Il commiato di Bianchi
Il saluto di Patrizio Bianchi ha il fine di rilevare le fattive principali azioni a sostegno della istituzione scolastica sul territorio nazionale. Bianchi, in sostanza, non ha perso tempo da quando è stato chiamato a governare la scuola italiana. Il Ministro si è mostrato fattivamente operativo con la politica favorevole alla riapertura delle scuole nella immediata fase post Covid. Si è poi reso artefice per due stagioni consecutive del varo piano scuola d’ estate. Il vincolo Pnrr, inoltre, lo ha catapultato ad investire le risorse e a praticare le riforme.
Il centrodestra lo scorso 25 settembre ha vinto le elezioni, scaturite dall’ennesima crisi di governo, con l’affluenza più bassa di sempre. Il Ministro Bianchi, senza risparmiarsi sulla scarsa affluenza alle urne, ha precisato: “Quando l’astensionismo arriva a livelli così alti è un segnale di un forte malessere proprio costituzionale, cioè relativo alla parte fondante del Paese. Dobbiamo parlare con i giovani raccontandoci non solo cosa vuol dire il vivere insieme, ma il vivere insieme in una democrazia, che è un oggetto molto delicato”. A fine settembre scorso, l’uscente Ministro del Dicastero di Trastevere, a chiosa del suo operato, in occasione di un incontro con gli studenti sul 75esimo anniversario dalla nascita della Costituzione, a Genova, nel suo saluto di congedo, ha voluto informare intorno al suo operato nel mondo scuola. Il commiato di Patrizio Bianchi aveva, insomma, il fine di rilevare le fattive principali azioni a sostegno della istituzione scolastica sul territorio nazionale. Bianchi, in sostanza, non ha perso tempo da quando è stato chiamato a governare la scuola italiana. Il Ministro si è mostrato fattivamente operativo con la politica favorevole alla riapertura delle scuole nella immediata fase post Covid. Si è reso artefice per due stagioni consecutive del varo piano scuola d’ estate. Il vincolo Pnrr, inoltre, lo ha catapultato ad investire le risorse e a praticare le riforme. “Credo che chi verrà, chiunque verrà, ha dichiarato Bianchi, sulla base delle considerazioni che farà il nuovo governo, potrà ripartire non da zero ma da tre. Sono andato con due mandati molto chiari. Il primo, riaprire le scuole, che voleva dire riportare insieme i nostri ragazzi e insegnanti e lo abbiamo fatto l’anno scorso e quest’anno. Durante le due estati abbiamo fatto il grande piano di scuola d’estate in cui si presentavano i progetti che poi sarebbero seguiti in tutto l’anno. La seconda cosa era il Pnrr, che è molto vincolante: non ci sono margini perché sono impegni assunti. Noi dovevamo investire le risorse e fare le riforme. Le riforme le abbiamo fatte, in particolare quelle legate alla scuola tecnica e professionale. E poi investire i 17,8 miliardi che avevamo: abbiamo investito 10 miliardi in edilizia che non hanno risolto tutti i problemi del Paese ma hanno dato una buona botta alla parte degli asili nido”. Ha poi aggiunto: “Abbiamo investito insieme con Colao quasi 5 miliardi per la parte digitale: stiamo collegando 44mila edifici, compresi quelli sul picco della montagna, con banda ultralarga, che vuol dire non solo scuole collegate ma anche che in ogni paesino ci sarà una connessione che permette di lavorare e vivere lì. Abbiamo investito e stiamo investendo su Its e scuole tecniche e soprattutto sul recupero della dispersione scolastica che è un segno che va collegato con l’astensione”. Recita un noto proverbio italiano; “Muore un papa se ne fa un altro”. Certo non muore la Chiesa, come non muore la scuola dopo l’estinzione di Bianchi Ministro. Diversi intanto sono i papabili di Viale Trastevere. Qualche testata quotidiana ne elenca anche più di dieci in lizza. I lavori al momento sono già in corso per la messa a punto della squadra di governo e quindi anche per definire l’investitura al Ministero dell’Istruzione. Quale domani avrà l’affettuosa scuola del futuro di Patrizio Bianchi?Non ci resta che attendere. Lo scopriremo a breve insieme al nuovo Ministro della scuola.
Emilio La Greca Romano