Farina di grano tenero Carosella, semola di grano duro Saragolla, ceci, lenticchie e farina per polenta. Un mulino a pietra naturale di circa 200 anni, ristrutturato a nuovo secondo le normative igienico sanitarie vigenti. Filiera chiusa in azienda agricola dove non si utilizza chimica di sintesi e si effettuano le rotazioni colturali …
“Sono Francesco Petrone, il fratello di Carmelo che ha fatto i lavori a casa tua a Piaggine! Quando vieni a Piaggine, se è possibile ti vorrei parlare … mi trovi ai piedi del monte Vivo dove sono impegnato con la trebbiatura!”
Per chi scrive articoli in un piccolo giornale che opera nell’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni nell’invito, c’è tutto ciò che serve per allertare le antenne e decidere che alla prima occasione mi farò “vivo” nei pressi della cappella della Madonna del “Vivo” per incontrare Francesco …
L’occasione arriva perché mosso dalla curiosità, dall’invito di Franco Vertullo per presenziare all’evento “Cilento tra luci ed ombre” previsto per il tardo pomeriggio di lunedì 29 luglio 2024 e dal solito desiderio di risalire la Valle del Calore alla ricerca di un po’ di frescura, con Ginetta, parto per Piaggine.
Arriviamo che ancora il sole del pomeriggio batte sui “purcili” costringendo i pochi “chiainari” che lo sfidano a ritirarsi ai margini della piazza.
Senza fermarmi, punto dritto verso il monte Motola e precisamente sul suo versante Sud dove il sole la fa da padrone. La brezza che risale la Valle del Calore rende gradevole anche lo stare al sole che non concede riparo nella parte esposta a sud della grande spianata che si stende fino all’apice della sella da dove si apre alla vista l’altopiano del Vallo di Diano e, precisamente nel comune di Monte s. Giacomo.
Chiamo al telefono Francesco la piazzale situato ai piedi della salita che porta al pianoro del “vivo”. In basso noto la trebbia che egli utilizza per estrarre grano ed altre granaglie che produce.
“Aspettami lì che arrivo subito!”
Dall’auto scende un giovanotto aitante che dimostra la metà degli anni che mi aspettavo (mi dirà che ne ha 51!): ha 3 figli e dopo essere stato in Germania e nelle Marche si è stabilito a Piaggine a fare l’agricoltore con l’ambizione di aprire “strade” nuove in una realtà che guarda più a ciò che non è stato che a quello che potrebbe diventare un territorio caduto in uno splendido isolamento.
Francesco è un fiume in piena, in pochi minuti mi dà l’idea di cosa è riuscito a fare trasformando terreni, seminando colture, recintando il podere, acquisendo spazi, trasformando prodotti, aprendo nuovi mercati … insomma traducendo in fatti idee e i sogni in realtà!
Farina di grano tenero Carosella, semola di grano duro Saragolla, ceci, lenticchie e farina per polenta. Un mulino a pietra naturale di circa 200 anni, ristrutturato a nuovo secondo le normative igienico sanitarie vigenti. Filiera chiusa in azienda agricola dove non si utilizza chimica di sintesi e si effettuano le rotazioni colturali …
Nonostante ciò, si sente circondato da apatia, disilluso da chi amministra, stanco di nuotare nelle acque ferme di una comunità che si compiace di vivere tirando a campare.
Cerco di arginare il “fiume in piena” che diventa il suo racconto facendogli notare che, sia pur la situazione non è delle migliori, ci sono forza vive che possono, fanno e devono continuare a fare la propria parte. Ci sono risorse economiche enormi disponibili capaci di ribaltare la situazione, c’è una banca (Banca Monte Pruno) che ha fatto scelte decisive nei confronti della aeree interne, c’è il Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni che, nel 2024, è al primo posto tra i dieci parchi nazionali presenti in Italia, ci sono imprenditori tra Piaggine e Valle dell’Angelo in grado di fare la differenza immaginando un futuro, prossimo e remoto, possibile … penso a chi produce, a chi trasforma, a chi mette in tavola;
penso al grande patrimonio di esperienza fatte da decine di professionisti nel campo della scuola, delle professioni, della pubblica amministrazione;
penso ai tanti che vivono in ordine sparso e sono disincantati dalla mancanza di iniziative;
penso a quanti, da lontano, guardano con affetto e rimpianto per non poter tornare ad essere protagonisti nella terra dei padri trapiantando idee e stili di vita compatibili con il mondo di domani;
penso a tantissimi altri piccoli borghi, anche più piccoli del nostro, dove il senso civico delle popolazioni, l’attaccamento al proprio paese, la visione di un futuro a portata di mano … ha trasformato lo “splendido” isolamento in cui il destino li ha condotti in una grande opportunità di andare oltre il frammento della disintegrazione sociale prima di quella fisica;
penso ad Alì e a Peppino D’Amico che da anni richiamano ai piedi del Cervati centinaia di escursionisti o semplicemente amanti della montagna al rifugio Rosolia in località “Chianodde”;
penso alla recente esperienza immaginata e messa in campo dal parroco, Don Ernesto, che con un’idea ha stravolto il comune sentire che vuole i paesi dell’alta valle Calore sordi ai richiami ed afoni di risposte: oltre 400 adesioni proprio sul piazzale della Madonna del Vivo: erano “Fognesi”, Chiainari e Saccatari” che hanno risposto al richiamo dello stare insieme per il bene comune … Di Laurino e Valle dell’Angelo, che appartengono ad un’altra “parrocchia”, non è arrivato nessuno.
Solo una cosa è certa … il di là da venire non accadrà se non si prende coscienza che il destino delle aree interne (allargando l’orizzonte ai paesi limitrofi che se la passano peggio di Piaggine) non può essere affidato ad un colpo di “genio” o immaginando che la costruzione di una strada, un’invenzione come voli dell’angelo o ponti tibetani, una sagra … possa ribaltare la direzione di marcia verso il dirupo demografico.
Pertanto, caro Francesco, ti chiedo di non abbatterti, di continuare ad alimentare il tuo sogno con le iniziative che hai in animo di mettere in campo perché non ci sono alternative per dare senso alla vita che viviamo adesso ed ora … del domani non c’è certezza che, in ogni caso, sarà di chi verrà dopo di noi!