Piazza Santini è stata apparecchiata per il “compleanno” dell’amministrazione Palumbo che vuole rendicontare con il “bilancio sociale” il suo primo anno alla guida della “Città dei templi”.
In fondo, si tratta di due elenchi. Il primo di cose non fatte o fatte male, da attribuire alle passate amministrazioni. Il secondo, di cose fatte bene da contabilizzare alla sua azione amministrativa.
L’anteprima dell’evento è affidato al gruppo di majorette di Capaccio Paestum ed ad un cantante italo argentino, Moreno.
L’intervento del sindaco ha inizio contemporaneamente all’apertura del buffet offerto da sponsor come l’intero costo dell’evento che “non è costato niente al comune”.
In queste parole già si può notare una contraddizione che vale la pena di segnalare: se di bilancio sociale si tratta, perché non si può spendere soldi per renderlo di dominio pubblico, vantandosi del contrario? Infatti, come ha ricordato il sindaco, il bilancio sociale è la traduzione in un linguaggio comprensibile a tutti degli aridi numeri, capitoli di entrata e di spesa, di partite di giro, mutui contratti e rate da pagare … sono decenni che molte amministrazioni lo adottano e lo divulgano sia su carta stampata sia in formato digitale.
Un altro aspetto che stona, a mio giudizio, in questa storia è il fatto che il sindaco del “fare” poggia tutto il suo intervento introduttivo ponendo a base del suo dire proprio un manifesto anonimo per confutarne le affermazioni che, proprio perché anonime lasciano il tempo che trovano. meglio sarebbe stato se avesse fatto parlare di più i fatti e i risultati della sua azione amministrativa.
Inoltre, stona anche il fatto che sia stato proprio il sindaco ad aprire gli interventi per poi lasciare ad assessori e consiglieri l’incarico di raccontare il lavoro svolto. Il risultato è quello di vedere sminuzzato in mille rivoli l’impatto di quanto realizzato:è buona regola che quando di un argomento parla chi ha la responsabilità più alta, gli altri tacciono.
In comunicazione, si sa, i fatti hanno diritto al primo posto! il resto è tutto contorno che è sì necessario ma preso a piccole dosi, magari per preparare il terreno all’intervento principale.
Infine, il bilancio della serata può considerarsi positivo per il sindaco che ha dimostrato forza di carattere e presenza consapevole nel ruolo dopo le vicende legate ai suoi problemi di salute. Quello che è stato raccontato dopo è risultato stucchevole e una inutile passerella.
Resta da capire se la serata sarà in grado di sovvertire la tendenza che “radio marciapiedi” vede in calo nella considerazione che l’opinione pubblica ha del sindaco. Ma la caduta di popolarità non sembra dovuta tanto agli attacchi che gli arrivano dal web o dai suoi avversari politici, ma sarebbe da attribuire proprio alla volontà espressa proprio da lui, con tanto di comunicato stampa, di voler azzerare la giunta, salvo poi di confermarla per la sua quasi totalità. Affermare, poi, come ha fatto in piazza Santini, che “Teresa Palmieri, una volta risolti i suoi problemi “personali”, può rientrare nella carica quando vuole! E che Giuseppe Troncone è andato via, dopo aver fatto quadrare i conti, perché non riusciva a reggere il ritmo che la gravità della situazione finanziaria richiede.” Non è stato un gesto coerente con quanto accaduto nell’ultimo mese.
Palumbo non vorrà far credere che la promozione di Di Filippo a Vice sindaco e la chiamata della consigliera Anna Lisa Gallo daranno la scossa decisiva per il rilancio dell’azione amministrativa.
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Come non sarà semplice convincere l’opinione pubblica che sarà più efficace per il sindaco occuparsi, oltre delle deleghe che già ha trattenuto (PUC, Turismo, ecc), anche di Bilancio e ‘Agricoltura. L’impressione è che Palumbo vada più nella direzione di concentrare sempre più potere in capo al suo staff che è di sua stretta emanazione trasformandolo in una giunta ombra dove tutto si decide e poi viene passato all’approvazione formale delle deliberazioni. Ad osservare dall’esterno la cornice in cui si muovono i protagonisti della “stagione del cambiamento” non si può non vedere anche la perdita di peso specifico di Claudio Aprea, l’unico che ha mantenuto le sue deleghe. Discorso a parte si deve fare per Franco Sica che è da tempo sulla scena politica capaccese e maneggia con disinvoltura sia i rapporti con il mondo sportivo sia le relazioni con il mondo della scuola. Due realtà che conosce bene e ne sa interpretare i bisogni e le aspettative. Anche Sica, vicesindaco già con Italo Voza, non può non sentirsi chiamato in causa ogni volta che Palumbo accusa i suoi predecessori di ogni disastro che oggi lui e la sua compagine sono stati chiamati ad appianare.
Insomma, il bilancio della serata è positiva per Franco Palumbo che ha avuto il suo bagno di folla e ha contrattaccato sul fronte mediatico alle tante punzecchiature provenienti più da face book e “radio marciapiedi” che non dal ventre molle del popolo Capaccese. Ma proprio perché non ha un’opposizione in consiglio comunale che deve evitare di andarsene a creare una che, a parte qualcuno, non ha nemmeno il coraggio di mettere fuori la testa. La sensazione è che il maggiore avversario di Palumbo è proprio il sindaco che con le sue reazioni esagerate va ad alimentare un cicaleccio che fa fatica a penetrare in profondità l’opinione pubblica che lo ha portato sulla poltrona più alta del comune di Capaccio Paestum.
Questo è il patrimonio su cui può continuare a contare ma non potrà “controllare” all’infinito se non sarà capace di dare una coerente continuità e omogeneità ai rapporti all’interno della giunta, al raccordo con il consiglio e tra questi e il suo staff in capo al quale ha messo l’intera responsabilità amministrativa.