La sanità del Cilento e del Vallo di Diano vive una sofferenza cronica: assistiamo impotenti alla carenza del personale medico ed infermieristico, agli accorpamenti e alle chiusure di interi reparti; e gli ospedali vengono depotenziati. Alla già difficile situazione ospedaliera si aggiungono la carenza di pediatri e di medici di famiglia, che quando vanno in pensione non sempre vengono sostituiti, e la chiusura e il ridimensionamento delle postazioni Saut del 118, postazioni sanitarie di fondamentale importanza in paesi isolati e difficili da raggiungere.
Si parla molto, e a ragione, dello spopolamento del Cilento, eppure si parla poco della migrazione sanitaria a cui sono costretti molti cilentani malati, che magari non vanno lontano, restano in Campania, ma comunque fuori Cilento!, comunque affrontando viaggi, spese e stanchezza.
Guardiamo allora fuori dal Cilento: quale diversa sanità trova un italiano che abita in Milano, a Roma o a Napoli? Nel raggio di pochi chilometri, di ospedali e Pronto Soccorso nei grandi centri cittadini ne troviamo quanti ne vogliamo. Ma i Pronto Soccorso sono affollatissimi, i pazienti in barella possono stazionare per giorni e il sistema sembra al collasso. È questa l’altra faccia della sanità italiana, che pure qui pone enormi disservizi ai suoi cittadini.
Ma c’è una novità di cui noi, al Sud, ancora sappiamo poco o niente. Nelle grandi città del Nord, e poi del Centro Italia, da qualche mese hanno trovato il modo per offrire cure immediate senza code; anche a domicilio. Sono i Pronto Soccorso privati! Certo … bisogna pagare! Sorgono nelle zone buone delle città, risolvono codici bianchi e verdi con gentilezza, immediatezza e competenza. E sono molto costosi. Si trovano già a Bergamo, Brescia, Milano, Roma (la Capitale ne ha tre, perfino); e stanno arrivando anche al Sud! Per chi vive in città, con i Pronto Soccorso affollatissimi, e ha immediato bisogno di aiuto medico i Pronto Soccorso privati risolvono non pochi problemi. Tranne due, e non di poca importanza: per i codici rossi come si fa? E l’altro problema: e chi non ha i soldi?
È assurdo come gli abitanti delle grandi città e quelli delle aree interne e disagiate del Cilento abbiano un comune problema: farsi visitare in tempi brevi. I primi affrontano file lunghissime per accedere ai tanti e vicini ospedali, tutti affollatissimi; i secondi affrontano lunghissimi e tortuosi percorsi stradali, spesso in condizioni climatiche sfavorevoli, per poter raggiungere i pochi ospedali ancora aperti.
Le grandi città hanno trovato un rifugio sanitario nei Pronto Soccorso privati. Noi cilentani quale soluzione troveremo?