicazione anche delle norme sulla proporzionalità risk based (in tal senso ribadendo anche l’importanza del recentissimo parere del Comitato Economico e Sociale Europeo – CESE per una Unione Bancaria più resiliente, diversificata e sostenibile).
- Conclusioni.
“Le sfide che oggi ha davanti a sé la cooperazione mutualistica di credito – ha detto ancora il Presidente – sono impegnative e riguardano il futuro stesso del Paese: la disuguaglianza, la distribuzione del reddito, la difesa della salute e la creazione di lavoro degno, la transizione ecologica, la creazione di una grande rete di infrastrutture digitali, del nuovo welfare, della produzione fruizione e consumo dei “beni comuni” e, in generale, di una equa, efficiente e sostenibile allocazione delle opportunità”.
“Questi temi o problemi sono anche bisogni. Dunque costituiscono una domanda e possano legittimamente ottenere nuove risposte, oltre quelle già fornite, attraverso l’approccio tipico delle imprese cooperative mutualistiche. Utilizzando al meglio e in modo nuovo le tante possibili sinergie con le imprese di tutti i settori di Confcooperative”.
“Ricerche recenti dimostrano che dove esiste una BCC la disuguaglianza economica si riduce” ha concluso il Presidente. Da qui l’impegno del Credito Cooperativo italiano, in questa fase così complessa e delicata per l’economia e la società italiana, a dare il proprio contributo per una ripartenza del Paese che sia duratura, sostenibile e soprattutto in grado di diffondere opportunità di crescita”.
1 Per approfondire: www.creditocooperativo.it